Mimmo & Greg

Mimmo & Greg
Grazie Mariangela, grazie Mimmo!

mercoledì 16 dicembre 2009

Questa ha coinvolto pure me nel suo noioso sondaggio. Io, pur riottoso, le ho risposto quanto segue...



Nella foto: Folgorata tiene in braccio uno dei pochissimi esseri di sesso maschile cui si dichiara totalmente asservita.
Intanto mi presento, mi chiamo Mignolo, nome scelto incautamente da mio padre che non prevedeva questa mia crescita, perché da piccolo ero gracilino e male in arnese. Sono nato da una relazione extraconiugale tra mio padre, di razza umana, e mia madre, una gatta bianca altamente seduttiva, molto libera, che dopo la nascita ci ha abbandonato per altre avventure, altri amori e sicuramente altri figli. Non ho mai risentito della sua mancanza: il babbo si è sempre preso cura di me, mi ha nutrito il corpo e lo spirito, e nulla avrei da rimproverargli se non la presenza di quell’orrida matrigna che per fortuna non abita con noi, ma talvolta viene e occupa i nostri spazi, miei e del babbo, compreso il letto dove egli mi permette di stare sempre. La matrigna mi è molto antipatica, anche se poveretta ce la mette tutta per tentare di conquistarmi, ma io proprio non la digerisco. Fa la svenevole, e vorrebbe con me un rapporto affettuoso e appiccicoso che non fa parte della mia natura. Ora da quando è Folgorata (io al posto di babbo l’avrei già liquidata: ancora non l’ha fatto, ma spero sia imminente) non fa altro che rompere con questo suo mito pre-senile come lo definisce lei. Siccome chiede a tutti se conoscano questo tizio che come me, dice lei, ha manto bianco e occhi verdi (mah!) non mi ha esentato dall’obbligo. Io questo signore proprio non lo conoscevo, ma da gatto avveduto mi sono documentato e dopo aver studiato a fondo la questione posso dichiarare quanto segue: Mimmo Locasciulli non risponde in nulla ai miei gusti per più di un motivo. Intanto nella sua famiglia ci sono diversi veterinari ed io, con tutto il rispetto per la categoria, non li amo per nulla. Il mio, che si chiama Guido come babbo, fa tanto l’affettuoso, poi appena mi fido un po’ mi ficca il termometro, non dico dove, tanto lo sapete tutti, e subito dopo zac, mi punge. Questo è il primo motivo per cui non mi piace questo mito della matrigna. Il secondo è che nelle sue canzoni ci sono sempre cani, cani che abbaiano alla luna, cani che abbaiano per tutto e per niente, poveri cani, e se devo essere sincero io preferisco i cantautori che parlano di gatti, se di gatte è meglio, anche se io da tempo non posso, qualcosa nell’istinto mi è rimasto. Le mie canzoni preferite sono La gatta di Gino Paoli e Penelope di Francesco Baccini, dove si narra una storia d’amore tra una gatta di nome Penelope, appunto e un umano di nome Francesco, che vorrebbe da lei un gattino. Mi intenerisce questa canzone, perché mi sembra di sentir parlare di mio padre e di quella svergognata di mia madre. A me i cani non sono per nulla simpatici anche se babbo ne ha avuto tanti, prima di me. Gli ho fatto promettere di non tenerne mai più uno. Un giorno in cui la matrigna era più noiosa del solito e io volevo starmene tranquillo, ma lei nulla, con la musica del suo amico a tutto volume a casa nostra, che cantava proprio una canzone dal titolo Il cane, ho dovuto impormi: intanto l’ho graffiata e poi le ho detto Senti il tuo amico canta davvero da cani. Se n’è andata tutta offesa! Un altro genere di bestia che non sopporto sono i pennuti, che vorrei tanto cacciare, ma siccome sono agli arresti domiciliari, non posso: dunque sentire quello che mi provoca canticchiando di uccellini, uccellacci, cornacchiette e via volando, mi rende molto ma molto nervoso.
Il terzo motivo per cui non mi è simpatico è che lui si dichiara contrario agli omogeneizzati (l’ho letto in diverse sue interviste, Folgorata lascia in giro documenti compromettenti, e io ci metto le zampe) io invece li adoro: il mio preferito é quello di coniglio. La matrigna dice che sono un po’ cannibale, perché io secondo lei somiglio molto a un coniglio: stupida e anche ignorante; io sono un nobile felino, quello un volgare roditore, per intenderci della stessa razza dei topastri, miei atavici nemici: ho visto che nella produzione di quello che la matrigna definisce uomo dal multiforme ingegno cìè pure un brano musicale che si intitola Topi, muri sporchi e lamé. Per non parlare della collaborazione con un gruppo di topastri che suonano e cantano, (da non crederci!) I Ratti della Sabina. E io dovrei apprezzare un tipo simile? Non se ne parla nemmeno! Dunque, matrigna, ti ho risposto per educazione. Così potrai dire di aver posto il tuo quesito non solo a cani e porci, come era prevedibile, conoscendo i tuoi gusti, ma anche a gatti rispettabili come sono io. Ora se permetti, ho da fare, babbo mi ha chiamato per la merenda. Cosa mangio? Mi pareva di essere stato chiaro, prima, l’omogeneizzato di coniglio. Alla faccia di chi non gli piacciono gli omogeneizzati.

1 commento:

  1. Un mio amico che legge il blog (uno dei dodici, come gli Apostoli) mi ha detto, (poteva lasciarmi un commento, non lo fa) che il "post" sull'amato gatto parlante è uno dei migliori. "Molti degli altri" ha aggiunto "sembrano coccodrilli, e il tuo amico (si fa per dire) si vedrebbe costretto a un gesto scaramantico tipicamente maschile, se ti leggesse. Ha aggiunto anche: "Ma tanto non lo fa." Grazie mille all'amico per le belle parole. Gli amici servono anche, anzi soprattutto, per farci essere obiettivi e con i piedi per terra: io già lo sono, semplicemente continuo a scrivere, finchè ne avrò voglia e mi divertirò, audience o non audience, (anche se mi autopromuovo, perchè qualche lettore in più lo vorrei, senza arrivare a essere riconosciuta al semaforo)) Mimmo, o non Mimmo. E poi non sembrano coccodrilli, i miei pezzi, il massimo che si potrebbe dire rimanendo in ambito zoologico é che sono scritti da cani.

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