Mimmo & Greg

Mimmo & Greg
Grazie Mariangela, grazie Mimmo!

sabato 12 dicembre 2009

Ma se t’incontro al semaforo, ti posso salutare?




Mimmo dixit che non gli interessa essere riconosciuto al semaforo. Sono d’accordo: una seccatura in meno. Immagino che allo stesso modo non gli interessi essere riconosciuto da qualsiasi altra parte. Sono ancora più d’accordo. Lui è fortunato perché è noto, ma non così noto, e poi se uno è appena appena intelligente, lo capisce subito che Mimmo non è tipo da fermare per strada. Venisse qui in questa enclave d’Africa del Nord, staccatasi dalla terraferma e divenuta isola, potrebbe dormire tra due guanciali, perché davvero in pochi lo riconoscerebbero, per il semplice fatto che non lo conoscono. Continuo la mia ricerca sul campo per tastare la popolarità di Mimmo, allargando l’ambito anche al di fuori della cerchia di amici e conoscenti; ho escluso i familiari: babbo che mi avrebbe compreso non c’è più da tanto tempo, e con gli altri davvero evito accuratamente di divulgare e la mia passione pre-senile per quest’artista “che non gli interessa essere riconosciuto”, e per le mie attività in rete. L’artista lo ficco dovunque, appena mi rendo conto di trovare una breccia nell’interlocutore. Da poco ho detto a un signore, che non è proprio un completo sconosciuto per me, ma neppure un amico: Sai che ho “creato” un blog dedicato a Mimmo Locasciulli? (Non perdo occasione per l’autopromozione, ci manca che giri con un cartello con l’indirizzo web.) Risposta: Ma chi è un cantante, (Io allora gli ho raccontato tutta la biografia) quello che cantava “Siamo noi che abbiamo intorno a trentanni” non era amico di de Gregori? (Per fortuna almeno questi due concetti li abbiamo incamerati!) Ma adesso è vecchio, esiste ancora? Fa ancora concerti??? Io: Vecchio, insomma, ha un anno meno di te. Concerti, si, ha appena concluso il tour 2009, ma qui non viene mai. - Un anno meno di me? Ah, non parlarmi dei sessant’anni…non pronunciare quel numero! I soliti discorsi che quelli di sessant’anni fanno e mi rendo conto che più stanno bene, più hanno una vita gratificante, meno accettano questa questione annosa del tempo che passa. (Per i motivi più disparati: Mimmo, guarda che ho studiato bene il tuo rapporto con i tuoi sessant’anni e ho capito perfettamente ciò che intendi dire, tutta quella faccenda della finestra aperta e davanti un viale non troppo lungo e invece alle spalle un’autostrada, e la vita che fa le bizze e non la tieni più al guinzaglio: quindi non pensare, dovessi leggere, Folgorata è una cretina e non ha capito nulla, perché è una sensazione che con un bel po’ di anni in meno provo anch’io, e con una vita molto, ma molto meno gratificante della tua.) I disperati in genere ci fanno meno caso al tempo che passa: hanno problemi più seri da porsi. Insomma questo sessantenne vanitoso mio conoscente che mi ha detto “lo leggerò il tuo blog” ma tanto non lo farà e io posso scrivere quello che voglio, ha dato del vecchio a uno più giovane di lui.

