Mimmo & Greg

Mimmo & Greg
Grazie Mariangela, grazie Mimmo!

giovedì 7 febbraio 2013

LICEALE



Sapevo che prima o poi queste immagini mi sarebbero state utili. Rappresentano le facciate delle  sedi che ho individuato, a Penne, del Liceo scientifico "Luca da Penne", che evidentemente ha più sedi. Non so se Mimmo abbia studiato in queste o in altra sede, ma la sua cultura da liceale se l'è fatta qui, in questo glorioso liceo, intitolato a uno dei personaggi più eminenti del passato pennese, il giurista Luca, vissuto nel XIV secolo. Ho fatto la conoscenza diretta con questo signore nel palazzo comunale: un uomo di pietra raffigurato sopra una lapide sepolcrale. Nella vita fu un uomo colto, dedito agli studi giuridici, autore di testi importanti. 

Uomo colto è anche il suo compaesano nato nel ventesimo secolo, Mimmo da Penne, anche se lui minimizza   in questo modo: "Ho la piena consapevolezza che la mia è poco più di una modesta cultura liceale ma certe volte, giuro, mi sento un genio. Ma perché c'è tanta ignoranza in giro?"

In quello che lui definisce con l'understatement che spesso lo caratterizza, "poco più di..." c'è una competenza medica di lunga data, una cultura musicale di ottimo livello, una competenza cinematografica di altrettanto ottimo livello, un sapere enologico che non si limita alla sua amata produzione, ma va ben oltre, una conoscenza profonda della poesia contemporanea, e molta curiosità per l'arte, la fotografia, la politica, i luoghi, i fatti, i comportamenti e i sentimenti umani. Certo, non tutto è approfondito, non sarebbe nemmeno possibile, ma mi pare siamo su un percorso di continua conoscenza e di continua ricerca. Dico questo con la massima obiettività, nessun tentativo di irretire o blandire nessuno.

Si, in giro c'è davvero tanta ignoranza che spesso, nelle persone che ne sono portatrici, è unita ad arroganza e presunzione. Non mi riferisco a persone semplici che spesso non hanno istruzione, ma possiedono un sapere di tipo diverso, degnissimo di considerazione, ma a gente che ha studiato, senza entusiasmo, senza interesse, magari solo per sbarcare gli esami universitari e poi ha dimenticato tutto o ha trattenuto ciò che poteva essere utile per svolgere una professione, spesso redditizia, senza nessuna altra vocazione se non quella del guadagno. Ci sono molti professionisti senz'altro competenti nella loro materia, ma totalmente all'oscuro di tutto quanto sia al di fuori del loro ambito. Il lavoro li assorbe moltissimo e al di fuori di quello si dedicano a diversivi molto rilassanti, ma molto poco culturali. La estrema specializzazione in settori molto particolari, talvolta, ci mette di fronte a geni in un determinato campo e a quasi analfabeti di ritorno al di là di quel campo. 

Nel mondo del lavoro, in strutture (penso a certo pubblico impiego che conosco) organizzate per settori, si perde il senso globale del lavoro, per finire con l'occuparsi solamente del proprio. Non c'è comunicazione, non collaborazione, non condivisione di saperi e professionalità al fine di operare nell'interesse comune. Ci si fa quasi un vanto di non sapere minimamente di cosa si occupi il collega dell'ufficio a fianco, anzi, spesso, l'esigenza di conoscere, da parte di qualcuno, viene  interpretata come tentativo di scavalcamento o intromissione. A m sembra una cosa ben strana, come vivere in casa propria e non sapere dove siano conservate le stoviglie, o la biancheria.

Cultura e conoscenza non va di pari passo con denaro. Mi ritrovo talvolta a pensare quanto poco il denaro sia servito, ad esempio, a certi personaggi pubblici, del mondo dello spettacolo, dello sport, della politica, dell'imprenditoria e non solo, che ne hanno fatto tutti gli usi possibili,  ma non hanno sfruttato questa opportunità per crescere e migliorarsi. 

Se Mimmo ha poco più che una modesta cultura liceale, io sono ancora alle scuole elementari. Eppure sono considerata una che conosce tante cose; mi interpellano spesso a proposito degli argomenti più disparati (l'etimologia o il significato di una determinata parola, il titolo di un libro, il nome di un autore, una data...), e si aspettano da me una risposta, che spesso fornisco. Per amore di verità devo dire che non mi sento io così brava, perché spesso sono nozioni scontate, banali, acquisite davvero nella più tenera infanzia o nell'adolescenza, cose che tutti, a mio avviso, dovrebbero sapere. A volte scherzando (ma nemmeno tanto) mi definisco una sorta di idiot savant che snocciola nozioni per un pubblico non pagante. Dovrò imparare a farmi pagare per le consulenze. A me di fare la figura della più brava importa pochissimo nei casi molto frequenti in cui, chi mi sta intorno, è molto scarso. Troppo facile. Per questo sono molto più felice di ammettere e dimostrare il mio non sapere, apprendendo (anche a distanza, non necessariamente con la frequentazione diretta, attraverso i libri, le storie o altre forme) da chi è molto migliore di me. C'è da dire che spesso grande cultura non va sempre di pari passo con semplicità nel porsi e con umanità. Gli  intellettuali non sono sempre piacevolissimi da frequentare, non amano perder tempo con chi appartiene a un mondo diverso, e chi appartiene a un mondo diverso si sente a disagio: peccato, i settarismi non aiutano la crescita e lo scambio.

Senza contare che a qualcuno fa molto comodo avere masse ignoranti: senza cultura e senso critico si è più facilmente abbagliati da figuri che di questo fanno uno strumento a proprio vantaggio. E qui il discorso condurrebbe lontano, ma anche molto vicino ai tempi che viviamo.

Con queste sagge parole l'idiot savant, chiude. Folgorata è fagocitante, e bisogna farle capire che c'è dell'altro, oltre lei. 

Al prossimo spunto.










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