Proprio non ce la faccio a resistere: il massimo è una settimana, poi anche se decido il contrario, mi coglie quella strana smania che si placa solo se entro nel mio blog e lascio che le dita vaghino libere sulla tastiera. In realtà tutto è già scritto, tutto è compiuto, qui dentro, e davvero non me l'ha detto il dottore di continuare in questa vicenda facendo la stanca parodia di me stessa. Il dottore (una ferrea dottoressa che da bambina secondo me assomigliava a Pippi calzelunghe) in verità mi ha suggerito, anzi ingiunto, di stare lontana da formaggi carni rosse uova burro e in generale cibi contenenti grassi dannosi. Mi ha anche detto di mettere solo un cucchiaino da caffè di parmigiano nella pasta, cosa che io nel modo più assoluto non posso fare: meglio niente. Mimmo, anche se non ti piace mischiare le tue due vite, io te lo chiedo lo stesso, e tu mentalmente rispondimi che tanto ho affinato questa sensibilità che mi permette di cogliere risposte solo pensate: ma tu da nutrizionista, elimineresti completamente i formaggi degni di questo nome dalla vita, già di suo zoppicante, di una povera donna col colesterolo appena un po' fuori norma? Le concederesti solo yogurth magro e un po' di fiocchi di latte? Blah! E da buongustaio quale sei, questo è innegabile, cosa diresti? E un bel tocco di pecorino abruzzese, me lo concederesti? Non dico così per dire, parlo a ragion veduta: mi è arrivata una casuale visita, in questo blog sfigato, dal Giappone, attraverso un motore di ricerca: la chiave cercata? Come fare il pecorino abruzzese in casa. Beh, penso che in Giappone con tutta la buona volontà sia difficile. Magari si potrà fare anche in casa, in una casa attrezzata all'uopo, ma credo sia indispensabile avere a disposizione una bella pecora abruzzese e un bel pascolo abruzzese, e poi una certa manualità che sicuramente molte massaie abruzzesi hanno, come ce l'hanno quelle sarde. Il casizzolu del Montiferru lo preparano tradizionalmente le donne. Son convinta che se me lo mostrassero solo una volta, il procedimento, diventerei una bravissima casara, perchè ce l'ho nel sangue, la preparazione del formaggio, io, nipote di pastore sardo di Barbagia che il pecorino sapeva come farlo. Il patrimonio genetico non si disperde.
Non me l'ha detto il dottore, di rimanere attaccata a Folgorata come una patella alla roccia, ma mi piace anche più del pecorino, anche se ormai non ho più nulla da scrivere: rubando e modificando leggermente una frase a una nota scrittrice cilena bassottina e vivace come me (io sono un po' più alta, e anche un po' più carina come ben si evince dalla foto del profilo, e anche più giovane, ma lei è molto più nota e ricca e appagata) potrei dire che anche la musa più sfigata (lei dice la più stracciona) mi ha abbandonato. Prima o poi capiterà di aver di nuovo qualcosa da scrivere, di originale e attinente all'argomento, ne sono certa, anche se questo non dipenderà solo dalla mia volontà, ma anche dagli spunti che mi saranno via via offerti. In verità nel fondo del barile, forse qualcosa ancora da raschiare è rimasto, ma posso dire che la mia piccola (mica tanto) summa sia completata. Ora la possiamo stampare, rilegare e inviare al Destinatario, che come sappiamo ha sempre bisogno di alimentare le fiamme dei suoi camini.
Lo scrivo, che ormai la vena si è dissecata, perchè mi porta bene; dopo quel post maggiolino, in cui in una fase down recitavo il de profundis per Folgorata, e mi ponevo un sacco di problemi inutili, come per magia, mi sono venute tante piccole idee, oltre quelle che avevo già in gestazione, e sono andata avanti per altri due mesi buoni.
Segnalo, solo per dovere di ruolo di autoproclamatami biografa nonchè ufficio stampa non percepente compenso, alternativo a quelli esistenti, che il nostro caro amico si esibirà venerdì 6 agosto a Livorno, all'interno della manifestazione Effetto Venezia, della quale dico solo che ho letto il programma e mi pare davvero degna di interesse, ma non ho voglia di fare riassunti, per cui inserisco un link provvidenziale http://www.livornoeffettovenezia.it/ che racconta tutto tutto di Effetto Venezia 2010. In particolare per quanto riguarda l'intervento di Mimmo http://www.livornoeffettovenezia.it/index.php?page=_layout_evento&id=647&lang=it e ancora http://www.comune.livorno.it/_nuovo_notiziario/notizia.php?id=7381&lang=it
Stessa identica cosa faccio per il concerto di Bassiano, ridente paese sui monti Lepini in provincia di Latina, dove Mimmo si esibirà all'interno di un altro interessante ciclo di manifestazioni, Le notti dell'utopia, http://www.radioimmagine.it/index.php?option=com_content&view=article&id=370:qle-notti-dellutopiaq-11-12-13-14-agosto-2010&catid=11:notizie-flash&Itemid=54 il giorno 12 agosto, che se non faccio male i conti dovrebbe essere un giovedì.
Dico solo una cosa su Bassiano, che vanta, con la vicina Sermoneta, i natali di un uomo illustre del nostro ricco passato, e mi riferisco a Aldo Manuzio, (1449?-Venezia 1515) editore e umanista universalmente noto. Per una che lavora in una biblioteca di conservazione Aldo Manuzio è una specie di parente. Mimmo non sarai pure bibliofilo? Non è che possiedi una ricca collezione di incunaboli e cinquecentine? Da te c'è da aspettarsi di tutto, quindi non ne sarei minimamente sorpresa.
Se vogliamo continuare a giocare, se Mimmo Locasciulli fosse vissuto nel cinquecento, sarebbe sicuramente stato una sorta di genio universale, medico musico letterato filosofo naturalista poeta enigmista e anche alchimista, una specie di Leonardo d'Abruzzo, o, con quel carattere rigoroso e un po' spigoloso, un personaggio simile a Zenone, (con le debite differenze, mi corre l'obbligo dirlo) il protagonista dell'Opera al nero di Marguerite Yourcenar.
In conclusione di questo pezzo che poteva tranquillamente rimanere allo stadio embrionale di idea nel cervellino stanco della sua autrice, mi corre l'obbligo di ricordare al lettore fan di riferimento, il gentile signor Piumino d'Abruzzo, che carico di adrenalina percorrerà più di duecento chilometri per godersi il concerto del suo artista princeps, la sua (mezza e non del tutto convinta) promessa di scrivere, sotto forma di commento o come meglio creda lui, le sue impressioni sul concerto stesso, e, cosa che mi interessa moltissimo, sul dopo concerto, quando andrà a omaggiare Mimmo e si dovrà fare un varco tra la massa di fan imploranti un gesto o una parola, scritta o orale. Piumino, marasma dei quaranta o non marasma, fammi questo favore: Folgorata ha bisogno di linfa nuova, e all'orizzonte uno solo ne vede che può portare avanti questa missione: TU! Dunque fammi felice e scrivi, tutto quello che ti passa per la mente, tutto quello che il tuo artista ti suscita, e questa volta, dai, vieni meno ai tuoi principi, (che condivido in linea di massima, ma ogni regola ha la sua eccezione) fatti ritrarre insieme a Lui, ma ricordati di fargli il solletico, così, all'improvviso, quando meno se l'aspetta. Così almeno sorride un po', che ci piace di più, quando sorride.
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