Mimmo & Greg

Mimmo & Greg
Grazie Mariangela, grazie Mimmo!

domenica 22 maggio 2011

RICERCA SUI QUOTIDIANI: PAGINE INGIALLITE E ARCHIVI ONLINE.

Nel corso della mia “Indagine su Mimmo” attraverso “IL” motore di ricerca, spesso mi è capitato di essere indirizzata agli archivi online di diversi quotidiani italiani, e quindi di leggere molti articoli sull’oggetto dell’indagine. Qualche volta, avendone la possibiltà immediata, visto che, molto per obbligo, un poco anche per e con piacere, frequento quotidianamente una Biblioteca che li possiede, ho avuto il desiderio di entrare in contatto diretto con il giornale, in genere un grande volume rilegato, pesante e un po’ polveroso. Per me, che non disdegno i canali informatici di ricerca, e le nuove tecnologie in genere, entro i limiti delle mie possibiltà, capacità e dell’interesse che mi suscitano, “l’oggetto libro”, nel tradizionale supporto cartaceo, e quindi anche il giornale, continua ad avere una grande importanza, e ad esercitare un potente fascino. La carta dei quotidiani, fatti per essere letti e in genere non conservati, se non, appunto, nelle biblioteche di conservazione, non è di ottima qualità, tende facilmente ad ingiallire, per cui quando mi capita di consultare un giornale di qualche decennio fa, o anche solo di qualche anno fa, ho la sensazione di andare molto più indietro nel tempo.

Nel caso specifico della ricerca sul nostro “Cantante di riferimento”, mi ha certamente procurato più emozione entrare in contatto con una pagina cartacea un po’ ingiallita, magari corredata di fotografia, che non leggere un articolo degli archivi online. Non si può tuttavia negare l’enorme importanza della possibilità di usufruire di tale mezzo, che permette di accedere a un’immensa banca dati, attraverso una ricerca semplice, veloce (connessione permettendo), cronologica e per parola chiave. Desiderosa più che altro di ripercorrere il lavoro svolto, che non fiduciosa di trovare qualche nuova notizia, (anche se qualcuna l’ho trovata, e qualche altra ritrovata dopo averne smarrito la chiave d’accesso) mi sono messa di recente a consultare in maniera più sistematica gli archivi online, sui quali in passato mi ero soffermata spesso in maniera più libera e peregrina, talvolta casuale. Ho privilegiato La Stampa (archivio storico online gratuito dal 1867 al 2005) e La Repubblica, (dal 1984) e in parte anche il Corriere della sera (dal 1992) e l’Unità (dal 1924). Ho ripercorso, semplicemente digitando il nome del cantante e ponendo dei parametri temporali, la sua carriera, e ne ho trovato numerose tracce a partire dal suo primo successo di pubblico, quelle famose Quattro canzoni, due ancora vivissime e guizzanti, due un po’ dimenticate. Particolarmente interessante e fruttuosa, è stata la ricerca sul quotidiano torinese, che ha dedicato ampio spazio a Mimmo, alla sua musica e ai suoi numerosi concerti in Piemonte e non solo, con una stima e un affetto tangibili, a testimonianza del legame profondo tra l’artista e questa regione. Ecco Mimmo agli esordi, eccolo davanti a un grande pubblico di migliaia di persone, nella metà anni ottanta, ma anche davanti a un pubblico molto ristretto, ad esempio in uno dei primi avventurosi e innovativi concerti con Greg, alla fine del decennio. Si evidenzia, da parte di chi firma gli articoli, la stessa cura e attenzione da parte dell’artista verso il pubblico presente ai concerti, al di là del numero più o meno consistente, ma si intuisce che fin da allora trovasse la sua dimensione più autentica davanti a un gruppo magari ristretto, di veri appassionati, che non davanti a una grande folla, che tuttavia gli doveva essere familiare e gradita. Eccolo alle feste dell’Unità, da solo, o come ospite non annunciato all’interno di un concerto dell’amico Francesco, (che ricambia la cortesia) lì si davanti a una folla immensa, eccoli insieme al concerto di inaugurazione dell’Ospedale dopo i lavori di ristrutturazione e adeguamento, alla presenza di un pubblico interno; eccolo alle tante manifestazioni di connubio tra vino e musica, lui che, come ho letto anche di recente, nel mondo del vino è noto come “fine intenditore”. Eccolo nei teatri e nei piccoli esclusivi club di grandi e piccole città, come alle feste e alle manifestazioni musicali, alle tante rassegne di piccole ma interessanti e vive realtà di provincia. Mi sono soffermata sugli articoli dedicati alle sue collaborazioni, e ho ripercorso le varie tappe dei suoi recital con Enrico, prima, (ad unirli fu il garbo, qualità in comune) poi con Greg, con Alessandro e poi ancora con Greg. Ho letto di quella volta in cui erano tutti dispiaciuti perché il suo concerto fu rinviato a causa della pioggia scrosciante, a Genova. Cose che capitano un po’ a tutti gli artisti - davanti alle intemperie nessuno può nulla - ma Mimmo pare avere doti particolari per richiamare la pioggia, come ho già ricordato in altri scritti del passato.