Il sondaggio è aperto anche tra i medici che per un motivo o per l’altro mi capita di incontrare. Anche qui, appena vedo che si apre un varco, inserisco subito Mimmo Locasciulli. Aneddoto: viene in Biblioteca un signore, di una certa età, di cui si occupa una mia collega. A un certo punto me lo passa perché pensa che io possa essere più adatta al tipo di informazione che cercava. Lo dico io… quando si parla di coincidenze! Davvero un bel signore, con un modo di fare piacevole e gentile. A un certo punto dell’intervista (in biblioteca si fanno le interviste) questo mi dice che lui era…in tale ospedale…ma che è andato in pensione perché nella vita ci sono un sacco di cose interessanti a parte la medicina. Ora si occupa di agricoltura. Secondo voi io che cosa potevo dire: Certo, però Mimmo Locasciulli, ad esempio, concilia benissimo la musica con la medicina. Dice che è questione di organizzazione, oltre che di passione. - E chi è Mimmo Locasciulli? – Esclama il suo collega in pensione. Parte il solito disco con note biografiche e panegirico e indicazione del sito di Mimmo su cui quel gentile signore potrebbe entrare e documentarsi ampiamente. Grazie signora, delle sue informazioni professionali, e anche sul dottor Locasciulli, ne farò tesoro. Io che uso ne abbia fatto non lo so, so solo che ormai sono lanciatissima sulla strada della divulgazione del verbo. Per cui potrebbe capitare che qualcuno a causa mia lo possa pure fermare e salutare al semaforo; potrebbe anche accadere che qualche signora poco avvertita si denudi il braccio e attraverso il finestrino glielo porga con un pennarello indelebile perché lui ci apponga un autografo (come scriverà Mimmo? Avrà la classica scrittura da medico, avrà dato anche lui il complementare di cacodisgrafia come tantissimi suoi colleghi? Oppure scriverà con una grafia chiara, pulita, con quelle belle penne che custodisce gelosamente nella Riserva? Mah!!!)


Insomma ora devo esprimere la mia opinione sul tema del post di oggi, che finora ho divagato, e per qualche riga voglio essere seria. Quella della popolarità e della gestione della stessa da parte di personaggi pubblici, più o meno famosi, è una questione delicata. Chi è davvero famoso, lo sa e sa anche che non può tanto sottrarsi a certi doveri, perché il pubblico è una fiera famelica che ha sempre bisogno di nutrimento, va accontentato e anche un po’ blandito, essendo il pane, ma anche il caviale e i diamanti di certi divi. Quelli famosissimi per strada cercano di girarci il meno possibile, proprio per evitare l’assalto dei fans, che spesso non sono così delicati, ma anzi spesso e volentieri assai assatanati e scomposti nel manifestare il loro entusiasmo. Bisogna un po’ fare buon viso a cattivo gioco, non essere troppo sgarbati, ricordandosi che ognuno ha il pubblico che si merita, nel senso che se sei uno che ha una enorme popolarità, uno che, per rimanere in ambito canoro, fa concerti negli stadi, si lancia dal palco, acchiappa folle oceaniche, dovrai ricordarti che non puoi permetterti di fare troppo lo schizzinoso e dovrai firmare una certa quantità di autografi, farti abbracciare e magari qualche volta anche spogliare da qualche assatanata che vuole portarsi a casa come trofeo la maglietta (sudata, dopo che hai zompato sul palco per due ore.)


Io personalmente sono una di quelle che sancisce il diritto per un personaggio famoso di girare tranquillo per strada, di andare al cinema o al ristorante con la moglie o chi per lei, senza essere continuamente disturbato, anzi senza esserlo per nulla. Guardare è lecito ma con discrezione, soprattutto per poi spettegolare: guarda guarda come è vecchio, mica è così bello come appare, ma sarà malato? Qui nel lembo d’Africa per strada s’incontra certo meno gente che a Roma o a Milano o a Firenze e Venezia, però talvolta capita. In due occasioni, una a Cagliari e una a Firenze, ho incontrato un noto attore di teatro, con un glorioso passato di giovanile bellezza, ora piuttosto appannato, e ho pensato tutte quelle cose poco carine che ho enumerato prima. Forse davvero a Firenze stava male, poveretto, era pallido come un cencio. Io non ho mai fermato nessuno, ma davvero non sono neppure andata a complimentarmi con nessuno al termine di un concerto, o di un altro tipo di spettacolo. Questo penso sia lecito farlo, senza passare per pericolosi molestatori, ma finora non ho mai pensato che potesse aggiungere nulla alla mia stima e ammirazione per qualcuno raggiungerlo per una stretta di mano in camerino. In un’altra occasione, in un bar, mi son trovata a tre centimetri di distanza da un cantante notissimo, bravo, che mi piace anche senza farmi impazzire, mentre beveva qualcosa con alcuni ragazzi del suo service, suppongo. Anche lì mi sono guardata bene dallo svenirgli davanti, e anche dal salutarlo semplicemente, essendo oltretutto in un suo momento molto privato (tamburellava sulla pancia di uno dei giovanotti) e questo mi è parso un po’ sorpreso, è stato lui a guardare me come dire: ma non hai visto chi sono? Perché molti di questi si seccano se li fermi e se non li consideri si seccano ugualmente: piccoli vezzi da divi.

