Mimmo & Greg

Mimmo & Greg
Grazie Mariangela, grazie Mimmo!

domenica 8 novembre 2009

Incontri: Enrico Ruggeri


Mimmo dixit: È lui, è lui: è di lui che ho bisogno!


Avviso: lunghetto anche questo pezzo, in più contiene qualche delirio di Folgorata, che non rimane nel limite della cronaca obiettiva, ma ci mette del suo.


Siamo alla seconda puntata degli incontri di Mimmo. Continuiamo a farci i fatti suoi, cercando di raccontare al grande pubblico di Folgorata come avvenne che i due, il giovane Mimmo e un Enrico http://www.enricoruggeri.net/ quasi infante, s’incontrarono. Narra la leggenda che nei favolosi primi anni ottanta entrambi partecipassero spesso a delle trasmissioni televisive. Si conobbero dietro le quinte e Mimmo non potè fare a meno di essere attratto dagli occhiali bianchi di Enrico. Enrico, dal canto suo, provò la stessa attrazione per il cappello di Mimmo. A quel punto fu inevitabile l’incontro.
Ciao, sono Mimmo Locasciulli e faccio il medico.
Ciao sono Enrico Ruggeri e ho già un pediatra di fiducia, grazie; faccio il bambino prodigio: a diciannove anni già insegnavo italiano e latino alla scuola media Tito Livio di Milano. Ho fondato delle baby band, l’ultima esperienza è stata con i Decibel: ti ricordi, Contessa? Ora però mi sono stufato e voglio ballare da solo.
No, scusami tanto, ma tra i due il vero bambino prodigio sono io: sai che a cinque anni già suonavo il piano? Mi chiamavano il piccolo Mozart aprutino. Anch’io mi sono un po’ stufato di De Gregori, che ne dici se facciamo amicizia noi due?
Ci sto.
Nonostante questa piccola schermaglia iniziale, mi pare che stia nascendo qualcosa tra noi. Posso offrirti da bere, niente di più, solamente un bicchiere?
Andiamo.
In questo dialogo, anche se i due non lo ammetteranno mai, va ricercata la genesi di Una vita che scappa, altro che bionda di turno, come dice Bonanno…

Questa lunga tirata in puro stile Folgorata per dire che i due davvero quasi subito capirono che tra loro poteva nascere qualcosa. In un mondo talvolta un po’ fatuo e anche spesso non impegnatissimo intellettualmente come quello della musica leggera, (attenzione, non sto affermando che loro lo siano, cantanti di musica leggera, era tuttavia quello il milieu nel quale s’incontravano) davvero Mimmo fu colpito da Enrico, composto, misurato, non aggressivo e colto. Mimmo, nel 1985 fa la sua unica esperienza sanremese. Non so fino a che punto avrebbe scelto autonomamente di parteciparvi, se la sua casa discografica non glielo avesse caldamente consigliato. Non fu un’esperienza esaltante, ma si divertì molto a osservare con occhio clinico “le paranoie” dei suoi colleghi. Racconta di aver lasciato passare un certo numero di anni prima di riuscire di nuovo a cantare Buona fortuna. L’ho già detto, a me allora non piacque; mi ricordo di aver pensato, Ma perché tra tante belle canzoni ha portato questa? E perchè c’è andato, a Sanremo? Comprai tuttavia subito l’album dove è contenuta Buona fortuna, che s’intitola Mimmo Locasciulli, non pentendomene perché ci sono delle canzoni stupende, tra le altre Cara Lucia, Le cose normali, La faccia delle altre persone e la bellissima versione che Mimmo ci offre di Caterina. Custodisco ancora gelosamente la cassetta. Riesco a trarne solo suoni gracchianti, purtroppo.

