Mimmo & Greg

Mimmo & Greg
Grazie Mariangela, grazie Mimmo!

martedì 1 novembre 2011

VEDI ALLA VOCE BACI


A uno sguardo superficiale di un osservatore poco attento, Mimmo, uomo spiritoso e cordiale, ma abbastanza schivo, sembrerebbe uno poco amante dello smack smack. Non è uno mieloso, è essenziale, poco incline alle smancerie, per capirci. Invece a volte l’apparenza inganna: i baci fanno parte del suo personale corredo di comunicazione e di esternazione affettiva. I baci più sentiti li porge al pianoforte, durante e al termine dei concerti. Il rituale prevede una accurata pulizia dello strumento con la manica della giacca. Una volta che è bel lustro, le labbra del cantante si posano dolcemente sulla superficie e il pubblico può perfino udire il piccolo schiocco, discreto. Al bacio seguono parole d’amore nei confronti dello strumento compagno di strada, a volte solo per una sera, a volte compagno ritrovato a distanza di tempo. Lo amo questo pianoforte - dichiara Mimmo, e il bacio altro non è che il suggello di una danza d’amore tra pianista e strumento in stretta sintonia.

Il pubblico degli affezionati, lo sa, che c’è la liturgia del bacio e non ne è sorpreso come invece il neofita, che ne è un po' stupito, ma anche colpito e divertito.

Almeno io, la prima volta, dinanzi al corteggiamento, ho provato quelle sensazioni. Non me lo aspettavo. Così come non mi aspettavo di vederlo baciare e abbracciare con fare cordiale e affettuoso, dei ragazzi conterranei giunti in un’altra città apposta per sentirlo. Te lo immagini più tipo da vigorosa stretta di mano, magari da pacca sulla spalla. Nel suo concerto in patria era un trionfo di baci e abbracci, sentiti e commossi, ma lì erano in gioco sentimenti veri e quando ci sono sentimenti veri, anche un carattere un po’ riservato e ritroso a esternare, ne traduce con facilità il linguaggio in gesti concreti.

Usa anche, e anche questo può sorprendere, al termine del concerto, inviare baci in punta di dita al pubblico convenuto. Anche qui devo confessare che se mi avessero raccontato di un Mimmo nell’atto di soffiare baci, non ci avrei creduto. In tutto questo suo baciare, pianoforte, amici, estimatori conosciuti e affezionati, c’è molto rispetto e riservatezza, molta misura. Non l’ho mai visto sopra le righe, mai, mai un eccesso sul palco e nei luoghi in cui è ospite. Qualcuno sostiene di averlo visto, un po’ sopra le righe, ma io mi attengo solo a fatti certi. Certo mi sarebbe piaciuto assistere con i miei occhi a quel concerto in cui, secondo un testimone (ma io a questi dei forum ci credo poco, e poi usano un linguaggio orribilmente sciatto: non gli si può dar troppo credito) complice il freddo e un rosso piemontese corposo, Mimmo si mise a giocare alla rockstar maledetta, ma non ci furono baci.

C’è un video di Pixi Dixie Fixi, durante uno dei tanti concerti in Abruzzo. La canzone si presta sempre a un certo coinvolgimento del pubblico, il clima è sempre allegro. Il cantante, seppur allegro, ha sempre addosso il suo aplomb da primario. La bisura si chiama, dalle mie parti, ed è un termine difficilmente traducibile che racchiude in sé aspetto esteriore, gesti, comportamento. In questo video, molto scadente come qualità, ma ugualmente godibile perché l’audio è buono, Mimmo si produce in una serie di cinguettii di uccellini e bacetti d'amore, così li definisce, e invita il pubblico a fare altrettanto. Alla fine è un tripudio di cinguettii, schiocchi di bacetti, applausi e risate. Lui schiocca, cinguetta, ride e incita il pubblico, ma la bisura da primario è la sua pelle.

Altri baci: l’ho visto chinarsi intenerito a baciare una bimbetta, mandata sul palco a porgergli un serto di fiori. Anche in altre occasioni gli hanno inviato doni per mezzo di bimbette. Si vede che non lo ritengono tipo da fanciulla più cresciuta, fasciata in panni succinti (in genere quelle che consegnano omaggi sono così): meno male.

