Mimmo & Greg

Mimmo & Greg
Grazie Mariangela, grazie Mimmo!

mercoledì 21 settembre 2011

COINCIDENZE

La blogger sentimentale continua a cercare spunti di scrittura. In alcuni casi accanirsi nel ruolo di "operatrice di scavo" non serve a nulla, perchè più cerchi e meno trovi, o meglio trovi sempre qualcosa che prima non sapevi, ma che non ti apre nuovi mondi sul tuo artista. Accade invece talvolta che non vorresti scrivere, ma le notizie ti cercano, ti avvolgono con spire tentacolari, e di scrivere non puoi farne a meno. Accade anche che segui per giorni una pista, attendi con trepidazione dei files, e poi la pista si rivela falsa, e rimani lì, delusa, con un palmo di naso, nel caso fosse necessario aggiungerne uno a quello che hai già.

Accadono tante cose alle blogger sentimentali, perchè stai pur certa che se nelle cose ci metti sentimento, poi raccoglierai i frutti. Mica vero, spesso è proprio l'esatto contrario e mettere troppo sentimento nelle cose, troppa partecipazione, è deleterio. Un lettore affezionato di questo lavoro, mi ha detto, ed è stato un complimento assai gradito, che era tutto "di cuore e di passione". Un altro, credo casuale visitatore, ha parlato di "encomiabile dedizione". Insomma, sono la Madre Superiora dell'Ordine delle Oblate di Mi. Lo. Ci ho messo troppa passione e il fatto che ci abbia messo (e rimesso) la testa si è notato poco.

Alle blogger sentimentali, proprio perchè agiscono all'interno della sfera emotiva e sotto le sue leggi, e si muovono in uno strano mondo di segni, intercettazioni di pensieri, chiamate e voci, accadono spesso dei fatti che, a chi agisce invece all'interno di una corretta dimensione razionale, appaiono niente altro che combinazioni fortuite, mere coincidenze.

Ne potrei elencare un discreto numero. Limito l'ambito al mondo in cui mi muovo, fisicamente, quotidianamente: quello dei libri. Insomma, non ho più pace, questi mi chiamano continuamente, e io invece di passare dritta, di ignorare questi richiami, mi soffermo proprio davanti a quello scaffale dove sono passata centinaia di volte in passato senza vedere niente, e gli occhi vanno proprio lì, e le mani non possono fare a meno di afferrare. Così mi sono trovata di fronte al lavoro sul canto sardo a chitarra di un vecchio amico di Mimmo, noto chitarrista, con cui in passato collaborò, ma anche etnomusicologo. Il libro è l'approfondimento della sua tesi di laurea. Questo signore è un esperto di musica sarda tradizionale, argomento che in verità ha non pochi estimatori.

Altro libro che mi si è letteralmente imposto all'attenzione nello stesso identico modo: un omaggio di un musicologo docente nell'Università cagliaritana, a una Signora musicista, che ho avuto il piacere di vedere a teatro, ospite nello spettacolo di Mimmo. Sottolineo musicista perché dalla lettura del libro emerge chiaramente che lei rivendica il diritto di essere definita prima di tutto musicista, perché tale è, e compositrice, e non cantante folk tout court, o etnomusicologa, perchè - dice lei - sa pochissimo di etnomusicologia. La musicista ha frequentato a lungo il Folkstudio e lì, nei primi anni settanta, ha conosciuto e fatto amicizia con alcuni giovani cantautori che si mettevano alla prova nel famoso e fumoso locale, e tra questi Mimmo. "Li chiamavamo i piccoli" racconta la musicista, "perchè avevano almeno dieci anni meno di noi" e a me, che sono sentimentale, ha fatto una gran tenerezza sentire definire il giovane Mimmo "piccolo".

