Mimmo & Greg

Mimmo & Greg
Grazie Mariangela, grazie Mimmo!

lunedì 25 febbraio 2013

VOGLIO SALIRCI ANCORA



Ripropongo integralmente uno scritto pubblicato sul blog nel luglio del 2010.  Non mi rileggo tanto spesso: oggi ho avuto una sollecitazione particolarmente forte, perché La giostra, la canzone proposta da Mimmo, continua a darmi, quando la ascolto, le stesse sensazioni che descrivo nel vecchio post. Confesso di essermi intenerita a rileggermi: non sempre è così, qualche volta provo anche un lieve disagio, in altre mi sento un po' ridicola o eccessiva, ma qualche altra, penso che riscriverei esattamente allo stesso modo, e sono moderatamente soddisfatta. Oggi mi sono intenerita e non mi dispiacerebbe (in passato non avrei voluto, ora si, sarà la vecchiaia) suscitare la stessa tenerezza in qualche lettore. Di nuovo inserisco un'altra foto di una giostra, scattata a Firenze. 

"Da qualche settimana ascolto un disco, e lo ascolto con grande interesse ed entusiasmo. Mi coinvolge molto, mi fa provare sensazioni belle e struggenti, mi fa chiudere gli occhi e sognare, ma mi dà anche una grande sferzata di travolgente allegria. Mi fa venire una sfrenata voglia di ballare e al contempo di illanguidirmi in pensieri romantici. Mi scatena un gran desiderio di salirci pure io, su quella giostra, una giostra antica, tutta colorata, di quelle che trovi ancora in molte città, o in qualche mercatino dell’antiquariato, sotto forma di carillon. Certo, il fatto che su quella giostra ci volesse salire anche Mimmo Locasciulli, ha influito non poco a farmi provare questa gran smania, che alla fine, mi ci ha condotto e non mi fa quasi più scendere, da quella giostra.

Antefatto… Io che esistesse un gruppo chiamato I Ratti della Sabina, lo ignoravo fino a qualche anno fa, quando seppi che dovevano essere ospiti a una manifestazione legata a un piccolo aspetto della mia vita che mi ha tenuto compagnia per un anno, poco più, poco meno, e sul quale qui è opportuno sorvolare. Mi incuriosì il nome, naturalmente cercai qualche informazione, mi piacque il logo, ma tutto finì lì. Non andai alla serata cui I Ratti erano ospiti. Non ci pensai più, finché…finché ci fu la solita molla, che si chiama Mimmo, il mio tramite con tanti altri mondi che nell’era pre-mimmiana mai mi sarei sognata di aprire, o solo di sfiorare. Se andiamo sul suo sito, alla pagina “collaborazioni”, dopo quelle più note cui ho dedicato spazio in diverse altre occasioni, notiamo che ce ne sono alcune altre “minori”. (La definizione è mia, nel sito non si parla di minori, semplicemente di "altre collaborazioni".) Una di queste è stata quella che ha visto Mimmo artista ospite nell’album A passo lento, uscito nel 2006, di questo gruppo, I Ratti della Sabina, appunto, composto di otto artisti che condividono con Mimmo, mi pare, il convincimento di voler fare musica per passione, fuori da certo tipo di logiche commerciali, e che continuano ciascuno a svolgere, accanto alla musica, il proprio mestiere o la propria professione. Inserisco subito il link del sito dei Ratti. http://www.rattidellasabina.it/ Io qui non intendo recensire in modo degno del termine, perchè non è il mio mestiere, ne’ fornire troppe informazioni, ma dò la chiave d’accesso, se qualcuno avesse voglia, essendo a digiuno, di farsi un’idea.



L’album è bellissimo. Mimmo canta (bene, con una voce accattivante e un entusiasmo contagioso) nel brano La Giostra, con Roberto Billi, che dei Ratti è l’artefice, e a sentirgli dire che su quella giostra ci vuole salire anche lui, io, non ho resistito, e ho pensato non solo di scrivere un pezzo, di quelli estemporanei, non meditati, ma anche di espormi alle critiche di chiunque si affacci qui, e di pubblicare una mia foto, recente, di una di quella giostre magiche che ci lanciano subito in un mondo che non c’è più o forse non c’è stato mai, una specie di Paese dei Balocchi, gioia di tutti i bambini grandi e piccoli. Ho voluto far stare nell’inquadratura sia la cassa, che la giostra, ma di quest’ultima ho dovuto sacrificare un pezzo, perché non ci stava. Alla cassa mi sono avvicinata e ho comprato un biglietto illimitato, così Mimmo ci può salire tutte le volte che vuole, se gli piace, su quella giostra. Nel brano La giostra, Mimmo suona anche il piano, e sempre in veste di pianista lo apprezziamo anche in un’altra canzone dell’album, Non fa paura la notte, una delle mie preferite, di grande suggestione, dove ho avuto modo di conoscere e ammirare una voce femminile che fa vibrare corde profonde. La voce appartiene a Raffaella Misiti: scopro che fa parte di un gruppo che si chiama Acustimantico, di cui io non so davvero niente, ma approfondirò, prometto, (più che altro a me stessa) lo farò. Mimmo è come un grande fiume pieno di affluenti, o come una strada principale da cui si dipartono tante strade e stradine laterali; molti affluenti li ho navigati, malsicura, su una piccola imbarcazione, altri su un battello più solido, così come pure molte stradette e sentieri laterali ho cercato di percorrerli, ma certo non tutto ho potuto, o sono stata in grado, di approfondire. Certo è che molti sono i concetti di cui prima ero totalmente all’oscuro, con i quali ora ho almeno un minimo di confidenza, per non parlare di una certa terminologia tecnica, della quale, per forza di cose, mi son dovuta impratichire.

