Mimmo & Greg

Mimmo & Greg
Grazie Mariangela, grazie Mimmo!

domenica 2 ottobre 2011

ACCADE CHE UN GIORNO...

Ritratto di signora:
C'è sempre chi ha un cerchio alla testa
Chi ha un buco nel cuore
(Svegliati amore, Mimmo, 1995)

Ho sempre mal di testa, sarà l'umidità
o forse il chiodo fisso di non averti qua
(Un signore di Genova, che nel 1989 aveva pubblicato il suo primo, bell'album: dentro c'è anche questa canzone)

Accade che un giorno, un giorno non ancora nato, perchè è quasi l'alba, ma è ancora notte, una signora blogger con il bioritmo scompigliato, ma anche con un bel po' di cose quotidiane e poco interessanti da fare prima di uscire, si alzi e accenda il computer per una rapida panoramica. Non è che abbia mille attività, quella signora, nel web. Aveva un blog, regalo di un'amica molto addentro a quei mezzi espressivi, a lei che ne era del tutto estranea e anche diffidente, e l'ha soppresso, sorpresa di come la cosa non l'abbia per niente fatta soffrire. Si era registrata in un famoso social network e, non essendo un'artista cui può essere utile per la comunicazione e la promozione, le sembrava del tutto inutile e pochissimo gratificante esserci, e anche da lì - ciao - è uscita. Le è spiaciuto un po' non essere più fan del Cantante, (solo lì) ma alla fine ogni volta che "postava" qualcosa si poneva il problema se fosse opportuno, e ora non ha più la tentazione di "metterci cose" possibili cause di disagio o di irritazione. Le sono rimaste le sue caselle di posta elettronica, non sempre brulicanti di cose elettrizzanti, che utilizza perchè comunicare per iscritto le sembra congeniale, e il suo piccolo spazio, quello preferito, quello che se lo sopprimesse, forse, le dispiacerebbe. Quello spazio le ha permesso di realizzare una cosa alla quale non aveva mai pensato prima, un contatto virtuale con uno sconosciuto-noto, uno scambio di pensieri tra un soggetto che scrive e un oggetto destinatario, a sua volta soggetto, che, suo malgrado, legge. Suo malgrado perchè forse, per natura, artista quanto vuoi, narcisista il tanto che basta, una cosa del genere, fatta da una sconosciuta, se gliel'avessero offerta avrebbe risposto "Grazie, a posto così".
Fosse stato il progetto monografico di un addetto ai lavori accreditato, magari...



Lo vede, la signora, il suo oggetto-soggetto, mentre legge le cose che lo riguardano, o che dovrebbero riguardarlo. Lo vede che scorre veloce le righe. Lo vede cercare il suo nome, quando c'è, e andare dritto allo scopo principe, che è quello di appurare che non ci sia niente di "dannoso" o "lesivo" nei suoi confronti. Normale essere un po' diffidenti, quando si è personaggi pubblici, normale controllare che non ci sia qualche squinternato che scriva chissà che su di te. Qualche volta lo vede sorridere, qualche volta nota il suo volto adombrarsi, qualche altra percepisce un moto di irritazione, altre di noia. Qualche altra volta ancora lo vede blandamente gratificato, qualche altra, assai rara, altrettanto blandamente intenerito. Lo vede, comunque. Forse fa una semplice operazione di trasferimento di possibili atteggiamenti suoi in una situazione del genere, perchè ci piace pensare di essere empatici, ma forse semplicemente attribuiamo ad altri, nostri possibili comportamenti in circostanze simili.



Accade che dunque un giorno, qualche giorno fa, questa signora trovi un commento notturno, un commento anonimo. Non gliene importa niente di filtrare i commenti, che, piaccia o no, non è che fiocchino (questo non vuol dire che questo blog non abbia misteriosi lettori affezionati, dagli esordi, che però non lasciano tracce) quindi prende tutto ciò che arriva, purchè non siano insulti, e non ne sono mai arrivati.



Questo commento parla di due canzoni, citate nel post, di due cantanti, e dice delle cose di fatto assai pertinenti sull'una e sull'altra. Una pare un adattamento etc etc, l'altra è del tutto originale, e via di seguito. Se a un bambino sveglio mettessimo di fronte i testi delle tre canzoni citate nel post e gli chiedessimo di trarne delle conclusioni, opportunamente sollecitato, forse arriverebbe alle stesse considerazioni dell'anonimo. Questo non vuol dire che siano considerazioni infantili, ma abbastanza scontate. Basta leggere i testi per capire come stanno le cose: una canzone è stata scritta prima; ha un testo originale, e si rifà alla canzone tradizionale solo nel senso che è in dialetto, e ne ripropone il titolo, con bel vola in più. La seconda canzone è stata scritta qualche anno dopo, appare palesemente come un adattamento italiano del testo abruzzese, si intitola allo stesso modo. Ciascuno ne tragga le conclusioni che vuole. L'amico anonimo (non può che esserlo, amico, uno che si prende la briga di entrare, leggere un pezzo lungo e commentare) ha tratto le sue. L'altro amico anonimo bis, pure.
Ci si potrebbe porre una domanda, al di là del caso in oggetto: l'originalità di un testo è sempre garanzia di un prodotto artisticamente più valido rispetto a uno non del tutto... originale?


