Capita che a un certo punto uno si guardi indietro, dice sempre Mimmo Locasciulli quando parla del suo conflittuale rapporto col tempo. Capita che uno a un certo punto della sua vita si volti e veda una strada lunghissima, una vera e propria autostrada alle sue spalle, mentre davanti si srotola una strada molto meno lunga. L'esatto contrario di quanto avviene quando si è molto giovani, e si ha, con un'espressione che suona tanto come convenzionale, trita e ritrita, tutta la vita davanti. Il nostro amico genius loci guarda tuttavia al futuro con molta positività, perchè certo la strada da percorrere, pur non essendo un'autostrada, è ancora molto lunga e piena di tappe e soste interessanti. Meglio una strada più breve, ma scorrevole e ben attrezzata, da percorrere senza traffico a bordo di una macchina comoda e con della buona musica in sottofondo, o una lunga autostrada piena di lavori in corso, mai ultimati, con una fila interminabile, da percorrere con quaranta gradi all'ombra, dentro un catorcio senza aria condizionata? Questione di punti di vista. Questione di qualità che certo è meglio della quantità; se ci sono entrambe è meglio ancora, e così andiamo avanti con i luoghi comuni. Per rimanere entro i confini dei miei standard di comportamento nella mia veste di autrice di blog monotematico, a questo punto dovrei inserire qualche stralcio tratto da qualcuno di quei filosofi noti al nostro amico, che del concetto di tempo tanto si sono occupati (cosa faranno i filosofi nel tempo libero dalla filosofia? Impregnerà essa ogni palpito della loro vita? Avete notato che oggi c'è la tendenza a definire filosofo qualsiasi docente di filosofia appena appena noto e appena appena inserito in qualche salotto? Mimmo spiegaglielo tu che differenza c'è tra un filosofo e un docente di filosofia...) invece no, oggi niente citazioni.
Quanto a me, certo che mi guardo alle spalle (in tutti i sensi, anche per evitare di essere pugnalata, per quel che può servire) però non vi dico su cosa mi soffermo. Mi guardo anche davanti, senza andare troppo oltre, perchè guardare troppo oltre mi fa un po' paura. Piccoli passi, piccoli traguardi, piccoli pezzetti di strada, a volte sentieri da pellegrino da percorrere con le scarpe giuste, altrimenti vengono le vesciche ai piedi. A volte vengono anche con le scarpe giuste.
Voglio tuttavia vestirmi di rosa, (come testimonia la foto n.2) per percorrere questa strada, voglio cercare di avere una stato d'animo ottimista. E ora che faccio? Posso rinunciare al filosofo del tempo, ma Un po' di tempo ancora la posso pubblicare? Su questa canzone ho scritto delle cose bellissime nel post Dicembre; quindi non ripeto; chi non l'avesse fatto è invitato caldamente ad andarselo a leggere, che poi vi interrogo. Ci faccio anche l'esegesi, sulla canzone? Ognuno se la faccia per sè. Secondo me i cantanti che sono anche autori delle loro canzoni si fanno grandi risate, talvolta, davanti alle elaborate interpretazioni delle loro canzoni da parte di critici e di fans. Può anche essere che in altri casi dicano Però, mica male, non è quello che volevo dire io, però, intelligente...
UN PO’ DI TEMPO ANCORA
Testo e Musica di M. LOCASCIULLI
© 2004 Edizioni Musicali Piccola Luce
Ancora ci sei e ancora ci sarai
Tra le maglie del tempo
E gli echi delle distanze
E guardo allo specchio
Un uomo perso e confuso
Un guerriero stanco e deluso
Non so più..
Tu come stai sei felice o no
Tieni il conto degli anni
O non ci pensi mai
E c’è qualcuno con te
Che ti da un po’ di calore
Quando la notte gela il silenzio
E oltre il silenzio non c’è
Niente niente
C’è tempo c’è tempo
C’è un po’ di tempo ancora
C’è tempo c’è ancora tempo
Per ritrovarci qui
A volte il vento dei pentimenti
È una bufera che ti straccia via
Ti puoi nascondere nella tua vita
E far finta che sia finita
O puoi fuggire ancora più lontano
E dire così sia
E c’è qualcuno con te
Che ti da un po’ di calore
Quando la notte gela il silenzio
E oltre il silenzio non c’è
Niente niente
C’è tempo c’è tempo
C’è un po’ di tempo ancora
C’è tempo c’è ancora tempo
Per ritrovarci qui
Era davvero in stato di grazia, quando ha scritto questa canzone, Mimmo Locasciulli. Come fa una a non essere FOLGORATISSIMA? (Come ben testimonia la foto n.1)
Altro davvero non mi sento di aggiungere: davanti a tanta bellezza mi sta già cogliendo un attacco di quella peculiare forma di sindrome di Stendhal già descritta in altre circostanze.
Povero "gato", anche lui... folgorato?
RispondiEliminaCarina l'elaborazione delle foto.
N.