La canzone Non fa paura la notte, per il testo, (alcuni versi per rendere l'idea)

Ovunque sei, ovunque andrai, porta con te dei ritagli di luce
So che ne sarai capace, so che già ne sei capace.
Qualunque strada percorrerai, tieni con te dei pezzetti di cielo,
So che lo farai davvero e li userai quelle volte
Che vorrai provare a volare più in alto del vento
Là dove solo il sogno riesce ad arrivare.

ma anche per la musica, mi sembra particolarmente locasciulliana.

Insomma, che bella avventura è stata incontrare questi Ratti: ho trovato da loro tutto ciò che mi piace, atmosfere struggenti e musiche trascinanti, testi poetici e filastrocche, riferimenti a Gianni Rodari, tutto un mondo retrò e surreale, personaggi da vecchio libro per bambini illustrato, vecchi giocattoli di latta, ironia e allegria, e poi Mimmo, ci ho trovato, che su quella giostra, un po’ fuori dalle norme di sicurezza, mi ha legato stretta e non mi fa scendere più. Ogni tanto mi slaccio e scendo, ma solo per andare davanti allo specchio e cantare Il re dei topi. Faccio anche un sacco di smorfie, allo specchio. Sto bene attenta a tenere chiuse le finestre, quando accade: fuori ho una reputazione di seria signora di mezza età, con gli occhiali, il tubino, e il filo di perle, da difendere, ma dentro casa, quella reale e quella virtuale, lontano da occhi indiscreti, è tutta un’altra storia…"

domenica 24 febbraio 2013

STRATEGIE DI CONQUISTA



Ogni volta che Mimmo annuncia un suo prossimo concerto in una determinata regione o in una determinata città, subito si leva il coro: "Ma qui non vieni? Ma nella mia città non sono previste delle date?" "Ti aspetto qua!" A quando in...? " Spesso, in quel dato luogo in cui è invocato, c'è stato solo qualche tempo prima; se non proprio lì, in una città vicina. Queste richieste a volte sono dimostrazione di veniale distrazione,  ma più spesso di affetto, di desiderio di ascoltarlo ancora una volta, anche se il concerto più recente, nel luogo in cui si auspica il suo nuovo arrivo, è stato solo un mese prima. Qualche giorno fa, in una delle tappe di una settimana densa di spostamenti e impegni, di voli aerei seppur brevi, eccolo che ci comunica una partenza che ha come fine... la conquista della Sicilia. Vero è che non bisogna cullarsi sugli allori e che il pubblico, forse, si conquista e si riconquista ogni volta, cercando di dare sempre il meglio, sia in termini di qualità della "prestazione" che in termini, ugualmente, o forse più importanti, di condivisione e scambio di emozioni, ma gli Isolani di Trinacria mi sembrano già conquistati.

La sfida sarebbe conquistarne altri - e il riferimento agli Isolani di Ichnusa è puramente intenzionale - che purtroppo, mi pare, poco lo conoscono, a parte un gruppetto di arditi, ma dai quali, c'è da dire, poco ha fatto per farsi conoscere, nella fase indipendente del suo percorso. Dunque, un poco, mi dedicherei allo studio di una "strategia di conquista" di un popolo, che secondo l'immaginario collettivo (chissà poi se è davvero così, o se siamo dentro il solito stereotipo) appare aspro e chiuso e un po' diffidente, ma squarciata la corazza, potrebbe riservare un cuore di morbida dolcezza e accoglienza. Così fan tutti, dunque questa volta, anche se in genere fare richieste mi mette a disagio,  mi sbilancio anch'io, e lo faccio molto volentieri: Mimmo, ma un nuovo sbarco nei vecchi approdi fenici, lo vogliamo almeno pensare?


martedì 19 febbraio 2013

ASPETTA PRIMAVERA, FOLGORATA!



Questo l'ho scritto oggi, e ha un tono più equilibrato...