Domanda evidentemente provocatoria, e forse anche un po' sciocca, non lo so. Lungi da me, in questo e in altri casi, fare classifiche, anche se talvolta può accadere di cascare nella trappola. Non voglio fare classifiche, ne' confronti, anche perchè l'artista oggetto del blog, quello che legge annoiato e sbadigliante, o sorridente, o veloce, a caccia dell'errore o dell'impertinenza, è totalmente al di là, si pone su un piano a sé. Mi ha suscitato qualcosa che nessun altro artista avrebbe mai potuto e potrà mai più suscitare: sono quelle stranezze, quelle anomalie, che hanno luogo una tantum. Per fortuna di quelli a cui non capiterà e per sventura, ahimè, di quello a cui è capitato.



L'anonimo butta un po' di sospetto sul fatto che i due artisti in questione siano ancora amici. Lo fa con una piccola preposizione latina dentro parentesi e un punto interrogativo.

La fine di un'amicizia, o l'incrinatura di essa, spesso ha a che vedere con il tradimento di un sentire comune. Viene meno l'unità di intenti e di vedute e si soffre molto, quando accade.

Se quanto suggerisce l'amico anonimo fosse vero, io al di là della lepidezza scritta per smorzare il tono, nel mio commento (che nascondeva davvero una più che fievole speranza) ne sarei dispiaciuta, perchè un'amicizia che finisce, o che incomincia a manifestare crepe, forse fa più male di un amore che presenta gli stessi problemi, o fa male allo stesso modo, e son dolori forti.



Certo questo anonimo deve essere bene informato, oppure millanta, o vuole forse lanciare una piccola provocazione e divertirsi un po': tanto ora la boccalona grafomane coglie la palla al balzo e inizia a salmodiare. Infatti.

Il mio artista, noto per essere l'uomo riservato che sicuramente è, non credo sia tipo da raccontare certe cose ai quattro venti. Nelle interviste, anche recenti, quando gli chiedono, e glielo chiedono spesso, di che parlino con F., risponde "Poco di musica, molto di poesia e di letteratura, di cinema." Oppure, molto simpaticamente, assai di recente "Mangiamo e beviamo" che è sempre la cosa migliore. Uno mette l'olio, l'altro il vino.



Nella sua pagina del social di cui sopra appare la pagina ufficiale di F. con tante altre di artisti che gli interessano. In ogni caso, brancolo nel buio, ma, se ne sapessi anche molto di più, eviterei accuratamente di fornire ragguagli sulla questione e su altre questioni di quest'ordine. In ogni caso, tra il vedere e il non vedere, eviterò, in futuro, avendolo già fatto ampiamente in passato, in assoluta buonafede, e ahimè negli ultimi scritti, di far riferimenti all'artista F.. Eviterò anche accuratamente di "recensire" il suo concerto prossimo venturo, qui. Se non ci fosse stato quel commento, forse, in assoluta buonafede, lo avrei fatto, almeno per inciso. Ci andrò con uno stato d'animo un po' malinconico, a quel concerto, perchè quell'ombra, vera o presunta, un po' mi immalinconisce.


Ammettiamo per assurdo: si può rovinare un'amicizia per una canzone? O forse la canzone, ammettiamo ancora per assurdo, potrebbe essere la classica goccia che fa traboccare il vaso, o, per usare una metafora più dotta, che credo sia ascrivibile a un autore tedesco molto da intellettuale, che il nostro artista conosce bene, potrebbe rappresentare la seggiola sul collo di Atlante che già regge il mondo. Abbiamo sufficientemente elucubrato, e magari elucubrato sul nulla.



Cosa c'è dietro una canzone? Un'immagine fotografata per strada, un appunto su un foglietto, un pensiero inciso nella mente, un metaforico salvadanaio pieno di metaforiche monetine accumulate nel tempo, o di files salvati nella memoria, uno scavo profondo dentro di sè o un fatto di cronaca, il sorriso di una persona, o un ricordo lontano, una folgorazione improvvisa... Il desiderio di colpire chi ascolta, di sedurre, di lanciare un messaggio, di divertire, per qualcuno di far pensare, di suscitare emozioni... un'urgenza creativa e un mettersi in gioco, o semplicemente la ricerca di un successo facile con un pubblico di bocca buona, la fama, un utile meramente economico.



Ci può essere questo e molto altro; può anche essere semplice routine, un lavoro come un altro, anche se diverso.

Ciò che non bisognerebbe mai dimenticare è che dietro le canzoni ci sono quelli che le scrivono, che sono persone, che certo conducono una vita particolare, gratificante e stancante al contempo, privilegiata quanto si vuole, ma persone, con sentimenti, amarezze, grandezze, miserie, aspettative, sofferenze, delusioni, ferite, strappi, debolezze, momenti di euforia e momenti di stanchezza. Persone: di questo non ci si dovrebbe mai dimenticare.


Cercherò di non dimenticarlo.

1 commento:

  1. Sono loro spesso a dimenticarlo, e molto li sostiene in questo il seguito di fan eccessivi, che fanno loro credere di essere molto di più.

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