Mimmo & Greg

Mimmo & Greg
Grazie Mariangela, grazie Mimmo!

venerdì 22 ottobre 2010

ISOLE


Amo le isole, come entità geografiche e come metafore. Isola: mi piace la sequenza di suoni che compone questa parola. Io sono un’isolana, credo da mille generazioni, anche se il cognome di mia madre è uguale a quello di un borgo della provincia di Viterbo, e si dice, se ne ha il sospetto, che quelli con quel cognome, che è caratteristico solo di due paesini della Barbagia del sud, siano fuggiti da quel borgo e si siano stabiliti nel cuore della Sardegna, non si sa bene quando, ne' perchè. Se ciò fosse vero, avrei lontanissime ed annacquatissime tracce di sangue “continentale”. A furia di viverci nell’isola, avendo dentro di te i geni di chi ugualmente ci ha sempre vissuto e ti ha preceduto, finisce che non ce l’hai solo nel sangue, ma anche nel carattere, e nelle sembianze. Mi sento profondamente “Isola”, di quelle piccole isole battute dal vento, pietrose e scoscese, quasi senza approdi, ma facilmente raggiungibili in alcuni punti nei giorni di mare calmo. Di quelle isole che se ti senti male puoi rischiare la pelle, perché raggiungere la terraferma è troppo complicato: così mi sento, a volte, e se ne accorgono anche gli altri, almeno quelli che non si fermano alla superficie del mio fare disinvolto, che mi farebbe piuttosto assimilare a una città continentale, grande, piena di vita e di ponti e di legami, di scambi e di voci. Mi preferisco isola, ma per poter sopravvivere devo essere un po’ anche città continentale.

Che pensieri susciteranno le isole nel mio cantante? Le frequenterà? Le uniche isole delle quali l’ho sentito parlare sono, arcipelago giapponese a parte, la solita Idra, dove però non è stato, ne’ da giovane, ne’ più tardi, e poi Lampedusa, dove, come già riferito qui, ma di tanto in tanto è inevitabile ripetersi, andò in occasione dell’evento della Porta dei Migranti. A Lampedusa il mare è bellissimo - ha raccontato Mimmo Locasciulli - ma lui non ha davvero avuto il coraggio neppure di bagnarsi i piedi, a pensare a quanta gente c’è morta, dentro quel mare, e probabilmente è diventata cibo per i pesci, perché non ne è più emersa. Da nessuna intervista o conversazione sono venute fuori altre isole. Nella sua vita di viaggiatore entusiasta, ne avrà visitato altre, immagino, ma dei suoi viaggi personali, che io so frequenti perché ne ha fatto accenno lui in un suo raccontino dal titolo Idee per un viaggio, e anche perché ha scritto una canzone, Portamenti turistici, (Tango dietro l’angolo), bella di una bellezza per me appena incrinata dalla presenza nel testo di una parola che non amo, approccio, (chissà, magari per lui è una bella parola, o semplicemente rispondeva bene a un concetto o a questione di metrica), non trapela molto. Parlo di viaggi privati, non di lavoro, che quelli li conosciamo e ne abbiamo più volte parlato. Magari un giorno a qualcuno verrà in mente di invitarlo a una trasmissione di viaggi alla radio, o su un canale satellitare, e allora, chissà, sapremo che paesi ha visitato, se ci sono delle isole amate, grandi o piccole.

Un’isola piccola dove è stato spesso è l’Elba, ci ha suonato diverse volte, all’interno di alcune delle manifestazioni della Rassegna Toscana jazz; forse anche quest’estate, anche se deve essere stato un concerto semiclandestino, di cui non è apparsa traccia neppure sul suo sito. Mistero. Più o meno deve essere stato nei giorni di Effetto Venezia, ma forse era una cosa per pochi adepti. In una occasione, nel 2005, e questa parrebbe una notizia fondata, un temporale d’agosto si abbattè sull’Isola, proprio mentre Mimmo Locasciulli si esibiva. Egli, non nuovo a questo genere di cose (Svizzera docet) continuò al riparo di un ombrellone, così narrano le cronache, il suo concerto, e il pubblico locale non si lasciò, al pari di quello svizzero, spaventare dagli scrosci del cielo, ma rimase impassibile a seguire il concerto. Qui non c'erano neppure biglietti da ottanta euro... Potere della voce del mio nume, che mai come in questi casi potrei assimilare a un’antica divinità vestina della pioggia, nonché della folgore.

L’Elba non può non farmi venire in mente Napoleone. Gli interesserà Napoleone come personaggio, avrà letto qualcuna delle numerose biografie che gli son state dedicate? A me del “Corso” (altra isola, la Corsica, vicina vicina alla mia, ma per noi del sud, arrivarci è un viaggio, e per tutti un’avventura, se nelle Bocche tira vento) ha colpito il fatto che fosse un estimatore del Werther, come me: mi posso vantare di avere in comune un certo numero di cose, con il Corso: essere un’isolana, non propriamente altissima di statura, avere la presunzione di pensare velocemente, soffrire di malattia da reflusso gastro-esofageo, amare Werther, ed essere una "epistolografa" appassionata (i destinatari meno). Per diventare imperatrice forse ormai è tardi, ma visto come si può finire, è meglio così.