Mimmo, dopo l’esperienza del festival del 1985 (Ruggeri quell’anno non partecipò) decise di fare un disco “live”, e invitò Enrico, di nuovo incontrato a una trasmissione televisiva, ad andarlo a trovare in qualche tappa dei suoi concerti.
I due nostri amici si ritrovano quindi a scrivere una canzone insieme, la prima di una collaborazione che si sarebbe più volte ripetuta nel corso degli anni. La canzone è Confusi in un playback, sempre nel 1985, e mantenendo fede all’invito dell’amico, Enrico partecipa come artista ospite ad alcune date della tournée di Mimmo, e dalle registrazione dei concerti nasce l’album “live” Confusi in un playback, dove interpretano insieme la canzone omonima e una versione rock di Sognadoro. Sempre nel 1985, (anno di attività frenetica) perché non vogliono farsi mancare nulla, pubblicano anche un singolo, che contiene nel lato A Confusi… e nel lato B una versione di Foreign affairs, brano di uno dei numi tutelari di Mimmo, Tom Waits, tradotta da Enrico col titolo Con la memoria. Bella da far venire i brividi. Non contenti di ciò fanno una nuova tournée insieme in giro per i teatri italiani e si divertono molto. L’amicizia si cementa. Nel 1987 capita una cosa stupenda; arriva in Italia per partecipare al Premio Tenco, http://www.clubtenco.it/home.htm il mito di Mimmo, Tom, (Mimmo ha una certa attrazione per i geni sregolati) e lui e Ruggeri hanno l’onore di aprire il suo concerto al teatro Ariston di Sanremo. Narra la leggenda, che Mimmo ebbe un momento di emozione quando Waits entrò in scena mentre lui cantava, e pare che la voce gli si fermò per un momento in gola. Capisco benissimo questo stato d’animo. Se la sera in cui mi sono esibita di recentehttp://porqueapesardelospesares.blogspot.com/2009/10/ho-deciso-faro-la-cantante.html in un repertorio canoro vario culminato con Intorno a trentanni (il chitarrista cantante anima del concerto estemporaneo, tra l’altro medico, di Mimmo non ne conosceva molte altre) fosse arrivato Mimmo anche io avrei smesso di cantare, sarei diventata rossa per la vergüenza e avrei rischiato di morire soffocata per le risate. Cosa credete, io sto a Mimmo come Mimmo sta a Tom Waits: la mia esibizione non era al Premio Tenco, ma le emozioni altrettanto forti.

Volano gli anni e volano le sottane, Ruggeri non è più un enfant prodige, ma uno degli autori di canzoni più affermati del panorama musicale italiano. Basterebbero anche solo due o tre titoli, non ne avesse scritte tantissime altre, per fargli meritare a pieno titolo un posto d’onore nel mondo della musica d’autore a Enrico, che nel frattempo ha cambiato look, messo nel cassetto dei ricordi gli occhiali anni ottanta, fatto l’intervento per la miopia (per giocare con più libertà a pallone) e, senza contare quelle scritte per sé o per altri, o altre (il pezzo è su Enrico in relazione a Mimmo, ma non posso non citare almeno Il mare d’inverno scritta per Loredana Bertè e Quello che le donne non dicono, per Fiorella Mannoia: due classici da grande autore) con Mimmo ha scritto delle cose bellissime. Io solo per Una vita che scappa, cui ho già dedicato diverse righe, gli darei un vitalizio. Mimmo racconta che con Enrico lavora molto bene. É lui è lui: è di lui che ho bisogno pensa quando, ad esempio ha una musica e un’idea per una canzone, ma preferisce non scriverne il testo, perché, poniamo, è troppo coinvolto dal tema; allora ne parla con l’amico, gli spiega per bene che cosa ha in mente e quello, zac, tira fuori dal cilindro delle meraviglie assolute. Il caso specifico a cui mi riferivo è Aria di famiglia. Oltre le canzoni già citate M. e E. hanno firmato a quattro mani Ancora notte sul circo (Clandestina 1987) Randagio (Piano piano, 2004) Olio sull’acqua, (Piano piano, 2004) dove come già menzionato, c’entra anche De Gregori.