La coincidenza più recente, che mi ha anche un po' turbato, ha avuto luogo ieri.
Ha sempre a che fare con i libri, ma in questo caso, non mi ha bussato alla porta, il libro in questione: sono andata io a cercarlo, dopo aver fatto una delle tante ricerche bibliografiche (prima o poi pubblicherò la bibliografia incompleta, perchè è un lavoro in divenire, di tutto ciò che ho consultato o della cui esistenza sono venuta a conoscenza in questi due anni due di Folgorata): Il libro, Enzo Gentile, Guida critica ai cantautori italiani, Milano, Gammalibri, 1979, sono andata a cercarlo per - come dice bene l'autore nella dedicatoria, elencando le varie tipologie di lettori - vedere "se c'è". Non c'è, Lui, (molti sono però i riferimenti all'imprescindibile Folkstudio) ce ne sono tantissimi altri di cui non avevo mai sentito parlare, ci sono perfino dei cantautori che all'epoca avevano pubblicato solo un disco, (Mimmo due, ma era nella musica da un bel po' di anni) ascoltato probabilmente da loro e altri due, ma l'autore giustamente ha il diritto di metterci chi gli pare, e ne ha fornito motivazione. Devo dire che ha spaziato molto e che il libro, a distanza di tanti anni e al di là di valutazioni opinabili e di un certo dogmatismo giovanile, merita un giudizio positivo. Me lo sono portata a casa, con tutta l'intenzione di indagare soprattutto su alcune cantautrici, di chiara matrice femminista, di cui non avevo mai sentito parlare. Ho tentato di indagare, trovando pochissimo, su Alfredo Cohen, a me sconosciuto totalmente, che sembra un personaggio assai interessante. Credo che sia scomparso da tanto tempo. Apprendo che era abruzzese, e che nelle sue perfomances teatrali usava molto il dialetto. Abruzzo, dialetto... Si saranno conosciuti?

Eravamo partiti da una coincidenza, potrebbe obiettare qualcuno veloce che non ha tempo da perdere, arriviamoci prima che il sonno abbia il sopravvento. Eccola, la coincidenza. Ho preso il libro e l'ho aperto a caso: pagina 124, Stefano Rosso. Immagino sia stato anche lui amico di Mimmo, come tanti altri che frequentavano il locale di cui sopra. Leggo la scheda. Nel '79 Stefano Rosso aveva già pubblicato, credo, le sue canzoni più note, almeno al grande pubblico: Letto 26, Una storia disonesta, E allora senti cosa fo'. Confesso che non me ne vengono in mente altre. Le mandavano molto alla radio, in quegli anni, me lo ricordo bene. Qualche tempo fa sono capitata in un sito, che si chiama Il prato, dedicato al ricordo di Rosso.

Dunque il mio incontro con la pagina 124 è avvenuto di mattina. Di sera leggo la pagina con cui Mimmo, nonostante il mezzo non sia molto nelle sue corde, inizia ad avere un rapporto più disinvolto; leggo un suo pensiero mattutino, rivolto, al risveglio, al vecchio amico Stefano, prematuramente dimenticato ancor prima dell'altrettanto prematura scomparsa.

Coincidenze, niente altro che coincidenze. Io per prima penserei così se mi raccontassero un piccolo particolare come questo, capitato ad un altro. Tuttavia mi affascinano molto, queste coincidenze. Sarò felice se ne capiteranno altre. Forse non ne sarò neppure tanto sorpresa.

...Infine: come ho scritto prima, tempo fa mi era capitato di trovare un sito dedicato a Stefano Rosso. Se ne occupa la figlia. Si chiama Il prato di Stefano Rosso. Chi entra può lasciare un pensiero dedicato a lui. Ci sono più di seimila pensieri, quindi, se anche era stato dimenticato o sottovalutato dall'ufficialità, appare evidente che c'è tanta gente che lo apprezzava, e gli voleva bene.

2 commenti:

  1. Continua a rimanere sentimentale, che va bene così. "Ordine delle Oblate di Mimmo Locasciulli"...
    Come ti vengono certe pensate?
    L.

    RispondiElimina
  2. Mi vengono perché sono già "oblata" di altri ordini monastici, e sono abituata a fare vita da suora...sentimentale.

    RispondiElimina

Elenco blog personale