Mimmo & Greg

Mimmo & Greg
Grazie Mariangela, grazie Mimmo!

domenica 29 maggio 2011

IO, MAMMA E MIMMO


Io ho una mamma vecchia, quasi novantenne, dalla quale mi separa una rampa di scale. Questa mamma è quasi cieca, mezzo sorda, minuscola come una jana, ma ha uno spirito, una grinta e una ferrea volontà d'indipendenza che la vecchiaia e le malattie, con tutte le loro conseguenze, hanno intaccato solo in parte. Questa mamma che soffre da matti per non poter più leggere, scrivere e fare i suoi lavori all’uncinetto (da qualcuno avrò preso, ma l’uncinetto, mi sarebbe piaciuto e non l'ho mai imparato: mamma mi diceva sempre guarda e impara, come ho fatto io, ma a me non è sembrato sufficiente) quando vede che sto troppo attaccata al computer, si arrabbia molto e mi mette subito in guardia. Ti stai ammalando con questa cosa, stai diventando dipendente. Questa cosa può essere pericolosa. Ha intuito che dietro quest’uso a suo dire smodato dello strumento tecnologico c’è qualcosa, ma io mi son ben guardata dal confessare cosa. Durante la mia prima trasferta per seguire il concerto del Cantante, quello a Torino, mia mamma mi dissuadeva dal partire. Le previsioni del tempo non erano ottimistiche, neve e gelo imperversavano, e io cosa mi andavo a inventare? Un viaggio a Torino proprio a dicembre. Mamma: Non potevi aspettare il bel tempo, ma cosa ci fai? Io: Mi faccio un giro, e poi vado a sentire un concerto. Mamma: Di chi? Io: Di un cantante. Senza ulteriori spiegazioni. Mamma non insistette; una sua qualità è la discrezione. Però non si può dire non mi avesse avvisato. Le avessi dato retta… Per Roma il problema non si pose: era ormai primavera e io sono grande. Non mi ha mai messo troppi limiti neppure da ragazzina, figuriamoci adesso. E poi a Roma non ero sola e lei era più tranquilla. Insomma, a mamma, di Mimmo, non gliene ho mai parlato. Lo sente, quando sale, e a volte mi ha detto: Ma non ti sei stancata di ascoltare questo qua? Non ne hai altri, sempre questo ascolti. (Un po’ sorda, ma ha orecchio, ormai lo riconosce…) Io non gliel’ho mai portato giù, nei suoi alloggi, così, per una forma di discrezione, anche se, in certe occasioni, non potendo proprio resistere, sono scesa col portatile. Ma cosa avrai di così urgente da scrivere - mi ha detto mamma in quelle occasioni? - Non potevi aspettare?

Le cose sono andate avanti così, finchè io scopro che il Cantante ha deciso di varcare le Colonne d’Ercole, (dopo Idra si è impadronito della materia) andando ospite alla trasmissione del mattino della così detta Rete ammiraglia. Ormai non mi sorprendo più di niente. Io da quasi due anni ho chiuso i rapporti con la tv, più per motivi pratici, che per snobismo. Faccio un aggiornamento settimanale, quando sono ospite nell'altra casa. Non ne sento la mancanza, io che prima di essere fan di Mimmo ero, anche qui per motivi affettivi, che mica mi smentisco, fan di Un posto al sole, rimbambita tutti i giorni alle 20,30 su Rai3. In genere, perché le situazioni nella soap cambiassero, ci voleva più di un mese, ma quando ne perdevo una puntata, mamma, che sofferenza! Mimmo e Un posto al sole hanno convissuto per pochissimo tempo, poi lui (non lo sa, ma è così) mi ha detto: O l’Abruzzo o Napoli. Ho scelto l’Abruzzo, e non me ne sono pentita.