Un Mimmo visibilmente soddisfatto, direi entusiasta, quello colto dall'obiettivo mentre registra la trasmissione Anime salve, alla Radio della Svizzera italiana (RSI RETE2). Una veloce incursione a Lugano, dove era stato non molto tempo fa ospite della trasmissione Babilonia: qui dentro compare un mio piccolo scritto dedicato alla puntata. In quella occasione avevo visitato il palinsesto della radio, ed ero rimasta colpita dalla varietà e dalla qualità dei programmi. Una emittente davvero seria, che dedica una cura particolare ai temi trattati, con un occhio attento a quelli culturali, senza cedere alla pesantezza e alla pedanteria. Seguendo il suggerimento di Mimmo, mi sono subito voluta informare su Anime salve. Ci sono stati già diversi ospiti, alcuni assai noti, altri seppur con percorsi artistici di tutto rispetto, noti ad un pubblico meno vasto: una occasione per conoscerli e apprezzarli. Si entra nel percorso artistico e nell'anima, o nelle anime, in qualche caso, dell'ospite, per offrirne un ritratto il più possibile completo. Ad ogni aspetto o momento dell'attività artistica si dedica una puntata, (in tutto sono cinque) ciascuna con un titolo diverso. Le puntate sono mandate in onda nell'arco di un mese, e sono poi disponibili all'ascolto, o possono essere scaricate. Non so se dopo le puntate dedicate a Fariselli, che vanno in onda tra il 9 febbraio e il 9 marzo, e prima di Mimmo, abbia registrato un altro artista. In ogni caso, come dice lui, se ne parlerà a primavera inoltrata. Bello trovarsi nella condizione di vivere una nuova attesa legata a Mimmo, una tra le tante, perchè questo sarà tutto un anno di attese e anche di sorprese, a quel che vedo. Non cercherò di combattere quel tanto d' impazienza che può fungere da stimolo, ma combatterò strenuamente l'ansia, che è un ostacolo da rimuovere. Me l'ha consigliato un amico molto molto saggio. Beato lui!



Questo invece l'ho scritto domenica, in pieno attacco compulsivo...

Se Mimmo non riesce a frenarsi davanti agli anacardi, io non resisto di fronte a un barattolo di marmellata di castagne, o crema di marroni, come spesso il prodotto commerciale è definito. Apro il vasetto, ci infilo dentro un cucchiaino col manico lungo, e inizio a mangiare. Questo sarà l'ultimo - penso, e intanto affondo di nuovo il cucchiaio finché non ho finito tutto, ma proprio tutto il contenuto. Godimento puro. Pericoloso avere a casa questa crema di marroni, che corteggio con gli sguardi quando vado a fare la spesa; a volte la prendo, la metto nel carrello e poi la deposito di nuovo sullo scaffale, ma ogni tanto me la porto via. Meglio levarla subito di torno - dico, quando torno a casa, e senza neppure mettere a posto il resto della spesa, mi accingo a divorarla, così non ci penso più
In senso metaforico, la mia crema di marroni è Mimmo. Non resisto non resisto non resisto
Cosa vuoi ancora andare a vedere se ha qualche altra cosa da dirci, per oggi ha già dato, e hai già letto - ha esclamato la mia parte saggia.
Nonononononono!!! - ha soggiunto la mia vocina interna sensitiva - c'è di sicuro qualcosa. E aveva ragione, la vocina. 
Cinque puntate alla Radio televisione svizzera, (Svizzera italiana). Cinque, mica una. Se volete guardate di che si tratta, così per farvi un'idea. Voglio farmi immediatamente un'idea. Che meraviglia, sarà di nuovo un'immersione totale nel suo mondo, probabilmente divisa per segmenti tematici, almeno così intuisco da quel che vedo, per gli artisti che lo hanno preceduto. Bene, non so più quante volte ho divorato la marmellata di castagne, ma la trovo sempre irresistibile. Non so più quante trasmissioni ho ascoltato in cui Mimmo cantava e raccontava, ma lo ascolterò ancora. Non importa se so già tutto, se ne so una parte, o se non so niente; non importa se sarà tutto già sentito, o se ci sarà qualcosa di inedito. Non importa se dirà le sue battute freddine, o meno. Ciò che importa, è che questo è un incantesimo, una malia, ma una malia buona, alla quale non oppongo alcuna resistenza. Sarebbe del tutto inutile. 

venerdì 15 febbraio 2013

PREZIOSI DONI


Mi capita di constatare che molti, quando incontrano persone ritenute, o effettivamente, migliori di loro manifestano sensazioni di fastidio, di invidia, di malevolenza o sono sopraffatti da una sorta di complesso di inferiorità. La vera saggezza, invece, consiste nel prendere come un dono prezioso questa evenienza, dacché da questi incontri non si può che trarre insegnamento, esempio e, quindi, giovamento.

Vorrei sbagliarmi, ma questa bella riflessione non mi pare astratta, slegata dall'esperienza, ma proprio all'esperienza diretta, intimamente legata. Leggo, e sottolineo ancora, vorrei che così non fosse, un fondo di amarezza, come se  chi scrive, avesse vissuto sulla sua pelle, frequentemente, e anche molto di recente, certo tipo di sensazioni sgradevoli.
A me, come ho avuto modo di raccontare anche poco tempo fa, è capitato di trarre stimolo e arricchimento da certi incontri, preziosi doni, non necessariamente basati sulla frequentazione diretta. Uno di questi incontri (inaspettati) è quello con il mondo di Mimmo, nel quale tento di muovermi qua dentro, forse non sempre trovando il giusto passo.
Tutta la mia gratitudine, per aver un po' schiuso le porte a questo mondo, anche un po' oltre la musica. 
Proprio in segno di gratitudine, riporto qui due poesie di una poetessa a lui nota, e cara: Alda Merini.