Un’isola grande dove a dicembre (il 16) Mimmo andrà a suonare, è la Sicilia, dove è stato altre volte, dove gli hanno consegnato un premio (vedi post sui premi) dove ci sono artisti che stima, e dove ha anche un certo seguito, se un gruppo nutrito di baldi giovani si è recato in trasferta, ad ascoltarlo, a centinaia di chilometri di distanza. Trinacria insula felix, perché hai l’onore di ospitarlo. Il luogo dove si esibirà, a Palermo, rispecchia in pieno la tipologia classica di luoghi dove lo incontriamo più spesso, e cioè spazi culturali polivalenti, non troppo grandi, dove in genere si può anche mangiare e bere. Il locale in questione si chiama Agricantus, come un noto gruppo siciliano (ma la cantante è, udite udite, svizzera della Svizzera tedesca) che avevo scoperto tanti anni fa, forse nel 1998, durante una casuale visione del concerto del 1° maggio in Piazza San Giovanni. Io come al solito sono arrivata tardi, la loro storia inizia molto prima, Fanno una musica ricca di suggestioni e commistioni di generi e anche di lingue, gli Agricantus, e ne sono molto affascinata. Chi ne avesse voglia entri nel loro sito http://www.agricantus.info/e si documenti e si gusti anche un assaggio della loro musica.

C’è un’altra Isola, dove ho più volte trovato Mimmo Locasciulli, ed è un’isola virtuale dove è stato più volte intervistato e recensito, in particolare da una giovane signora della quale penso, va da sé, che sia una donnamoltomoooltofortunataaa.

Isole a parte, sono davvero poche le regioni d’Italia dove non ho trovato traccia del passaggio del Dottorecantautorecolcappellopiegatosulsuopianoforte. Poche poche: una di queste è la mia Isola, Ichnusa insula tristis, almeno per me. Non faccio più, tuttavia, alcun appello per averlo qui. A parte il fatto che non ne terrebbe conto alcuno, del mio accorato appello, evidentemente ci sono motivi validi, e sono convinta che non abbiano niente a che vedere con il suo gradimento personale del luogo, (nel qual caso non ne farei una questione d’altro, se non di gusti, perché non sono di quelle che Sardegna = paradiso in terra ad ogni costo) ne’, come qualche malizioso buontempone potrebbe sostenere, paura di una mia eventuale reazione da fan troppo assatanata, di quelle che ad ogni costo pretendono una reliquia del divo, un brandello di camicia, una falda di cappello, una ciocca di capelli, (giammai, non ne mollerebbe uno) o chissà che altro. Ma a uno come lui, che certo non incoraggia atteggiamenti simili, (una deve essere proprio sconsiderata, sarebbe come spingersi in un campo circondato da filo spinato, disseminato di mine) sarà mai successa, in passato, qualcosa di simile? E se si, come avrà reagito? Pagherei oro per saperlo.

Una fan, pronta a tutto, del suo amico Francesco, racconta di essersi introdotta, fanciulla, dentro la macchina dell’artista, proprio quando quello ingranava la marcia per partire. Il fatto avvenne nel 1984, dopo un glorioso concerto di Mimmo, acclamato da una folla immensa, a Pescara. F. doveva essere parecchio distratto perché, a detta della fan medesima, neppure si accorse della clandestina a bordo. La fanciulla, nel frattempo divenuta donna, anni dopo coronò il suo sogno, lo incontrò e scambio una ispirata conversazione col suo diletto. Ti ricordi? Sono io quella della macchina, quella che si artigliò al sedile... - A dire il vero, no, non mi ricordo…

Se l’artista è meno distratto come è opportuno si comporti in questi casi? Signorina scenda o chiamo la polizia? Scendo io e le lascio la macchina? Ma, altro mistero.

Finalmente, che emozione… - La piccola donna è tutta un rossore e un balbettio - Sa, sono io quella che scrive di Lei, sul blog sfigato, da più di un anno…
Signora, mi spiace, non so di cosa parli, non ho mai letto una parola e francamente penso pure di non essermi perso molto: detesto i blog e gli incauti esternatori che vivono le vite degli altri non avendone una propria. E ora, se vuole scusarmi, il mio pubblico discreto, attento e sensibile e non grafomane, mi aspetta.

E l’incauta ammiratrice dopo la bruciante Waterloo, decise che era giunto il momento per lei, di ritirarsi su un’isola deserta, poco più che uno scoglio, a rifarsi una vita da… monade (le ha citate in più di un’intervista, le monadi, quel filosofo mancato per un soffio) dentro un faro dismesso e fatiscente.

1 commento:

  1. Non posso fidarmi un momento, devo essere sempre in prima linea! Insomma, dal sito è scomparso il concerto palermitano. Non me lo sono inventato, c'era e ora non c'è più. Mi terrò aggiornata, monitorare costantemente il sito, fa parte della liturgia.

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