Mimmo & Greg

Mimmo & Greg
Grazie Mariangela, grazie Mimmo!

venerdì 23 luglio 2010

DI COSA PARLIAMO QUANDO PARLIAMO D'AMORE

I diversi lati dell’amore nelle canzoni di Mimmo Locasciulli.

Mimmo ha scritto moltissime canzoni d’amore, come tanti altri, perché l’amore, si sa, ispira molto. Banalmente si potrebbe dire che è il sale della vita, ma a quello che sembra un luogo comune, corrisponde una profonda verità. Il sale della vita, dunque: a volte sale sulla ferita, ma a volte, come dice Mimmo, il dolce nell’amaro. Mimmo ama scrivere canzoni d’amore, anche, per riportare concetti suoi, sulla scorta di una storia raccontata, di un film visto, o di suggestioni che gli possono derivare semplicemente vedendo passare delle persone. Il tutto filtrato dalla sua sensibilità personale. La tentazione potrebbe essere forte, ma non è dato sapere, ne’ ci pare corretto indagare oltre, anche in possesso di elementi che non abbiamo, quanto di suo, realmente vissuto, o sognato, ci sia nelle sue canzoni d’amore. La tentazione è forte, questo in generale, non riferito in particolare a Mimmo, perché spesso, non solo quando ascoltiamo delle canzoni, ma anche nel leggere un romanzo, indugiamo su questo pensiero, ci domandiamo se effettivamente quelle storie lì, l’autore le abbia realmente vissute, se siano autobiografiche. Non ci deve interessare, noi lettori, o noi attenti ascoltatori di canzoni, quest’aspetto, a meno che non sia l’autore stesso ad abbandonare remore e pudori e a dircelo chiaramente. Negli altri casi ci basti sapere che sempre chi scrive mette, se non fatti realmente accaduti, un po’ di sé nelle sue opere, un po’ dei suoi sentimenti, della sua sensibilità: qualcosa trapela sempre anche quando le storie siano quanto di più lontano possibile, in apparenza, dalla vita di chi le ha scritte. Se qualcuno che non conosce Mimmo Locasciulli mi chiedesse di raccontargli in poche parole un frammento di discorso amoroso locasciulliano, gli risponderei un grande bisogno di dare, più che di ricevere, un continuo desiderio di infondere calore, di riscaldare braccia fredde, di proteggere, di coprire occhi dormienti dalla luce che filtra dalla tendina. Un abbraccio tenero e avvolgente, con gli occhi chiusi. Il massimo che ci si possa aspettare, oltre questi abbracci, saranno baci: il resto ce lo possiamo solo immaginare, perché Mimmo non vuole essere troppo esplicito, quando parla d’amore, ma ci dà delle immagini sempre di grande tenerezza e delicatezza. Eccone un esempio in una canzone di una purezza e di una bellezza senza pari (o meglio pari solo ad altre canzoni di Mimmo) appena incrinata da un titolo che non le rende merito, Adesso che tutto è ok.

E tu come un fiore che nessuno ha colto ancora
Che lo tiri per la mano perché giunga la tua ora,
Lui ti prenderà, ti colorerà
Foglia su foglia tutti i giorni che gli darai
Ad occhi chiusi col tempo che non passa mai.

O ancora emblematica in questo senso, questa parte di Canzone a mio nonno
Gli ha dato la mano e gli ha detto di sì
E così lui se l’è portata via
Nel cielo nel vento nella primavera
E dopo la notte dopo il paradiso
Un po’ per usanza un poco per ingenuità
Lei gli disse "Adesso prenditi la mia vita
È giusto che appartenga a te"

E ancora in Dicembre

E io ti volevo qui vicino
Coprirti le braccia dal freddo del mattino.
Dicembre è il gelo che non si scioglie sotto il sole
Io ti volevo dire ma non c’erano le parole.

Ne I giorni delle rose, ci sono alcuni versi che mi piacciono molto perché io li intendo in un modo, che, magari, non è come spesso accade, quello che l’autore intendeva. (Mimmo usa spesso la metafora della macchina guidata da un ubriaco, si sa da dove parte, ma non dove potrà arrivare: io preferisco dire che c'è una chiave diversa di lettura per ogni "fruitore" e di questo l'autore deve prendere atto). Io ci ho letto la speranza, ma meglio, la volontà, di far durare un amore oltre la passione giovanile, perché un amore non solo quello è, ma come ha detto bene qualcun altro, qualcosa che, anche, si costruisce e si innaffia.

