Mimmo & Greg

Mimmo & Greg
Grazie Mariangela, grazie Mimmo!

giovedì 14 aprile 2011

VAGHEGGIANDO BEVUTE ALL'OSTERIA


Alla fine, una donna sarda studiosa e diligente, l'ha intervistato, il nostro caro Mimmo, ma non sono io, gentile lettore che tanto auspicavi una eventualità del genere, cioè una mia "intervista sfolgorante". Le interviste le fanno i giornalisti, i conduttori radiofonici, gli addetti ai lavori, insomma. Qui si scrive per mero diletto, quando se ne avverte la piacevole urgenza, si segnala e si commenta e si dà luce, sempre, ad altri che lo fanno di mestiere: penso alle ormai decine di segnalazioni di libri, interviste, dischi, video, trasmissioni televisive e radiofoniche, siti web che ho messo a disposizione sia dei lettori casuali sia di quelli intenzionali, fin dall'esordio di Folgorata.

La mia connazionale che ha avuto il piacere e insieme l'onore di incontrare il Cantante, si chiama Barbara e io non so chi sia, ma questo è sicuramente un limite mio, come non sapevo fino a stamattina, quando l'alba e gli avvisi del più famoso motore di ricerca al mondo, mi hanno reso piacevole il risveglio, che qualcuno lo avesse intervistato... (Inciso: gli avvisi del mio blog non arrivano più da tempo immemorabile, e ne sono pure felice: ogni volta citare il cantante con nome e cognome, perchè gli suonasse il campanello. Mi sentivo alquanto ridicola, in questo giochetto di acchiappo.)

Inutile raccontarci frottole, cara Barbara, ho provato un morso di invidia pazzesco, ma proprio di quelli dolorosi che affondano i denti nella bocca dello stomaco e fanno sanguinare il mio povero esofago già danneggiato dal reflusso e dai FANS, non tanto per l'intervista, che non gli proporrei mai nemmeno sotto tortura, non certo per la certezza assoluta di un diniego, ma perchè nei termini canonici mi interessa assai poco, quanto perchè ti ha accolto con un bicchiere di vino rosso in segno di amicizia, da persona semplice e umana quale mi raccontano sia. Una faccenda alquanto normale, immagino in molti abbiano goduto di questo semplice piacere con lui, senza avere un ruolo determinante nella sua vita, eppure questo per me appare come un desiderio irrealizzabile e quindi degno di essere vagheggiato e inseguito e accarezzato con preziosi guanti di seta. (Tanto per raccontare i fatti miei al prossimo, sommamente interessato: ho una vera vocazione per perdermi dietro qualsiasi cosa appaia distante e irraggiungibile, inventarmele tutte per riuscire a ottenerla, poi, una volta ottenuta, perchè talvolta accade, capire che il senso è nella corsa estenuante, non nel traguardo.) Nei miei sogni più arditi io e Mimmo siamo l'una di fronte all'altro, i gomiti appoggiati su un tavolo da osteria con la tovaglia a quadretti rossi, dal soffitto pende una squallida lampadina da 40 watt, agli altri tavoli facce losche, mentre l'unica nostra compagna è una damigiana, si una damigiana, perchè non mi basta un bicchiere e nemmeno una bottiglia e neppure un fiasco, voglio che il vino scorra a fiumi. Io in questo sogno ardito faccio la coppiera, o l'intrattenitrice, nel senso che più che bere, induco a bere, ma non con il fine di fargli cacciare fuori del denaro, ne' con altri fini, ma solo per il sommo piacere di vedere cosa può raccontare, dopo essersi scolato una damigiana: quella si che sarebbe una bella intervista, non le solite domande e le solite risposte...

Abbandoniamo l'osteria, dove per un pelo abbiamo schivato la rissa, e ritorniamo sulla terra. Barbara ha dimostrato di aver studiato, perchè, rendendo sommamente felice Mimmo, ha tirato fuori dal cilindro una delle idee portanti del sistema filosofico locasciulliano, cioè come (questione peraltro vera) in Italia ci siano molti cantautori e poca musica d'autore. Mimmo quasi fa un salto sulla sedia, e si lascia andare a un BRAVA!!! che, destinato a una connazionale, è come fosse destinato a me. (Faccio tanto per dire, non sono così fanatica, e neppure ho un culto così alto della sardità. La coltivo solo in quanto espressione culturale peculiare, e io sostengo che peculiarità e differenza siano ricchezza).

