Mimmo & Greg

Mimmo & Greg
Grazie Mariangela, grazie Mimmo!

giovedì 17 febbraio 2011

10 + 2




Folgorata da ancora i numeri (e la cosa non ci sorprende).



Suggerirei di giocarli al lotto, questi numeri di oggi, più il 31 di qualche settimana fa. Lo farei anch’io se non fossi allergica.



Sveliamo il mistero dei numeri di oggi. Ho davanti agli occhi un volume corposo, con la copertina dai colori vivaci, che s’intitola Il grande dizionario della canzone italiana. L’autore, ma forse sarebbe meglio dire l’ideatore dell’opera, perché in realtà per scriverla si è avvalso della collaborazione di diverse persone, è Dario Salvatori. Questo grande dizionario in circa 980 pagine, racchiude in sé in ordine alfabetico circa tremilacinquecento canzoni italiane, dai primi del novecento al 2006, anno di pubblicazione, senza operare alcuna distinzione tra canzoni d’autore e canzonette, canzoni impegnate e frivole, canzoncine per bambini e sigle di cartoni animati e sceneggiati televisivi, canzoni di singoli e di gruppi, di personaggi notissimi, o di gente di cui si è persa totalmente traccia, comprendendo quindi tutti i generi possibili e immaginabili, giungendo a un risultato senz'altro lodevole, seppur, come è normale che sia, legato ai gusti e alla sensibilità di chi ha selezionato le canzoni.



Il libro, che avevo già da tempo notato nel mio consueto girovagare tra gli scaffali, in biblioteca, ma che avevo del tutto ignorato, si è ripresentato di recente alla mia attenzione, molto offeso per il mio comportamento del passato, e ha fatto di tutto perché lo consultassi. Prendimi - mi ha detto - e non lasciarti trarre in inganno dalla copertina chiassosa, tu che parli tanto di andare oltre le apparenze, vedrai che potrò esserti utile. Quando i libri chiamano e parlano occorre rispondere, questa è una delle mie poche certezze. Mi son portata via il malloppo con l’intento immediato di andare a vedere se gli autori si fossero ricordati delle canzoni di Mimmo Locasciulli. Non è stata una ricerca facilissima, perché non esiste un indice degli autori e degli interpreti, e neppure delle canzoni, nel libro, per cui ho dovuto sfogliarlo tutto, ma proprio tutto. Al di là della mia missio o se preferite mission, sfogliarlo non mi è per nulla dispiaciuto, è stato invece divertente e istruttivo: come al solito ho imparato molte cose nuove. Nella prossima edizione, se ci dovesse essere, suggerisco tuttavia di inserirlo, un indice alfabetico di autori, interpreti e titoli delle canzoni.



Dopo aver svolto una prima ricerca in questo modo, ho voluto fare una controprova, partendo dai titoli, recuperati dal sito di Mimmo, dove sono però in ordine alfabetico a partire dall’articolo, al contrario di quanto avviene nel libro, per cui ho dovuto percorrere avanti e indietro le pagine, a caccia delle sue canzoni. Va bene essere pignole, ma a metà dell’opera ho incominciato a morire di noia e non ho voluto continuare a farmi del male. Le canzoni di Mimmo presenti nel dizionario non sono poche: ne ho contato appunto dieci, salvo errori, più due che lui interpreta, ma di cui non è autore. Mi pare un discreto tributo.



Ecco l’elenco delle prime dieci, in rigoroso ordine alfabetico:



Buona fortuna (pag. 147) Album: Mimmo Locasciulli, 1985



Cala la luna (pag. 155) Album: Intorno a trentanni, 1982



Confusi in un playback (pag. 240) Album: Confusi in un playback, 1985



Il giorno più difficile (pag. 389) Album: Tango dietro l’angolo, 1991



Gli occhi (pag. 607) Album: Intorno a trentanni, 1982



Pixi Dixie Fixi (pag. 657) Album: Sognodoro, 1983



Povero me (pag. 666) Album: Delitti perfetti, 1992



Sglobal (pag.779) Album: Sglobal, 2006



Il suono delle campane (pag.836) Album: Uomini, 1995



Un po’ di tempo ancora (pag.898) Album: Piano piano, 2004





Le altre due canzoni sono Caterina (Pag. 187) che come sappiamo bene è di Francesco, e che Mimmo ha inserito nel suo album Mimmo Locasciulli del 1985, e Tu no (Pag.880) di Piero Ciampi, che troviamo in Piano piano del 2004. Di entrambe le canzoni abbiamo già detto in passato.