In occasione di qualche partecipazione a manifestazioni che sono poi passate in tv, essendo uomo di mondo, ha dovuto soffrire un po’ e adattarsi al rito del "bacio mondano" (di quelli che ormai tutti utilizziamo, che consistono in un vago sfioramento di gote e altrettanto vago gesto di sporgere le labbra nell’atto di baciare l’aria: pare ormai di cattivo gusto baciarsi davvero) alla conduttrice di turno, bellissima e vatussa.

Nelle canzoni di Mimmo più che baci si intuiscono abbracci, e sempre, costante, quel desiderio di riscaldare membra gelate. Molto romantico, molto delicato, molto altruista. Tra le righe dei versi, tra le pieghe del cuscino uno può cercare e forse trovare baci e una buona dose di sensualità, assai più intensa e preziosa perché sottesa, mai esibita. Mimmo in questo è maestro e la sua riservatezza, oserei dire il suo pudore, ottengono nell’ascoltatore l’effetto di sollecitare l’immaginazione.

In due canzoni si fa esplicito riferimento ai baci, e sono Fandango e Una vita che scappa. Curiosamente il testo di entrambe non è di Mimmo, ma di un’altra autrice e di un altro autore: Mimmo ha dato il suo placet e ha impresso il suo stile. Il primo è un bacio senza fine fuori dalla città e io confesso che in tante occasioni (ho questa tendenza a immedesimarmi) ho sentito l’esigenza di respirare a fondo, durante l’ascolto; la seconda contiene un’aspirazione a un bacio, a suo volta presago di una notte insonne. A me gli uomini che si lanciano in abbordaggi di qualsiasi natura non sono mai piaciuti, però, da ventidue anni, ho un’autentica passione per questo che ci prova, e più diventa audace nel provarci, più mi seduce. Le canzoni servono anche a proiettarci in una dimensione diversa dalla nostra realtà e dai nostri gusti.

Infine c’è Via di qui. La bocca è un fuoco che scotta/ la tua è come la mia/ in questo gioco violento/ o di innocente poesia. Mimmo, non è prima volta che lo dico, ma ognuno ha i suoi cavalli di battaglia, solo per questa canzone ti concederei un vitalizio: capace di trascinare in un vortice, troppo romantica, e dire che a guardarti senza sapere niente di te, difficilmente può venire in mente che hai tutto questo sangue romantico, e che sei sensibile ai tramonti e a certe atmosfere fosche, fragore di tuoni e onde mugghianti che si infrangono sulla scogliera. Forse per questo a te chiedono se sei mai rimasto intrappolato nel traffico e nessuno oserebbe mai chiederti se sei rimasto intrappolato in una storia d’amore.*** Io non lo farei, ma solo per timore di essere trasformata in un blocco di ghiaccio. Continuo tuttavia a insistere su questo concetto: andare sempre oltre ciò che appare, a volte la bisura non la racconta tutta. Questo in generale; nel caso specifico del nostro cantante, la chiave d'accesso è l'ascolto attento delle sue canzoni: il modo più appropriato per fare la sua conoscenza e anche il più sano per mettersi le ali e per vivere avventure romantiche, senza compromettersi troppo.

***Questa non me la sono inventata. Durante una trasmissione radiofonica a Mimmo è stato chiesto se gli fosse mai capitato di rimanere intrappolato nel traffico. A un altro signore, co-conduttore con la formulatrice della domanda stessa, del programma in questione, è stato chiesto se fosse mai rimasto intrappolato in una storia d’amore. Mimmo ha riflettuto qualche secondo e poi ha esclamato: perché a me nel traffico e a lui in una storia d’amore?

2 commenti:

  1. Te le inventi proprio tutte! Come ti vengono in mente certe cose?

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  2. Cerco, leggo, scavo, osservo, ascolto, anche i particolari apparentemente più insignificanti, quindi archivio. Quando meno me lo aspetto sento
    un toc toc: è l'idea che bussa. Scrivo nella testa, poi apro word: talvolta mi dimentico di salvare e perdo del tutto un pezzo che mi sembra bellissimo. Quello di ieri l'ho dovuto riscrivere ex novo, dopo un incidente informatico, ahimè. I concetti son gli stessi, ma l'altro mi piaceva molto di più. Caparbia e tenace, mi sono alzata alle quattro del mattino, per portare a termine il compito; dopo finisce Folgorata e inizia il resto: Folgorata talvolta riesce a renderlo più lieve.

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