Mimmo & Greg

Mimmo & Greg
Grazie Mariangela, grazie Mimmo!

venerdì 11 aprile 2014

GUARDAMI NEGLI OCCHI


Non può mancare un video in cui Mimmo canti, dal vivo, una delle sue canzoni più note, un classico nella accezione più pura del termine: "Gli occhi". Pubblicata per la prima volta nel 1982, all'interno del mitico (ci risiamo!) "Intorno a trentanni", la canzone, riproposta dal suo autore anche in "Delitti perfetti" e in "Aria di famiglia", e nell'album live "Confusi in un playback", con una presenza pressoché costante in scaletta durante i concerti, è di quelle che lascia il segno negli animi sensibili, e aiuta quelli che sensibili lo sono di meno, ma che abbiano un poco di attitudine, ad esserlo un po' di più. Per una canzone così pura, non c'è bisogno di far ricorso ad aggettivi roboanti per definirla, perché quello più adatto è molto comune, e molto semplice: bella.
"Gli occhi" - recita un detto noto a tutti - "sono lo specchio dell'anima". In tante occasioni, osservando le sue foto,  l'ho guardato a lungo negli occhi, il Cantante, per cercare di leggergli dentro. Mi sono soffermata a lungo dentro i suoi occhi, ad esempio, nella foto che attualmente accoglie il visitatore nel blog, come mi sono soffermata sui suoi occhi, in quelle poche volte in cui brevemente l'ho avuto davanti a me. Ci ho letto quello che è espressione della sua soggettività, oggettivamente, o ci ho letto il portato della mia soggettività? Difficile stabilire il confine, e le due cose sono in stretta connessione: sono occhi che possono accarezzare, ma anche ferire, scaldare o gelare, manifestare gioia e tenerezza, ma anche mandare lampi di indignazione e disappunto, come quelli di chiunque affidi allo sguardo la funzione di comunicare stati d'animo. Occhi eloquenti, occhi espressivi.

Semplificando molto, ci sono tre o quattro aspetti che reputo fondamentali perché una persona che ancora non conosco, uomo o donna che sia, possa colpirmi positivamente: la capacità di guardare negli occhi l'interlocutore, la stretta di mano, la voce e il sorriso. Occhi che hanno difficoltà a incontrare quelli dell'altro, a parte casi di timidezza estrema, non sono mai un buon segno. Mani molli e sfuggenti, pure. Mani che non riescono a dosare l'eccesso di energia, anche. Mi sono ritrovata in più occasioni con la mano stritolata da strette eccessivamente vigorose; questione di equilibrio, questione di giusta misura, come in tante cose.

Semplificando ancor di più, a uno stadio di conoscenza più approfondito, non riesco a trovare intesa con chi non sappia lasciarsi andare al piacere di un buon bicchiere di vino, eccezion fatta per minori, o per gli ex alcolisti che devono necessariamente astenersi; con chi abbia un senso di sé troppo alto, o non abbia neppure un barlume di ironia o ancor meglio di autoironia. Ecco dove mi hanno portato gli occhi, perché partendo dagli occhi spesso si arriva lontano.

Il titolo del post è lo stesso di una canzone di Nada, che mi piace moltissimo.
E se a far compagnia al video della canzone del "Cantante del cuore", quello a cui ho dedicato e dedico un affetto e un'attenzione speciali, nonostante (per fortuna) qualche volta sia lontano dal mio sentire, inserissi anche un'intensa versione live di "Guardami negli occhi"? 




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