"Sono nata il 21 a primavera"

 Sono nata il 21 a primavera
 ma non sapevo che nascere folle,
 aprire le zolle
 potesse scatenar tempesta.
 Così Proserpina lieve
 vede piovere sulle erbe,
 sui grossi frumenti gentili
 e piange sempre la sera.
 Forse è la sua preghiera.

La poesia fa parte della raccolta Il volume del canto, in Vuoto d'amore, Torino, Einaudi, 1991

"Ogni poeta"
 Ogni poeta
 laverà nella notte
 il suo pensiero
 ne farà tante lettere
 imprecise
 che spedirà all'amato
 senza un nome.

La poesia fa parte della raccolta L'anima, in Clinica dell'abbandono, Torino, Einaudi, 2003 e 2004.




mercoledì 13 febbraio 2013

VOILÀ


Un piccolo concerto classico con qualche tocco innovativo. Si inizia, classicamente, con Un po' di tempo ancora, e si conclude, altrettanto classicamente, con Tango dietro l'angolo. In mezzo ci siamo a lungo immersi dentro Idra, che, in attesa di poter essere contagiati dallo spleen, continua a recitare il ruolo di ultimo album; siamo stati scrutati dagli infiniti, mutevoli sguardi degli Occhi, ci siamo ricordati di quando eravamo Intorno a trent'anni, (ciascuno a suo tempo) che è stata proposta in una versione molto divertente, non so se frutto dell'estro estemporaneo, o già sperimentata in altre occasioni. Soprattutto abbiamo sentito Mimmo osare e giocare parecchio con la voce, strumento duttile col quale si può fare molto, in modo divertente e anarchico, perfino riprodurre versi di uccelli, ruggiti di felini, ululati di lupi. Insieme con la voce e il pianoforte del padre, il contrabbasso del figlio, che giungeva direttamente da Paris, che sembra stare a lui, come New York sta al  padre: patrie d'elezione. Molto international, questi Locas, che sa tanto di ispanico: è lo pseudonimo scelto dal padre di Mimmo quando, negli anni cinquanta e sessanta, ebbe un interludio canoro: chissà se esiste qualche testimonianza di quelle lontane trasmissioni televisive, (le Teche Rai hanno una enorme quantità di materiale, ma non tutto è stato conservato) una foto, una minima traccia...sicuramente si, negli archivi di famiglia. Quanto all'importanza del fattore ereditario nel perpetuare la passione musicale, ha ragione Mimmo; lo dimostra il fatto che siamo alla quinta generazione: bisnonna cantante di operetta, nonno che faceva le serenate col mandolino, padre cantante, Mimmo e i suoi figli, e magari continuerà ancora. 
Musica dentro, e anche intorno.

Il concerto-intervista in oggetto, e altri simili - almeno quelli in cui chi conduce si prepara diligentemente - anche se non si discosta di molto dai soliti schemi, serve soprattutto a chi non conosce, o conosce poco Mimmo, ma percepisce il desiderio di approfondire la conoscenza. Anche a me è accaduto, quando ero neofita e studiavo per seguace appassionata, di ascoltare una bellissima trasmissione radiofonica di Radio Città aperta, in cui di Mimmo si ascoltava qualche brano, ma, soprattutto si raccontava: essendo per me quasi tutto da scoprire, era bellissimo bere  letteralmente le parole del capo carismatico.

Ora è molto difficile che senta qualcosa di inedito, (qualche particolare tuttavia spunta, di tanto in tanto) sulla carriera e sulla summa filosofica del Nostro, ma ascolto comunque volentieri, e rido perfino di certe battute pessime, che non tralascia mai di tirar fuori dal cilindro, non tanto perché suscitino il riso in sé, ma perché mi diverte da matti sentire come si diverte lui a dirle.

In ogni caso il personaggio è stato, seppur con i limiti dei 76 minuti, musica compresa, sviscerato, dalle origini ai giorni nostri, iniziando dagli studi di pianoforte, proseguendo con la folgorazione beatlesiana e il periodo dei complessini, continuando con il folksinger norvegese conosciuto a Perugia cui va il merito di avergli “presentato” Dylan, soffermandosi sul Folkstudio, con tutti gli aneddoti e i personaggi legati al luogo, e via via tutte le tappe della lunga carriera, fino all'oggi, senza trascurare nulla. Partendo da Penne, dove i ricordi più lontani ci portano a un mondo operoso, carico di dignità, facendo tappa a Perugia, dirigendosi verso Roma, siamo arrivati a New York, un po' provati dal primo lungo volo, ma carichi di entusiasmo, e abbiamo fatto una piccola tappa in Francia, per il ruolo che hanno avuto gli chansonniers nella formazione musicale di Mimmo, e anche per quello che, in senso più ampio, la letteratura e la cultura francese hanno avuto nella sua formazione personale.