Delle altre dieci pure, abbiamo parlato, in diverse occasioni, in maniera più o meno approfondita.



Cosa dite, ripassiamo? Ma si, le riprendiamo in mano, la prossima puntata, però (metto in atto una sorta di Novella dello stento che durava tanto tempo) anzi cediamo proprio la parola a chi ha curato le schede, estraendone alcuni passi, così oltre le mie impressioni e quelle dello stesso autore, qui dentro entrambe riportate, mettiamo anche un po’ di opinioni altrui. L’autrice della maggior parte delle schede sulle canzoni di Mimmo è la stessa signora che lo ha trovato straordinariamente somigliante a Steve McQueen. A lei così è parso, e io rispetto la sua opinione, anche se personalmente nutro molti dubbi in proposito: la somiglianza è tutta nel cappello, (quello di Steve classico da cowboy, quello di Mimmo di paglia, più da colono americano) nella sigaretta e nell'atteggiamento.



Tanto per non perdere l’abitudine di parlare di me, racconto un fatto personale: un mio collega mi ha “perseguitato” per anni con la storia di una mia presunta somiglianza con un noto giornalista e scrittore italiano, uomo brillante, disinvolto, colto, non chiassoso, bruttino parecchio, per quanto poco (?) possa contare l’esteriorità. Non dico chi è per ovvi motivi, non vorrei che, allertato, si risentisse, anche se ho espresso giudizi lusinghieri su di lui. Se mi avesse accomunato a lui per queste virtù, sarei stata molto gratificata. Peccato che si riferisse a una somiglianza delle fattezze del volto. Questo signore come me ha i capelli, diciamo così, non tinti, e gli occhiali con una montatura simile alle mie. Si, a ben pensarci ci accomuna la faccia non propriamente tonda. Fine delle somiglianze. Il mio collega, che è una persona buona, ma a volte petulante, non la smetteva più di chiamarmi col nome del giornalista, anche in presenza di altre persone, che mi studiavano con somma attenzione. Dai oggi dai domani, prima ho riso perché ho molto senso dell’umorismo, poi ho riso un po’ meno, infine ho reagito con le parole e poi con i fatti: l’ho picchiato, quell’inopportuno. Da quel momento ha smesso, e i nostri rapporti son tornati ottimi, anche se lui la vedeva davvero quella somiglianza, e forse la vede tuttora. A volte le maniere forti sono necessarie.



Giochetto: non è difficile capire chi sia il giornalista. Una sua foto si trova facilmente, la mia da qualche parte dentro il blog c’è, anche se lì non ho gli occhiali. Non vi conviene dirmi che siamo due gocce d’acqua. Come ho già detto, se necessario, picchio.

3 commenti:

  1. Sono d'accordo con te: i libri a volte ci chiamano, a volte ci respingono. Come le persone. E non sempre ci è chiaro se ciò che ci chiama o ci respinge risiede nell' altro, libro o persona che sia, o dentro di noi.
    Coi libri però è più semplice che con le persone: I libri si offendono nella nostra immaginazione, e vuol dire che abbiamo già creato con loro un rapporto d'affetto, le persone si offendono davvero.
    mari

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  2. Dopo tanti anni riesci ancora a farmi pensare: "Ma che amica interessante ho" e come i tuoi commenti, quelli dentro il blog e quelli nella vita vera, siano sempre frutto di riflessione attenta.
    Grazie.

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  3. Lo sai che sono parca di complimenti espliciti.
    Questa volta te lo dico esplicito e "post", cioè pubblico: questo ultimo scritto mi è piaciuto perchè leggero, ironico (caratteristiche proprie della tua scrittura)e capace di "svegliare" immagini.
    Ti ho vista tra gli scaffali di libri, ti ho vista battibeccare (sei Brigitta, d'altronde!),giocosamente e fisicamente, col tuo collega.
    E Mimmo? Spunto, passione e pretesto per esprimere ciò che si annida tra le tue...piume!
    mari

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