In conclusione: a Mimmo non interessa quella gran popolarità che potrebbe attrarre quel genere di fan da cui uno come lui, sarebbe molto probabilmente infastidito. Credo anche tuttavia che essendo uno educato, se qualcuno lo incontri al semaforo, o da qualsiasi altra parte, ed educatamente lo saluti, lui educatamente risponda. Io ho pochissime probabilità di incontrarlo al semaforo: se dovesse capitare gli farei un misurato cenno del capo con un sorriso. Sarei tentata di avvicinarmi e tentare di pulirgli il vetro - e lui che non è insensibile al disagio sociale non mi caccerebbe via - ma al solo fine di sbirciare dentro la macchina e vedere cosa c’è: dimmi come tieni la tua macchina e cosa ci tieni, e ti dirò chi sei.

Se dovessi incontrarlo da qualsiasi altra parte e lui fosse solo e non avesse lo sguardo troppo scoraggiante, mi avvicinerei e al cenno unirei qualche parola. Andrei anche a salutarlo in camerino, se in questa vita dovessi avere la sorte di seguire finalmente un suo concerto. Sarebbe un’eccezione alle mie abitudini solo perché è lui, come sarebbero eccezioni quelle enumerate prima. Non ci terrei minimamente a posare con lui per una foto: intanto non siamo troppo fotogenici, ne’ lui, ne’ io, e poi mi è parso di cogliere nelle poche foto di Mimmo+fans che ho visto, un certo disagio. Mi sbaglierò, ma è quello che io ho colto. L’autografo lo vorrei, non tanto perché mi interessi in sé, anzi non mi interessano queste manifestazioni un po’ feticistiche, ma perché sono curiosa di vedere che scrittura abbia. (Farti gli affari tuoi, mai, eh, Folgorata!) L’unica cosa che mi interessa davvero, finchè dura, è la comunicazione scritta, che ho messo in atto sia nella forma tradizionale di missiva, (figlia di babbo) sia nell’attuazione del blog. Molto meno invasiva del contatto diretto, sempre che in forma garbata ed educata, se non è gradita, si può tranquillamente ignorare, anzi cestinare senza neppure aprirla: ugual cosa per il blog, che è lì, piccolo natante virtuale nel mare magnum della rete, a disposizione di chi voglia visitarlo.

Questo è e sarà il mio massimo tributo di affettuosa stima.

2 commenti:

  1. Sono perfettamente d'accordo sul fatto che, non bisogna importunare la gente per strada, siano essi famosi o meno.
    Comunque, come già fatto presente altre volte, i tuoi post dovrebbero essere un pò più corti, dato che leggere da un monitor è molto stancante.
    Un bel 7+

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  2. Grazie per il 7+: in ciò mi pare di cogliere un riferimento a Cochi e Renato dei vecchi tempi, per cui il commentatore deve essere un po' d'antan. Quanto alla brevità, mi sono rimaste nei tasti tante altre considerazioni che ci potrei fare un nuovo post e tu lo definiresti ancora lungo.
    Grazie ancora.

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