Come sempre si è sentita l'esigenza di ben definire e non confondere canzone d'autore e cantautori, e si è ancora una volta chiarito il concetto di riserva, luogo dove entra chi apprezza e può comprendere la canzone d'autore, e dove non può aver accesso un pubblico onnivoro (guardato con sospetto). Mi appello al diritto di poter essere un'onnivora di buon gusto, e di essere comunque ammessa (col pass, e con riserva) nella RISERVA.

Non sono mancati i riferimenti alla nobile disciplina del padre Asclepio (questa vi piace?) (a proposito Mimmo, ti ho mai chiesto come hai fatto a conciliare?:))e alle collaborazioni, con una punta, mi pare, di rincrescimento da parte di Mimmo, che sottolinea come spesso si dica come abbia collaborato con il tale, o il tal altro artista, e non che il tale o tal altro artista abbiano collaborato con lui, lasciando, forse, intravedere una qualche forma di sudditanza, e non un rapporto paritario. Mi permetto di sottolineare come nella parola collaborazione (voce composta derivata dal latino cum e laborare, cioè lavorare insieme) sia implicito il concetto di parità, e non di subalternità. Non sempre ciò viene colto, e in molti ambiti sono definite come collaboratori, persone con cui si intrattiene invece un rapporto gerarchico.

Il pubblico presente ha avuto bisogno di ingranare un po' prima di partecipare il suo calore e il suo gradimento, ma la serata è andata bene, anche perché a fare da nume tutelare, essendo il luogo dove si è svolta, una "locanda asiatica" era Ganesh, una delle divinità più affascinanti e cariche di simboli del pantheon induista, che è un nume del buon auspicio. Ha testa di elefante, Ganesh, quattro braccia, grosso ventre e cavalca un topo. Mi è molto familiare perché tanto tempo fa arrivò a casa mia, attraverso un percorso quanto mai misterioso, una statuetta di terracotta che lo rappresentava. Ne ero attratta, ma anche un po' spaventata: ciò di cui non conosco l'esatta provenienza mi inquieta. Così come arrivò, Ganesh, altrettanto misteriosamente sparì. Ogni angolo della casa fu ispezionato accuratamente, ma non riapparve. Evidentemente aveva percepito l'ambivalenza dei miei sentimenti nei suoi confronti, preferendo trasferirsi altrove.

Ora lascio agli altri il piacere dell'ascolto.
Neofiti o seguaci appassionati, Mimmo non vi deluderà, perché ci piace e lo prendiamo così com'è, con i suoi momenti geniali, e i suoi momenti più normali, la sua simpatia e la sua educazione che lo accompagnano in ogni circostanza, con le sue battute così così, le sue certezze e i suoi dubbi, le sue contraddizioni, (ma non eri un uomo semplice???) ma soprattutto le sue SPLENDIDE canzoni e la sua MERAVIGLIOSA voce: quando si ama qualcuno è così, non è che non si colgano le imperfezioni o i limiti, semplicemente fanno parte di chi amiamo e ce lo rendono unico (finché l'amore dura...).

martedì 12 febbraio 2013

ASCOLTO ATTENTO

Da ieri è disponibile sul sito di LifeGate Radio, la puntata di Rockfiles live del 21 gennaio, dedicata a Mimmo. Così i suoi seguaci appassionati (in questo modo mi ha definita un gentile signore segnalando, bontà sua, il mio blog, e io sono scoppiata a ridere e mi è venuta immediatamente in mente una setta iniziatica, con Mimmo capo carismatico) che non hanno avuto la fortuna di essere presenti alla serata allo Shambala di Milano, o almeno di sintonizzarsi sulle frequenze della radio, possono lasciar fluire indisturbata tutta la loro passione.
 
Io l'ho fatto ieri sera e ora mi sento molto debilitata: la passione prosciuga le energie. Per questo rimando ad altro momento, la pubblicazioni delle mie appassionate riflessioni.
 
A molto molto presto. Dopo una cura ricostituente intensiva.

domenica 10 febbraio 2013

TRASFIGURATO DALLA MUSICA


Ho visto il video di un incontro di qualche giorno fa, al quale è intervenuto Mimmo, nel ruolo del Dottor D.L.. Non entrerò nel merito per ovvi motivi, pur avendolo seguito con attenzione. Ho visto un signore distinto, elegante, intento a parlare con semplicità e con chiarezza ai presenti in sala. Un uomo educato e corretto, attento a star dentro le sue competenze e la sua conoscenza. Un signore d'esperienza, un serio professionista che nel tempo libero potresti immaginare a giocare a bridge o in un campo da golf, o alle riunioni conviviali del Rotary, o, anche, nello studio della sua bella casa a sfogliare libri d'arte, o a fumare la pipa, con indosso una giacca da camera di cachemire. Ritratto borghese e osservazioni sterotipate? Forse, ma non sono riuscita a captare altro. Difficile, osservando il dottor D., ipotizzare una stretta relazione con il suo alter ego M., musicista e cantante, a parte una vaga somiglianza nei tratti somatici e nel tipo di voce. Forse entrambi hanno un senso profondo dell'amicizia, che li fa muovere in una certa direzione. A parte questo, tanto il Dottor D. appare (siamo nella sfera delle sensazioni) grigio e un po' monocorde, e sembra risentire un po' dei segni degli anni, quanto il suo alter ego è un arcobaleno, luminoso, con gli occhi che inviano stelline e scintille, sorriso irresistibile, aspetto e atteggiamenti da ragazzo. Una vera trasfigurazione operata dalla musica, il luogo d'elezione dove, lasciato a casa il rigoroso controllo, entrano in scena come primedonne le emozioni, la giocosità, l'allegria, il desiderio di lasciarsi andare e di condurre a sé il pubblico, in un continuo gioco di conquista reciproca. Una sorta di abbraccio simbolico collettivo, la sublimazione di un atto d'amore, che coinvolge l'artista e il suo pubblico; una magia, che a Mimmo riesce particolarmente bene.