Mimmo ultimamente ha partecipato a una serie infinita di trasmissioni radiofoniche, il più delle volte di mattina. Di mattina in genere lavoro. Non posso prendere un giorno di ferie tutte le volte che questo accade. Si, certo, podcast, e tutto quello che volete, (a volte mi riesce facilissimo, a volte devo combattere guerre perse, perché proprio non ce la faccio, a scaricare) ma l’emozione della diretta, dove la mettete? Io lavoro al servizio pubblico, con la gente perennemente intorno. Non è molto professionale girare con le cuffiette e con lo sguardo beota, mentre un utente tenta di chiederti cosa bisogna fare per consultare un manoscritto o che gli serve la tale annata di Studi sardi. Scusi glielo dico dopo, ora sono in totale sintonia con Mimmo. Certo, non dico che sarebbe come se lui, poco prima di un intervento, già pronto con tutto l’armamentario, col paziente già preparato, dicesse: Scusate, ma devo leggere l’ultimo post di Folgorata, poi inizio, tuttavia…

In certi casi, occorre arrangiarsi o soffrire. In una occasione, essendo Mimmo ospite a Start, sono entrata profondamente in crisi. Che faccio - mi son detta - chiedo un’ora di permesso (da recuperare) e vado al Bastione a sedermi su una panchina, con le cuffie? Si poi incontro qualcuno che mi conosce e pensa Guarda come lavorano, questi, - con la nomea di ruba stipendio che abbiamo. No, i permessi si chiedono solo per cose serie, e noiose. Mimmo è un fatto serio, ma attiene alla sfera ludica.

Devo assolutamente trovare una soluzione. Se ai magazzini ci fosse campo, ascolterei lì la radio, ben nascosta in qualche angolino di difficile passaggio. Il fatto è che la radio non si sente. C’è un altro posto, dove penso di poter andare. La scaletta, dove non passa mai quasi nessuno, che porta al ballatoio della sala di rappresentanza. Questo vano scala è un luogo molto suggestivo, che si presta a molti usi. Una volta ci sono venuta a piangere, e ne sono uscita nuova. Ho deciso: andrò lì, per ascoltare se non tutto, almeno una parte della partecipazione del Cantante. Così ho deciso, e così faccio, con quel tanto di eccitazione dato dal senso del proibito, dalla sacralità del luogo, che mi fanno ancor di più apprezzare il piccolo live pre-concerto romano, nonché una sua battuta (ma quant’è spiritoso, quest’uomo) notevole, legata a una considerazione del conduttore sul suo ruolo di primario: I primi saranno gli ultimi e gli ultimi saranno i primari. Questa me la segno - mi son detta, ma non ce n’è stato bisogno. L’ho subito inserito nella rubrica mentale Aforismi di Mimmo.

Insomma ho confessato al mondo che quella mia colazione per una volta un po’ lunga (caso strano perché le mie colazioni sono in piedi e velocissime) aveva una sua serissima spiegazione. Certo non è cosa da ripetersi troppo spesso, anche perché non proverei più le stesse emozioni.

Arriva dunque il giorno della visita di Mimmo & Son al mattino televisivo. Non ci vado matto - dice lui - ma se ci va, ci saranno dei validi motivi. Li rispetto tutti. Che fare? Un giorno di ferie mi sembra da non prendere neppure in considerazione. Portare il mio computer al lavoro, e poi magari non riuscire a vedere la diretta, fatica sprecata. Idea! Lo dico a mamma. IO: Mà, mi fai un favore, domani mattina, sul primo, verso le 9,30 c’è un cantante che mi piace. Mi fai una cortesia? Lo guardi (si fa per dire) e lo ascolti (pure) tu, poi mi racconti? MAMMA: E chi è questo? IO: Mà, quello che ascolto sempre, dai, fammi la cortesia. MAMMA: Ma è così importante? IO: Si, dai, cosa ti costa? MAMMA: Ma sei diventata scema? (Voleva dire più scema del solito.) Ma a me cosa me ne importa? Questo siparietto dura cinque minuti, ma io alla fine la spunto. Esco di casa tranquilla, e mamma promette che guarderà, per amore della figlia scema, e racconterà.

Io, che nonostante i suoi limiti, mi fido ancora di mia mamma, tuttavia mi voglio cautelare e investo dello stesso importante incarico anche altre due persone, più giovani, con vista e udito ancora in buone condizioni, che essendo libere quella mattina, si sacrificano. (Una no, è contenta di sentirlo, all’altro faccio pena e suscitare pena a volte torna utile.)

