Mimmo & Greg

Mimmo & Greg
Grazie Mariangela, grazie Mimmo!

mercoledì 11 aprile 2018

CENERE, LAPILLI, GAS

L'album, dunque, uscirà a settembre. Mai decisione presa fu così saggia. Qualsiasi sia il motivo che a tale decisione ha portato, è quella giusta. Settembre, ma anche ottobre, vanno benissimo. Nel frattempo esce il singolo, si mette in vendita nelle piattoforme digitali, poi si gira un bel video; noi affezionati entriamo nel mood (devo adeguarmi, scusate), e ci facciamo un'idea e poi dopo un'estate in cui ci si può riposare un po', ma anche preparare l'uscita, e magari abbandonare la tana e andare a suonare un po' in giro, si procede.
Mimmo ha svelato urbi et orbi il titolo dell'album (a dire il vero lo aveva già detto nell'intervista pubblicata qualche mese fa sul Messaggero, pagina di Pescara, e forse anche in qualche altra occasione), è pronta pure la copertina, e io non posso non domandarmi di che natura sia questa cenere, da che tipo di suggestioni nasca. Dall'attenta osservazione della cenere dei caminetti, ai quali da sempre il Cantante è abituato; dal senso di sgomento che nasce dalla consapevolezza che di noi umani alla fine rimarranno solo le ceneri, se affideremo al fuoco i nostri poveri resti, oppure uscendo da una via che si è tinta di lugubre, dalla riflessione di quanto buoni possano essere, ad esempio, i vini dell'area del'Etna, proprio grazie al fatto che le ceneri del vulcano siano un ottimo fertilizzante, e creino un humus eccezionale.
Ancora, e qui interviene il medico che inviti alla moderazione i pazienti, dal detto "Bacco, tabacco e Venere riducono l'uomo in cenere", o dal ricordo della cenere delle sigarette, fide compagne per tanti anni. Dalla vicenda di qualche amico che a seguito di uno stile di vita un po' dissennato abbia visto il proprio patrimonio ridotto in cenere, ma poi, come l'araba fenice, dalle sue stesse ceneri sia risorto.
A me, così, d'istinto, senza pensarci troppo, cenere fa venire in mente il romanzo omonimo della scrittrice Grazia Deledda, mia conterranea, vincitrice del Nobel, con cui condivido diversi aspetti della personalità, ma non svelerò quali; Cenerentola, alla quale spesso mi sono sentita vicina (non per il lieto fine sentimentale), le patate cotte per me da mio padre, nei lontani anni dell'infanzia, sotto la cenere, la lisciva di cenere con cui mia nonna non solo lavava il bucato, ma anche i bicchieri dell'osteria di sua madre, non sempre frequentata da persone raccomandabili. E poi mi viene in mente la sequenza di quelle tre parole, cenere, lapilli, gas, diventate titolo del post, imparate a memoria alle elementari, quando la Signorina Maestra, una maestra laureata e coltissima, severa, ma non fornita di bacchetta, ci parlò delle eruzioni vulcaniche.
Tanto, anche se per ora, e fa bene, non si sbilancia, Mimmo, prima o poi ce lo racconterà, il perché del titolo. E se non vorrà raccontarcelo, lo costringeremo a cospargersi il capo di cenere. 

2 commenti:

  1. Cvd! Piumino e Folgorata lo avevano detto che sarebbe stato autunno! Il Nostro invece, mi è apparso infastidito con questo annuncio secco.
    Piumino che va di corsa...scappoooooo

    RispondiElimina
  2. L'importante è che sia una fuga momentanea, caro Piumino. Non mi è parso infastidito, anzi, quando ha scritto ha indossato un sorriso sornione...

    RispondiElimina

Elenco blog personale