Mimmo & Greg

Mimmo & Greg
Grazie Mariangela, grazie Mimmo!

domenica 8 maggio 2011

NEBBIE


Sempre a seguire tracce, a fiutare indizi, nonostante momenti di stanchezza e di noia, e talvolta domandandomi non tanto l'utilità, quanto il senso di questo mio "affannarmi": alla fine prevale Il senso di F. per lo scavo, e una pervicacia che sorprende anche l'autrice, ha la meglio sugli altri stati d'animo. Durante una delle mie ultime "campagne di scavo" ho trovato un riferimento a un libro, La nebbia dentro, di un signore piemontese che si chiama Sergio Pent (Sergio Pent, La nebbia dentro, Milano, Rizzoli, 2007); lo conoscevo come critico letterario, non come scrittore. Al libro mi ha condotto una segnalazione: "L'autore mette in epigrafe Locasciulli" - ho letto, e tempo un giorno eccolo, il libro, sotto i miei occhi, ed eccola la citazione annunciata "Scivola pigro l'inverno e si prende la parte di me che si arrende". Due versi di Alice è felice. A onor del vero anche un altro cantautore è "messo in epigrafe" dall'autore, ed è anche uno che apprezzo, ma limitiamoci a quello che conosco meglio, perchè ormai moltissime nebbie dalle quali era avvolto, si sono diradate.

Non mi sono limitata a leggere la citazione, che certo mi rende felice al pari di Alice, e mi offre lo spunto per scrivere, ma ho iniziato curiosa la lettura del libro, che procede veloce e presto sarà conclusa, perchè La nebbia dentro è uno di quei libri che non lasci a lungo sul comodino o poggiato su un tavolo, in attesa di leggerlo prima o poi. Una storia di fratelli, uno rimasto saldamente attaccato alle radici, che per tanti anni ha fatto il maestro, con una vita modesta in un borgo di campagna della Val di Susa, una vita legata alle attività agricole e allo scorrere delle stagioni, e l'altro, invece, brillante e superficiale politico nella capitale, che si ritrovano in occasione della morte del padre, dopo una lunga lontananza e tante cose non dette. Il racconto di una generazione, quella nata nei primi anni cinquanta, dall'infanzia comune in campagna, all'adolescenza, alle scelte diverse operate fin dalla prima gioventù. Mi viene in mente Piano piano di Mimmo, che racconta sé stesso e la sua generazione in una canzone. Ciascuno lo fa per sé e per le esperienze che ha vissuto, ma ci sono punti di contatto. Scene di vita contadina, personaggi di paese, la scuola lontana cinque chilometri da raggiungere a piedi, i riti di passaggio, le feste dove si ballavano i lenti e nascevano gli amori, i locali, i cinema e perfino le aule scolastiche e universitarie avvolte nelle nebbie del fumo - perchè allora non c'era nessuna attenzione verso i non fumatori e tutti eravamo fumatori passivi - la contestazione studentesca... Un mondo che in parte ho conosciuto anch'io, con quasi un decennio di scarto d'età e con la differenza di essere nata e cresciuta in una città, anche se piccola.
Il fratello ricco e famoso e superficiale, appena apparso nel libro, mi ha immediatamente portato alla mente un personaggio di un vecchio film di Verdone, Compagni di scuola: il politico rampante e cinico interpretato da Massimo Ghini.
Non ve lo racconto tutto, il libro e neppure potrei, anche volendo, non avendone completato la lettura. E poi, recensire un recensore, che compito arduo... però vi dico che è pieno di riferimenti ad autori emblematici di quella generazione, e non solo.

Insomma ecco Mimmo ancora una volta in un libro, seppur in epigrafe. Se uno scrittore arriva a fare una citazione di un cantante, evidentemente, come minimo, lo apprezza, lo sente "suo", magari, anche, lo conosce, magari gli è amico. Niente di strano. Chissà se c'era anche lui quella sera di dicembre al concerto di Torino... Chissà se anche lui fa parte di quello che Mimmo definisce il suo "zoccolo duro" di estimatori, e io tremo ogni volta che lo sento pronunciare questa espressione: non mi piace, non come significato, ma come sequenza di suoni, e poi, inevitabilmente, e involontariamente lo volgo al femminile, questo termine, e, insomma, va bene dura, ma il resto no!
E il Cantante il libro lo avrà letto, lui poco attratto dai romanzi? Mi pare ci siano tutte le condizioni per una eccezione, al di là della lusinga della citazione e della possibile conoscenza con l'autore: radici, un mondo contadino magico e arcaico, valori e disvalori, rapporti tra fratelli, riferimenti culturali, comunanza generazionale.

Quasi quasi mi vien voglia di chiudere con qualche verso di Mimmo. Spesso mi girano liberi i mente, alcuni versi delle sue canzoni tante volte ascoltate... Finisce il giorno e ricomincia la notte/Mi sento il cuore ammaccato di botte/ E poi la notte e dopo un'altra mattina/ Dammi la mano/ Sto già meglio di prima. M.L. Sotto il cuscino. (Testo non verificato. Voglio un po' fare la cialtrona, che la prima della classe non mi porta niente di buono. Se è sbagliato non importa, io me la canto così.)

2 commenti:

  1. Ho finito di leggere il libro. Ne riporto qualche frase, che ho trovato proprio nell'ultima parte. "Avevo cercato tracce di festa mobile seguendo il percorso parigino di Hemingway. C'era una festa, è vero, ma era la festa troppo confusa del villaggio globale, la festa di un mondo che ormai si dà appuntamenti ovunque. Il mondo è diventato una immensa festa mobile." ... "C'era stata una generazione in cui avevo voluto riconoscermi, era quello il potere del passato. Riuscire a ripercorrere le stesse strade. Forse perchè erano ancora in pochi a percorrerle. Adesso siamo tutti dappertutto."
    ... "La proiezione ossessiva verso il futuro non ci consente più di attraversare a piedi il presente. Viviamo come se da questa vita fossimo già passati."

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  2. Come se vivessimo il presente senza goderne appieno, cercando di estrapolarne momenti degni di essere congelati e conservati, per goderne in un futuro, quando saranno diventati passato, quasi "oggetti" preziosi da collezionare.

    mari

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