GANGI.


Ho letto che una delle prossime date sarà di nuovo in Sicilia, a Gangi. Sarà un concerto particolare, una ulteriore conferma del desiderio di Mimmo di voler sperimentare cose nuove, con la partecipazione straordinaria di un musicista siciliano, Ruggiero Mascellino, e della Nica Banda, che con Mascellino spesso collabora. Non sapevo chi egli fosse, pertanto ho fatto una incursione nel suo sito http://www.ruggieromascellino.it/ per farmi almeno un'idea: conquistata. Si tratta di un musicista, (pianista e fisarmonicista, e non solo) di tutto rispetto, con studi molto seri alle spalle e un ottimo curriculum, che lascia entrare nei suoi lavori elementi di musica tradizionale mediterranea, con contaminazioni jazz,   per un risultato piacevolissimo e trascinante. La fisarmonica mi affascina molto, popolare e raffinata insieme, allegra e malinconica, (insomma un ossimoro, come piace a Mimmo) seducente ed evocativa.  In qualche occasione l'ha suonata anche Mimmo, sia dal vivo che nei dischi, e io non abbandono il piccolo desiderio di poterlo sentire, prima o poi, nella veste di fisarmonicista.

Non ho dovuto riflettere molto per mettere a fuoco che Gangi è il paese di quei ragazzi dalle facce pulite, che si sono presentati in comitiva al concerto di Sezze di qualche anno fa, indossando una maglietta che riportava un frammento di Sognadoro. Chissà quanto saranno felici di questa sorpresa. Sono proprio fortunati, perché il loro è un amore corrisposto, e anche questa volta riceveranno sorrisi e gratitudine dal Cantante.


Sono certa che sarà una serata davvero speciale, e che dopo si festeggerà fino al mattino.  

giovedì 7 febbraio 2013

LICEALE



Sapevo che prima o poi queste immagini mi sarebbero state utili. Rappresentano le facciate delle  sedi che ho individuato, a Penne, del Liceo scientifico "Luca da Penne", che evidentemente ha più sedi. Non so se Mimmo abbia studiato in queste o in altra sede, ma la sua cultura da liceale se l'è fatta qui, in questo glorioso liceo, intitolato a uno dei personaggi più eminenti del passato pennese, il giurista Luca, vissuto nel XIV secolo. Ho fatto la conoscenza diretta con questo signore nel palazzo comunale: un uomo di pietra raffigurato sopra una lapide sepolcrale. Nella vita fu un uomo colto, dedito agli studi giuridici, autore di testi importanti. 

Uomo colto è anche il suo compaesano nato nel ventesimo secolo, Mimmo da Penne, anche se lui minimizza   in questo modo: "Ho la piena consapevolezza che la mia è poco più di una modesta cultura liceale ma certe volte, giuro, mi sento un genio. Ma perché c'è tanta ignoranza in giro?"

In quello che lui definisce con l'understatement che spesso lo caratterizza, "poco più di..." c'è una competenza medica di lunga data, una cultura musicale di ottimo livello, una competenza cinematografica di altrettanto ottimo livello, un sapere enologico che non si limita alla sua amata produzione, ma va ben oltre, una conoscenza profonda della poesia contemporanea, e molta curiosità per l'arte, la fotografia, la politica, i luoghi, i fatti, i comportamenti e i sentimenti umani. Certo, non tutto è approfondito, non sarebbe nemmeno possibile, ma mi pare siamo su un percorso di continua conoscenza e di continua ricerca. Dico questo con la massima obiettività, nessun tentativo di irretire o blandire nessuno.

Si, in giro c'è davvero tanta ignoranza che spesso, nelle persone che ne sono portatrici, è unita ad arroganza e presunzione. Non mi riferisco a persone semplici che spesso non hanno istruzione, ma possiedono un sapere di tipo diverso, degnissimo di considerazione, ma a gente che ha studiato, senza entusiasmo, senza interesse, magari solo per sbarcare gli esami universitari e poi ha dimenticato tutto o ha trattenuto ciò che poteva essere utile per svolgere una professione, spesso redditizia, senza nessuna altra vocazione se non quella del guadagno. Ci sono molti professionisti senz'altro competenti nella loro materia, ma totalmente all'oscuro di tutto quanto sia al di fuori del loro ambito. Il lavoro li assorbe moltissimo e al di fuori di quello si dedicano a diversivi molto rilassanti, ma molto poco culturali. La estrema specializzazione in settori molto particolari, talvolta, ci mette di fronte a geni in un determinato campo e a quasi analfabeti di ritorno al di là di quel campo. 