Nel frattempo Enrico è cresciuto ancora, ha rasato completamente i capelli, (Mimmo non si decide, c’è affezionato, non ci sono santi) ha scritto ancora tante altre canzoni, ha sempre continuato a giocare a pallone nella nazionale cantanti, ha fatto esperienze diverse, scritto libri, e si è anche cimentato, da qualche anno a questa parte, nella conduzione televisiva nella TV commerciale, prima con Il bivio, ora con Mistero. Io ultimamente guardo poco la televisione. Mi dicono che mi divertirei molto con la trasmissione di Ruggeri: alcuni organizzano gruppi d’ascolto; mi rendono edotta sulla puntata cult in cui una donna sarda racconta la sua esperienza diretta a contatto con gli extraterrestri che gliene fanno di tutti i colori, ingravidamenti ed esperimenti crudelissimi, ma a fini rigorosamente scientifici. Pare che Ruggeri ascolti quasi imperturbabile. Spero prima o poi di riuscire a vederne almeno una puntata e poi spero che gli extraterrestri, in tournée in Sardegna, non vengano da Folgorata, a meno che non passino con Ruggeri che porta anche Mimmo. In tal caso, mirto per tutti e un giro sull'astronave. Chissà che cosa ne pensa Mimmo della nuova vocazione di Enrico. L’amicizia mica è per forza condividere tutto; credo che anche il pallone lo lasci abbastanza indifferente, Mimmo, o forse è una mia speranza. Dipendente non è di certo, può essere che ogni tanto si guardi una partita; se ha di meglio da fare, fa altro. Le regole del calcio le conosce, ed è in grado di commentare una partita, ma quello va bene. Si tratta di cultura generale, non di fanatismo: i fanatici del pallone non mi piacciono.

Concludendo una nota inedita su Mimmo: pare sappia fare una riuscitissima imitazione di Enrico; quest'uomo non finisce di stupirmi. In attesa di altri scoop, indovinate cosa faccio per rendere un doveroso tributo a entrambi? I miei fans in coro: Folgorata, cosa puoi fare, ascoltarti le tre versioni di Una vita che scappa, una dietro l’altra. Dopo però vai a dormire e molla quell’accidente di computer e quell’accidente di mouse, che ti ricoverano al Centro per la cura delle nuove dipendenze, se continui così! Se ce n’è uno al Santo Spirito, confinante con Day surgery, di Centro per la cura delle nuove dipendenze, prenotatemi, sto preparando pigiamino e spazzolino. Arrivoooo!!!! (Magari con l'astronave.)

UNA VITA CHE SCAPPA Testo di E. RUGGERI - Musica di M. LOCASCIULLI
© 1989 Edizioni Musicali BMG Ricordi / Penelope
Scusa, posso offrirti da bere
Niente di più, solamente un bicchiere
Tra questa gente buttata sui tavoli senza poesia
C’è una corrente di vecchi profumi e di malinconia
Dai siediti qui, voglio solo parlare
Ce ne stiamo così come due barche nel mare
E questa musica scioglie un silenzio che è dentro di me
Ma c’è un silenzio pesante che non va tenuto per sé
Posso farmi vicino, stabilire un contatto tra noi
Se ti guardo sorridi, ti tengo la mano, lo so che lo vuoi,
Dici che ho fretta e che poi mi comporto con troppa ansietà
Ma io corro perché c’è una vita che scappa e non so dove va
Resta così, fatti ancora sfiorare
lo te lo dico così, per poi poterti baciare
C’è una montagna di noia che schiaccia la gente che c’è
Ma tu non meriti noia, rimani, c’è un uomo per te
Vieni a starmi vicino, sta nascendo qualcosa tra noi
Se mi stringi la mano potremo provare la vita che vuoi
Cantano ancora per noi, s’addormenta la nostra città
E io corro perché c’è una vita che scappa
E non so dove va
C’è una vecchia canzone e la stanno suonando
Per chi vuole scappare ma immagina in mondo fermandosi qui
Voglio ancora tenerti con me, cambiare il domani
Se stanotte rimani ogni volta che chiami ti risponderò
Non perdiamo più tempo che il conto è pagato
Scappiamo di qua
E io ho fretta perché c’è una vita che scappa
E non so dove va

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