Una tirata d'orecchie. Non per fare la maestrina a tutti i costi, ma come si fa a dire che Siamo noi è dall'album Il meglio del 1999??? Sarà stata pure inserita lì, ma fa parte del citatissimo e amatissimo, dal cantante, da me, da molti altri, Tango dietro l'angolo. Che figata! come ultimamente dice molto Mimmo, tutto intriso di linguaggio giovanilistico: dei miei tempi; ora i ragazzi lo diranno ancora figo, o fico, e che figata? Quando dice che figata! è troppo figo.
Quanto agli errori, nessuno ne è immune e io ritengo che segnalarli sia opera meritoria, e gradisco sempre quando, con garbo, qui o altrove, qualcuno segnala i miei. Peccato avvenga assai di rado.

Ecco il link.



Leggetevi quanto scrive brevemente Barbara sulla serata di Serrenti, e guardatevi il video della piccola intervista: Mimmo ha il dono della sintesi. Che vino mai ci sarà stato, dentro quel bicchierotto da osteria? (A osservarlo meglio pare di plastica...) E dopo, gli avranno offerto una buona cena? Mi dispiacerebbe se si fosse alzato da tavola scontento. Gliel'avranno servito su casu marzu, e sa cordula? Con questo interrogativo che non avrà mai risposta, tutta intrisa di dolce malinconia, mi accomiato.

No, prima racconto una cosa che qui non ho mai raccontato, sono sempre stata un po' nebulosa sul vero fattore scatenante di questa folgorazione. Ecco come sono andati i fatti: dell'idea di Mimmo dormiente (l'idea, non lui) ma comunque presente, ho parlato altre volte; del fatto che in qualche occasione avessi letto qualche articolo che lo riguardasse, di qualche pigro sporadico ingresso nel sito, anche. Dopo Uomini, tuttavia, non avevo più sentito nulla di nuovo, finchè un bel giorno di giugno 2009, mi arriva un dono: un album doppio, Aria di famiglia, che qualcuno che mi conosce bene e mi vuole bene trovò, per uno strana coincidenza, a un mercatino, ancora intonso. Il Cd, anzi i Cd, giacquero per circa un mese in un angolo. Aria di famiglia è in massima parte una summa della produzione di Mimmo degli anni 80 e 90, proposta con nuovi arrangiamenti; molte canzoni le conoscevo e le avevo (le ho) in cassetta, ma da anni non le ascoltavo. Di alcune non sapevo neppure l'esistenza, tuttavia non mi veniva alcuna voglia di ascoltarle, e al "donatore" che mi chiedeva tutti i giorni se avessi almeno scartato il Cd, alla fine risposi, si... ma non era vero. Mi colse alla fine un timore di essere interrogata e iniziai ad ascoltare, una volta, due volte, dieci, cento, finchè l'idea addormentata si risvegliò prepotentemente e mi ritrovai incatenata, folgorata, dipendente, bulimica della scrittura ancor più del solito e totalmente asservita alla causa, una pasionaria di Mimmo, un tantino maniacale, ossessivo compulsiva, che lui è medico e buon conoscitore dell'animo umano (ma basta molto meno) e quelli come me li sgama subito e dice Aiuto! Glielo dico sempre, al donatore, chi è causa del suo mal pianga se stesso! forse era meglio se lo lasciavi dov'era, quel disco, ma... ci si può opporre al fato? Perfino gli dei nulla potevano, e allora tanto vale farsene una ragione.

5 commenti:

  1. Cambiando registro e cercando di essere, entro i limiti del possibile, seria: trovare su un quotidiano sardo una bella intervista a un artista come Mimmo, fatta da un giornalista serio, competente, informato e lontano dai soliti luoghi comuni, confesso, non mi sarebbe dispiaciuto. Questa fulminea visita in terra sarda, è passata un po' in sordina e forse è stata archiviato come esperienza da non ripetere. Non importa: anche noi sardi ormai non abbiamo più paura di volare.

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  2. E ci non bolit torrai peusu po issu.

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  3. E tue canno torras, fradile? Ses tue, o m'isbaglio? Bosatros ci entraisi un custa omixedda os connoscio tottus, unu po unu...

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  4. ... Sono in attesa di leggere che cosa immagini potrebbe mai raccontarti il Mim!, dopo essersi scolato una damigiana intera! Il vino potrebbe essere un buon Monica di Sardegna, annata 2006-2007.... oppure un Nuragus come quello della vigna impiantata da mio nonno circa 70 anni fa e che ancora delizia con sapori passiti ed intensi.. .
    Una domanda potrebbe essere: - Qual'è la più grande bugia detta a te stesso?-

    A presto
    Monica

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  5. Non penso lo racconterò, carissima Monica.
    Invece vorrei che a raccontarmi qualcosa fosse il vino di famiglia. Ci provo con tutti, riesco con pochi. Non deludermi tu.

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