Ho ripercorso in lungo e in largo tutta la sua produzione musicale, attraverso le recensioni dei suoi lavori, da quelle che venivano definite le canzoni pulite di M.L. cioè tutti gli album fino a Mimmo Locasciulli, al romanticismo (a proposito di romanticismo, nel senso di movimento culturale, lo sapete che Mimmo in una intervista, immagino con un sorriso sulle labbra, si è definito una sorta di Lord Byron della canzone?) fuso nella musica elettronica di Clandestina, al desiderio di svoltare pagina, da Adesso glielo dico a Tango dietro l’angolo, con dovizia di particolari sulle prime esperienze americane. L’excursus è proseguito con l’accento posto sul ritorno alle atmosfere folk dei primi album, in Uomini, continuando con i tanti articoli dedicati a Il Futuro, alla summa di Aria di famiglia, fino ai più recenti Piano piano, e anche qui molte parole sui recital che ne seguirono e le collaborazioni, Sglobal ed infine la grande quantità di caratteri dedicati a Idra. In ultimo le non poche pagine sulla recente festa romana in quattro serate, che lo ha reso, e ci ha reso, noi irriducibili, molto felici.

Non solo di musica e di progetti musicali, ho letto, nel mio immergermi, o ri-immergermi nella lettura dei quotidiani, ma ho trovato anche tracce di sue trascorse partecipazioni televisive. Un curioso, minuscolo trafiletto, di circa un decennio fa, recita: “A Sotto questo sole (vecchia trasmissione di TMC) un dietologo, M.L.(e non, come scrivono sempre, ma proprio sempre, perché l’accenno alla sua “doppia identità” è una costante, il cantante e medico M.L.) parlerà di alimentazione estiva.” Allo stesso modo ho trovato articoli in cui si faceva riferimento a tutta una serie di altri aspetti, non strettamente musicali o artistici, che lo hanno visto protagonista, in questi anni. Non vi racconto tutto, intanto per non scrivere uno di quei post spropositatamente lunghi, (credo di averlo già fatto, ahimé) che, come mi dice lo “zoccolo duro” (orrore!!!) del mio attento pubblico, mettono a dura prova pazienza e attenzione, ma anche per non togliere a chi lo desideri, il gusto di andare a farci delle lunghe nuotate, nel mare magnum degli archivi dei quotidiani. Andateci davvero, al di là del nostro fatto contingente, perché è un’opportunità alla portata di tutti, della quale tanti, anche assidui frequentatori della rete, non sono a conoscenza.

Un piccolo discorso a parte merita la mia incursione sui quotidiani sardi, Unione e Nuova. Ci sono andata, sul cartaceo dell’Unione, dopo averci pensato tantissime volte nel corso degli anni senza aver mai concretizzato la cosa, circa un mese fa, col desiderio di trovare notizie sul famoso concerto di Francesco al Poetto, sede di una delle tantissime tappe del tour del 1982. Allora la spiaggia del Poetto era ancora più o meno quella della mia infanzia, con i casotti colorati, la sabbia bianca e fine e l’acqua limpida e azzurra. Un incauto e infelice ripascimento ne ha reso un lungo tratto quasi irriconoscibile, almeno per noi del luogo. Al tour, e questa è cosa arcinota, in veste di pianista e artista ospite, partecipò un giovane Mimmo che cominciava a essere familiare al grande pubblico, dopo le sue Quattro canzoni e grazie al fresco successo di Intorno a trentanni. Ho preso tra le mani, quasi a colpo sicuro, il volume dell’Unione sarda che racchiude il mese di settembre del 1982, e vi ho trovato diversi articoli, tra cui una lunga intervista a F., ma nemmeno una parola dedicata a Mimmo. Mi è venuta in soccorso la mia solita fantasia e, complice un riferimento del giornalista al fatto che Francesco, dopo il concerto, fosse andato in albergo a rilassarsi giocando a scacchi, me lo sono immaginato intento in una partita con Mimmo, cosa che, se non è vera, è verosimile. Questi benedetti scacchi! Io nutro somma venerazione verso gli scacchisti, ma ne conosco alcuni davvero fanatici e noiosi.