Verranno i miei capelli bianchi e le mie mani sui tuoi fianchi
E il vino in fondo al mio bicchiere avrà il tuo stesso bel sapore
"Ça c’est la chanson de mon coeur pour toi
Ça c’est moi
E la malinconica tenerezza de L’autunno dopo tutto, di un uomo che mentre il suo amore, l’amore di una vita, si intuisce, dorme accanto a lui, ignara, si lascia andare a una confessione silenziosa.

Quando spegni la luce io ti guardo dormire
Ti trasformi in un angelo e io comincio a parlare
E ti dico le cose che non saprei come dire
E che forse neanche tu vorresti sentire
Sono i miei segreti desideri semplici
Confessioni e pentimenti che mi tengo dentro di me

E dopo queste parole non sarò certamente io a spezzare l’incanto e a commentare.

La recente La disciplina dell’amore, che contiene un assioma che riguarda Mimmo in altri campi, ma a quanto pare (non invento, l’ho letto in un’intervista: l’amore deve avere le sue regole, i suoi codici di comportamento, se ne sei fuori, c’è poco da fare: se uno dei due non rispetta le regole, da quell’amore è fuori) anche in amore.
Ma forse questo era un amore basato su qualche malinteso.
E io ti amata per quello che non sei
E tu mi hai dato le cose che non hai
E non ci sono più parole
Per descrivere
Che cosa sia un dolore

Io ti ho amata per come ti vorrei
E ho ascoltato le cose che non sai
Ma non ci sono più parole
Per tenere in piedi
Quello che ora cade

E ancora tornando un po’ indietro nel tempo, una canzone che mi emoziona molto, davvero coinvolgente, Come viviamo quest’età, in cui ci sono più piani di lettura, ma certo questi versi rendono molto bene la sofferenza d’amore, il senso d'inutilità senza la persona amata.

Vorrei bruciare i miei giorni
Bruciarne ancora di più
E cancellare i contorni
Di quello che non voglio più
Vorrei bruciare le strade
Chiese portoni e caffè
Perché ogni volta mi uccide
Viverli senza di te

Tantissime altre sono le canzoni d’amore di Mimmo, una più bella dell’altra, una più tenera, struggente, appassionata, delicata; solo un rapido riferimento agli altri testi di Clandestina, (oltre la già citata Adesso...) che auspico Mimmo possa un giorno, come aveva dichiarato ormai tanto tempo fa, ripubblicare con un arrangiamento più vicino al suo mondo musicale. Io sono totalmente innamorata di Clandestina, e dire che è stato un amore sofferto: non le volevo neppure ascoltare, quelle canzoni, perché mi suscitavano sensazioni troppo forti e io non ne volevo sentire di soffrire ascoltando canzoni. (Ah, che cuore sensibile e romantico, una vera wertheriana, sono.)

Ma ci saranno delle canzoni di Mimmo in cui l’amore è trattato in modo diverso, con un po’ di ironia, e anche un briciolo di spiritosa malizia, o con un po’ di cinismo? Si, qualcuna c’è. Di una in particolare, che è uno degli evergreen di Mimmo, una di quelle che canta ancora ai concerti, in piedi, con un tamburo a tracolla, e si diverte un sacco, quando la canta, ancora attuale sebbene sia intorno a trent’anni, è la mitica (io non amo molto quest’aggettivo, ma qui ci sta bene) Il treno della notte, con il suo corredo di bottiglie e trombette e quello che volete: chiamatele come vi pare, è irresistibile, questa canzone (Mimmo la scrisse subito aver assunto dosi massive di Tom Waits, che da poco era entrato nella sua vita).

Bambina dolce lasciami arrivare
In qualche stanza d’albergo ti saprò cercare
La mia trombetta è stanca d’aspettare
Fammela suonare fammela cantare
La mia bottiglia non può più aspettare
Fammela ballare ho voglia di te

Un’altra è una delle mie preferite, (saranno un centinaio, le mie preferite) Una vita che scappa, (il testo come sappiamo l’ha scritto Enrico) ma l’interpretazione, e qualche variazione nel testo, quando la canta, sono di Mimmo.
Resta così, fatti ancora sfiorare
lo te lo dico così, per poi poterti baciare