Nel mondo del lavoro, in strutture (penso a certo pubblico impiego che conosco) organizzate per settori, si perde il senso globale del lavoro, per finire con l'occuparsi solamente del proprio. Non c'è comunicazione, non collaborazione, non condivisione di saperi e professionalità al fine di operare nell'interesse comune. Ci si fa quasi un vanto di non sapere minimamente di cosa si occupi il collega dell'ufficio a fianco, anzi, spesso, l'esigenza di conoscere, da parte di qualcuno, viene  interpretata come tentativo di scavalcamento o intromissione. A m sembra una cosa ben strana, come vivere in casa propria e non sapere dove siano conservate le stoviglie, o la biancheria.

Cultura e conoscenza non va di pari passo con denaro. Mi ritrovo talvolta a pensare quanto poco il denaro sia servito, ad esempio, a certi personaggi pubblici, del mondo dello spettacolo, dello sport, della politica, dell'imprenditoria e non solo, che ne hanno fatto tutti gli usi possibili,  ma non hanno sfruttato questa opportunità per crescere e migliorarsi. 

Se Mimmo ha poco più che una modesta cultura liceale, io sono ancora alle scuole elementari. Eppure sono considerata una che conosce tante cose; mi interpellano spesso a proposito degli argomenti più disparati (l'etimologia o il significato di una determinata parola, il titolo di un libro, il nome di un autore, una data...), e si aspettano da me una risposta, che spesso fornisco. Per amore di verità devo dire che non mi sento io così brava, perché spesso sono nozioni scontate, banali, acquisite davvero nella più tenera infanzia o nell'adolescenza, cose che tutti, a mio avviso, dovrebbero sapere. A volte scherzando (ma nemmeno tanto) mi definisco una sorta di idiot savant che snocciola nozioni per un pubblico non pagante. Dovrò imparare a farmi pagare per le consulenze. A me di fare la figura della più brava importa pochissimo nei casi molto frequenti in cui, chi mi sta intorno, è molto scarso. Troppo facile. Per questo sono molto più felice di ammettere e dimostrare il mio non sapere, apprendendo (anche a distanza, non necessariamente con la frequentazione diretta, attraverso i libri, le storie o altre forme) da chi è molto migliore di me. C'è da dire che spesso grande cultura non va sempre di pari passo con semplicità nel porsi e con umanità. Gli  intellettuali non sono sempre piacevolissimi da frequentare, non amano perder tempo con chi appartiene a un mondo diverso, e chi appartiene a un mondo diverso si sente a disagio: peccato, i settarismi non aiutano la crescita e lo scambio.

Senza contare che a qualcuno fa molto comodo avere masse ignoranti: senza cultura e senso critico si è più facilmente abbagliati da figuri che di questo fanno uno strumento a proprio vantaggio. E qui il discorso condurrebbe lontano, ma anche molto vicino ai tempi che viviamo.

Con queste sagge parole l'idiot savant, chiude. Folgorata è fagocitante, e bisogna farle capire che c'è dell'altro, oltre lei. 

Al prossimo spunto.










martedì 5 febbraio 2013

MAESTRINA

Il ruolo della maestrina è antipatico sempre, figurarsi con uno che ne sa un sacco più di me, in tutto. Una piccola imprecisione dovuta a una commistione tra i titoli di due programmi, Quelli della notte e L'altra domenica, entrambi di conio arboriano, che forse aveva, entrambi, in mente. Il pretesto, per me, per scrivere anche oggi e per diventare, ancora una volta, nostalgica, (e un po'pedante).
Ferrini era uno dei personaggi di Quelli della notte (1985), mentre Quelli della domenica è un vecchio programma in bianco e nero del 1968. Me lo ricordo anche se ero piccola, Il perfido professor Kranz mi metteva agitazione. Ormai non ci sono più programmi televisivi di quella caratura, per usare un termine caro a Mimmo. Ormai non ci sono più leader politici, o aspiranti tali, di caratura. Dobbiamo tornare molto indietro nel tempo, molto, a mio avviso, ma anche quel leader aveva un forte accento regionale, a me familiare. Ora ci tocca quello che un po' nell'aspetto, un po' nell'inflessione richiama Ferrini. A meno che non ci rivolgiamo altrove, e a me non pare il caso. Tutti, in questa estenuante campagna elettorale, tutti nessuno escluso, anche se in misura diversa, si distinguono per l'incoerenza, l'opportunismo, l'atteggiamento di becero conflitto, quando non di insulto nei confronti dell'avversario. Nessun fair play.
Tremo al pensiero dei possibili nuovi Presidenti della Repubblica, per il  semplice fatto che non ne vedo all'orizzonte nemmeno uno con un forte senso dello stato, e che dia sufficienti garanzie, e al contempo abbia personalità, cultura, modi, autorevolezza, charme, carisma. 
Lo so, sarebbe stato più consono se avessi parlato della partecipazione di Mimmo a Rock Files. Lo farò quando la puntata sarà disponibile in maniera permanente all'ascolto. Prima o poi lo sarà. Così parlerò anche di Ganesh, un mio amico, presente alla serata.