Passa la mattina e in tempo reale sono aggiornata sulla strana partecipazione - sulla quale mi ero ampiamente documentata - dagli altri due emissari. Al mio rientro, interrogo mamma. Anzi, mi previene e mi racconta tutto lei. Ecco il suo racconto. Ma io questo M.L. me lo ricordo; è un cantante di tanto tempo fa. Ha cantato una canzone del 1985, si chiama Buona fortuna. Aveva partecipato a Sanremo. Adesso è un uomo anziano (detto da mia mamma) e fa anche il medico. Ha una bella voce, e con lui c’era il figlio che si chiama Matteo, un bel ragazzo, che ha cantato benissimo. Mamma, Matteo non ha cantato, ha suonato il contrabbasso. NO, ti dico che ha cantato: una voce bellissima, meglio di quella del babbo.

Conclusione: Matteo non ha effettivamente cantato. Mamma, poverina, ha fatto un po’ di confusione, ma le altre notizie fornite erano tutte corrette. Mimmo non era il solo ospite, c’era anche un altro cantante, che al pari di lui e di altri, non vive solo di musica, ma svolge anche un’altra professione. Il tema della rubrica musicale della trasmissione, condotta a due dal giornalista e dalla solita ragazza alta e bionda (Che ci fai, Mimmo - gli chiede - e lui spiritoso e rilassato risponde Che ci faccio qui, dici? Segno che si è posto il problema) è qualcosa come Cantanti dalla doppia vita, e non ce ne sono pochissimi, ma Mimmo è forse attualmente il più eclatante esempio di pertinacia, (qualcuno si è arreso prima, e ha mollato l’altra professione) avendo lasciato dopo quasi 36 anni l’incarico ospedaliero. La conduttrice dice che è pensionato. Lui sgrana gli occhi, ma non ribatte. In un’altra occasione televisiva il conduttore gli chiede se ha lasciato per sopraggiunti limiti di età. NONONONO!!! – ribatte lui - Potevo restare altri sette o otto anni….Ora lavoro nel privato.

A me viene da ridere, in questi casi… Si vede che lo conoscono poco, perché altrimenti di età avanzata e di pensione con lui non dovrebbero parlare.

Ecco raccontata la mia avventura. Ora anche mamma sa, in parte, la mia passione per il Cantante. Non sa tutto. Veramente in famiglia, in quella d'origine intendo, io mantengo il più stretto riserbo. Mio fratello, un giovanotto dell’età di Mimmo, che è andato in pensione, reale, da poco, senza nessun rimpianto, non la smetterebbe più di prendermi in giro; mia sorella finalmente darebbe una risposta al perché sua figlia, ormai non pochi anni fa, avesse comprato un costoso e gigantesco peluche Trudy da spedire al cantante di un notissimo gruppo americano. Lì c’era la scusante della giovane età e di una certa ingenuità. Qui non ci sono scusanti. Il peluche, molto bello, giace in un armadio. Sono disposte a regalarmelo, pur di cancellare un passato un po’ ingombrante. In una mia passata fantasia, avevo immaginato nella casa del Cantante una stanza tutta di Trudy inviati dalle ammiratrici. Mimmo, se vuoi il peluche, fatti vivo tu, che iniziative così compromettenti senza autorizzazione, non ne prenderò mai.

Riguardo alle prossime eventuali partecipazioni televisive di Mimmo, l’ho già detto e lo ribadisco: dovunque vada, io cercherò di seguirlo, o incaricherò qualcuno del mio staff. Senza pregiudizi, e senza giudicare, che di questo passo, chissà dove me lo ritrovo. Magari davanti a un plastico, o ospite al reality, ma io sono temeraria e vado anche lì. Fino a non molto tempo fa ho sempre sostenuto che le telecamere non lo mettessero a suo agio, ma ultimamente mi sto ricredendo. Lo vedo sempre più rilassato e sorridente, con una bella faccia paciosa e l’espressione bonariamente ironica. Essendo un fatto noto che chiunque partecipi a un programma televisivo, spesso più per questioni di luci che di vanità, sia sottoposto a una seduta più o meno lunga di trucco, non posso non domandarmi, ma Mimmo, si sottoporrà di buon grado a tale tortura? E nel suo caso, sarà una questione di luci e di pelle che tende a diventare lucida a causa delle luci troppo forti, o di vanità? Vanitas vanitatum et omnia vanitas...

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