Diventa, in qualche caso,
Io te lo dico così, per poi poterti toccare
E, in un impeto di follia,
Io te lo dico così, ma ci vorrei provare!!!
Sono rimasta molto colpita quando ho sentito questa versione, molto particolare, (di cui ho già ampiamente parlato) e confesso di aver pensato: Era ora che ci provassi, è più di vent’anni che la vorresti baciare, i tempi son maturi per concludere il discorso, che ormai questa benedetta vita ha preso davvero la rincorsa e non possiamo continuare solo a baciarci per tutta la vita!
E che dire della particolare richiesta di aiuto che si trova nella canzone omonima, ma completata da un bel punto esclamativo (AIUTO!) quella che per usare l’espressione del suo ispirato autore, puzza molto di blues, e in cui c’è l’apporto della chitarra di Britti. Molto trascinante, questa canzone, con un tocco diverso, in bilico tra intenzioni un po’ ardite e ardue e la solita tenerezza e desiderio di calore. Comunque a questa ragazza si attribuisce un potere salvifico. Ma sarà davvero una ragazza, quella cui si chiede aiuto! in un modo tanto accorato, o rappresenta la solita metafora che nel nostro amico non sarebbe tanto inconsueta? Ognuno la intenda come crede, che almeno questa libertà, di leggerci le canzoni come ci pare, ce la possiamo prendere: questo mi pare l’unico concetto chiaro.
Certo che l’uomo in difficoltà, ha un sacco di energie, e non vede l’ora di spenderle.

Sto arrivando aspettami
Ti prego non andartene
Stanotte posso spendere
Voglio una notte intera
E non c’è limite
E non mi fa paura
E non c’è un termine
La vita è un’avventura
……..
Ehi se viene il freddo scaldami
Ehi se resto indietro spingimi
Ehi se sono solo prendimi
Chiedi quelli che vuoi
Ma fa’ qualcosa per me

Un po’ birichino, in una canzone dell’ultimo album, Giorno di noia, Mimmo lo è. Conquiste dell’età? La canzone, considerata un po’ la sorella minore tra tante bellissime dell’album,(io ormai dopo tanti ascolti ho deciso: premio L’attesa e Passato presente, che rappresentano le due diverse anime dell’album) è in realtà piacevole e raffinata, e poi mi presenta Mimmo in questa veste inedita e io non posso sorvolare su una cosa così rilevante. Non posso estrapolare solo quel verso, la trascrivo tutta, che è stanca di fare la sorella minore, questa canzone.

E' un giorno noioso d'aprile
Un giorno che vorrei dormire
Senza telefono senza giornali
Senza sentire nessuno
Per non dovere parlare
Della politica e del pallone

Vorrei soltanto dormire
Voglio dormire e sognare
Che non ho niente da fare
Vorrei soltanto sognare
Che poi mi posso svegliare
In qualche posto migliore

Invece è un giorno noioso e crudele
Che ti svegli quando viene la sera
E illumini i tuoi pensieri
E capisci che sei rimasto dov'eri

Vorrei soltanto dormire
Voglio dormire e sognare
Che ho qualcos'altro da fare
Vorrei soltanto sognare
Che c'è qualcosa da fare
Per non morire così

E' un giorno di noia e di pioggia
Che ti vorrei qui vicino
Nel letto a trafficare

Infine una canzone a dir poco stupenda, tratta da un album che è un vero giardino di delizie: I musicisti son così, da (Adesso glielo dico.)
Un po’ cinica, questa canzone, forse l’unica canzone cinica di Mimmo, ma, si sa, i musicisti, son così, senza catene e souvenir…

Non mi va di contare i tuoi capelli
Perché non l’ho fatto mai
Non ho i numeri per contare le stelle
Che mi dai
………
Domani mi sveglierò
E chi lo sa dove sarò
Un’altra stanza e un altro hotel
E un’altra donna come te
Ma i musicisti son così
Gente che prende quel che può
E non si guarda indietro mai
E non asciuga le lacrime
Non scommette con l’amore
Spacca le regole a metà

Si, un po’ cinica, e anche amara, ma i musicisti son così, quindi non illudiamoci troppo, ragazze, se ne incontriamo qualcuno: prendiamo, se vogliamo, quello che può darci, ma non corriamo dietro a sogni, e soprattutto, non corriamogli dietro, che sarebbe sprecare fiato ed energia. I musicisti son così. L’ha detto Mimmo: io credo a tutto quello che dice. Mimmo dixit, ha l’autorevolezza per farlo, lui, (senza bisogno di
essere autoritario.)

3 commenti:

  1. Il pezzo non ha l'intento di essere esaustivo, ne' intenzionalmente segue un criterio cronologico, ne' altro criterio che non sia quello di camminare, come al solito, in equilibrio instabile, sul filo delle sensazioni suscitate dall'ascolto delle canzoni di un autore molto amato: il tutto in piena libertà, senza schemi prestabiliti.

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  2. Che bel pezzo! Si direbbe che l'argomento ti ispiri, cara "Wertheriana". Spero solo che non ti piacciano le armi da fuoco...

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  3. Posso scherzare su tutto, meno che su Werther...
    Però ti ringrazio: data la penuria, qui si accetta (quasi) qualsiasi cosa, con gratitudine.

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