lunedì 4 febbraio 2013

RACCOMANDAZIONI: (LE DONNE SONO TUTTE UN PO' MAMME)

 

Certo è bella, questa città, innegabilmente bella. Per me provinciale e isolana, tuttavia, nasconde molte insidie. Sarà che sono anche poco temeraria, (per alcuni versi soltanto, però)  ma io in giro per Roma in bicicletta non ci andrei. Nel traffico, intendo. Cantante, sentimi bene: io vorrei vederti invecchiare, diventare proprio un bel vecchio sano nel corpo e nello spirito, con un bel cervello pieno di idee e con una voce sempre più da brividi, un vecchio affascinante viveur (la scrivono spesso, questa cosa, che hai l'aria da viveur, da bon vivant) con tante cose da raccontare, che magari si dedicherà al teatro, dove reciterà i suoi monologhi filosofici, o terrà conferenze sugli effetti benefici sull'umore, degli anacardi intinti nel Montepulciano d'Abruzzo, che ne so... però ti voglio vivo. Sfrecciano come matti, ognuno fa quel che gli pare, non è città per ciclisti. Vacci nei parchi, con quella bicicletta, vacci in giro per il tuo bosco e i tuoi boschi, (anche se mi sembra una elegante bici da città), vacci a Parma, a Ferrara o a Mantova, ma non infilarti nel traffico romano. Intesi? 
 

sabato 2 febbraio 2013

ADESSO TE LO DICO

Ormai conosco le abitudini, del nostro Cantante, che sembra essere abitudinario. In questo suo ultimo recente costante quotidiano scrivere sulla sua pagina, predilige la mattina. Quando torno a casa, (sulla via del ritorno pregusto il momento) gli faccio sempre un saluto che a volte può durare anche solo qualche secondo, a volte di più, ma sono fedele a questo piccolo rito. Insomma, confesso che ormai "ci ho fatto la bocca" e confesso anche che, se d'improvviso tutto dovesse tornare come prima, al minimo sindacale, proverei un po' di sconfortata delusione. Forse entrerei in una condizione di SPLEEN, chissà...

Ogni volta che leggo le parole del Cantante, penso che ne venga fuori un ritratto troppo immacolato, troppo perbene, troppo perfetto: valori, rigore, senso etico, senso  profondo della giustizia,  attenzione agli altri,  specie se deboli e svantaggiati, senso critico, coscienza politica e sociale alta... Non che pensi che lui non lo sia, perbene, ne' che indossi una veste immacolata al fine di sedurci (davvero non lo ritengo capace di simili giochetti). Credo che tutti i valori elencati prima, e anche altri ancora, gli appartengano profondamente. Tuttavia... mi piacerebbe osasse di più,  che svelasse un po' di più la sua natura umana: un comportamento di cui non è andato fiero, una volta in cui ha perso la pazienza e si è infuriato, quell'altra in cui ha trattato ingiustamente qualcuno, un rimpianto, un rimorso, un malinteso, un'idea tradita... 

Tornando al discorso iniziale, al risveglio mi aggiorno e trovo un interessante post, scritto di sera, pieno di rivelazioni. Adesso te lo dico anch'io, cosa penso della tua idea dello special album in edizione limitata, che ha il sapore di un omaggio agli estimatori fedeli, da richiedere esclusivamente via internet (cioè non sarà distribuito nei negozi di dischi: perché gli altri? Forse a Roma, in qualche altra città... ma altrove? tanto ormai tutti acquistiamo online). Mi pare un'ottima idea e vorrei che avesse un seguito, cioè che non rimanesse tale. 
La scelta è dell'autore. Benissimo privilegiare versioni alternative, diverse dalle originali, e ancor meglio dare spazio a canzoni che non siano state già inserite in precedenti album antologici o raccolte (ma ci saranno delle eccezioni, come prescindere da Una vita che scappa voce e contrabbasso, o voce contrabbasso e sassofono?). Io inserirei una canzone del passato remoto, (anni '70) e una da Clandestina, quelle che sente di più e che gli sembra possibile riproporre oggi, con abiti e accessori adatti ai tempi e alle mutazioni  personali. Credo che Mimmo vorrà dare, giustamente, un po' di spazio a qualche pezzo degli anni 2000. Quanto alle cover, c'è una canzone che si intitola Hurt, che io amo moltissimo nella versione struggente di Johnny Cash, molto più che nell'originale dei Nine Inch Nails. Chissà come la canterebbe Mimmo... Questa, evidentemente è solo una fantasia. A parte che un artista, per interpretare una canzone non sua, deve sentirla, deve essere adatta al suo  registro vocale, al suo mondo, senza contare i mille cavilli legati ad autorizzazioni e diritti (Il futuro docet)...

Insomma, fai tu, e mi raccomando, sorprendimi, che mi piace quando mi aspetto una cosa e invece ce n'è un'altra. 


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