Ho consultato anche la Nuova Sardegna (Il tour faceva tappa anche a Sassari) dello stesso periodo, e lì, il giornalista, più generoso e attento, dà spazio all’esibizione pianistica di Mimmo, che definisce superlativa, in grado di impreziosire le canzoni di Francesco, e poi racconta, bontà sua, il suo mini-concerto all’interno del grande concerto dell’amico: proprio le canzoni (Piccola luce, Intorno a trentanni, Buoni propositi…) che, confuse e nascoste sotto strati di altri ricordi, mi pareva di ricordare in quella lontana serata al Poetto, a conclusione di un’estate cagliaritana piena di eventi e concerti interessanti. Mi sono domandata a lungo se sia stato veramente così, o se come tutti quelli che invecchiano abbia avuto la tendenza a idealizzare il passato, ma la ricerca sulle fonti mi ha messo di fronte a una serie di manifestazioni culturali e concerti di tutto rispetto, in quella estate del 1982 che ricordo, questo si con esattezza, come una delle più torride tra le nostre non certo fresche estati. Ci fu tra l’altro un acclamato concerto di De André, dopo diversi anni di assenza da Cagliari. Quanto al concerto del Poetto, si parla addirittura di settantamila persone presenti, ma, cosa strana, io non ricordo calca, disordine o di aver provato sensazioni claustrofobiche. Io allora non avevo ancora ventidue anni, credevo di aver capito un sacco di cose e non capivo niente, avevo una gran voglia di addentare la vita, ma ero frenata da un certo timore. Da allora è cambiato poco, ho solo la consapevolezza di non aver capito un sacco di cose e la certezza di non capirne molte altre, e mi sta tornando una gran voglia di azzannarla, la vita, con qualche timore in meno.

Potevo a questo punto non andare anche nell’archivio online dell’Unione? L’ho fatto. Quest’archivio è disponibile dal 1994. Ho trovato una notizia significativa, che riguarda l’ultimo concerto di Mimmo in Sardegna - prima di quello recente di Serrenti - che risale al 2000. Mimmo si esibì con Alessandro a Lanusei, bel paese dell’Ogliastra, al Teatro Primavera, divenuto poi Teatro Tonio Dei. Io non ne conservo memoria alcuna: non c’ero, o se c’ero dormivo. D’altra parte, nonostante lo seguissi e lo apprezzassi e mi facessi spesso fare compagnia da lui, durante molte mie allegre mattinate domenicali dedicate alle pulizie di fino, (povero artista, ridotto a sottofondo musicale di una modesta casalinga-lavoratrice, lui che ritiene che la musica debba arrivare a un ascoltatore ispirato e assorto, e possibilmente non dedito ad altro) non conservo tracce di sue presenze qui, neppure negli anni ottanta e novanta. Fatto curioso: è possibile che io, che all’epoca non perdevo quasi un concerto dei tanti cantautori in tour che facevano tappa a Cagliari, non abbia assistito proprio a quelli, se ci sono stati, di Mimmo? Non ero abbastanza informata? Le sue tappe erano in altre parti dell’isola e non mi era possibile spostarmi? Avevo impegni improrogabili proprio quando c’era l’attuale prediletto, allora forse primus inter pares? Non so proprio darmi una risposta: una fitta, impenetrabile coltre di nebbia avvolge i miei ricordi.

2 commenti:

  1. C'ero anch'io, a quel concerto, e anch'io ero molto piccola. Conservo sfumati ricordi, che coincidono con quanto dici tu.
    Ciao, grazie per questa rimembranza.
    Una nostalgica.

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  2. Ciao nostalgica!Innanzitutto complimenti per l'uso di una parola bellissima, che mi riempie di gioia: rimembranza! A quel concerto c'era il mondo intero; qualcuno lo custodisce nel cuore, cioè lo ricorda, qualcuno lo rammenta.

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