Mimmo & Greg

Mimmo & Greg
Grazie Mariangela, grazie Mimmo!

giovedì 27 gennaio 2011

TRENTUNO CANZONI




Il rimando al post precedente è necessario. Prendo infatti spunto dal libro 31 Canzoni di Nick Hornby cui ho accennato proprio lì. Ormai sono passati diversi anni, ma dopo la pubblicazione del libro ci fu la moda di chiedere, a chiunque appena famoso, di fornire la sua personale lista di canzoni “della vita”. Se a qualcuno venisse voglia di perder tempo, si possono ancora trovare tracce di liste proposte da questo e da quello, nonché la madre di tutte le liste, quella delle trentuno di Nick.



Io circoscrivo l’ambito, va da sé, a quelle di Mimmo Locasciulli.


Voglio scrivere in maniera del tutto anarchica, pertanto mi affiderò a ciò che mi suggeriscono la memoria e l’istinto e il cuore, senza rispettare alcun ordine cronologico, neppure la sequenza lento svelto, o altri criteri. Ne elenco trentuno, non una di più, ne’ una di meno. Dopo il gioco prevede che mi fermi.




  1. Come viviamo quest’età

  2. Odor di maggio

  3. Una vita che scappa

  4. Un po’ di tempo ancora

  5. Dicembre

  6. Piccola luce

  7. La vita in tasca

  8. La faccia delle altre persone

  9. Aiuto!

  10. Tango dietro l’angolo

  11. Lettere dalla riserva

  12. Qualcosa farò

  13. L’inganno del tempo

  14. L’attesa

  15. Piano piano

  16. Povero me

  17. Che fine farò

  18. Non è stato facile

  19. Un giorno qualunque

  20. Buonanotte nella pioggia

  21. A Rocco

  22. Il treno della notte

  23. Via di qui

  24. Buoni propositi

  25. I musicisti son così

  26. Idra

  27. Oh vita i love you!

  28. Niente di più

  29. Gli occhi

  30. L’inverno

  31. Due ore

Ecco la lista senza quasi nessuna premeditazione. Rileggendola, mi rendo conto che mancano tantissime canzoni che amo molto, che mancano superclassici, come ad esempio Natalina, che a rappresentare il primo album che mi intenerisce molto, nel suo complesso, perché c’è dentro un Locasciulli "semi-vergine", ancora senza troppe sovrastrutture, con la voce in divenire e con un forte accento abruzzese, ho inserito A Rocco. A Rocco testimonia un’attenzione verso una tematica sociale; il protagonista è un emarginato, uno con una storia problematica che ha ucciso la sua donna e ha scontato la pena in un manicomio criminale, e sulla pelle, indelebili, sono rimaste le ferite di quell’esperienza.



A proposito di accento abruzzese, che Mimmo molto si attribuisce: adesso, e questo forse non gli piacerà, uno con l’orecchio non troppo esercitato, se lo sente parlare, lo prende per romano. (Al di là dell’accento, molti lo definiscono il cantautore romano M.L.) Certo c’è quella “O” strana, molto aperta, il suono “gl” non nettamente definito…



Ho tratto due classici da Quattro canzoni, Piccola luce e Il treno della notte. Le ha più volte riproposte e riarrangiate, Mimmo, e forse, soprattutto la seconda, le apprezzo di più nelle versioni successive, ma la mia conoscenza dell'artista affonda le sue radici proprio lì, in quel vecchio Q-disc: da allora porto incise sulla pelle le iniziali M.L. in una sorta di tatuaggio simbolico, e quindi gli voglio rendere onore. Il treno della notte poi ha quel doppio senso (che noia! Ancora?) che colpisce in uno come lui che non ne fa uso, e che anzi nelle sue canzoni usa il più delle volte immagini poetiche e delicate, in riferimento a situazioni amorose. Canzone irresistibile. Irresistibile è un aggettivo che compare poco nel mio lessico, ma molto quando parlo di lui.



Dall’album del 1982 vedo Buoni propositi, che mi dà sempre una gran carica, e che alla luce delle "confessioni" di M. su quella che lui ha definito la sua "costituzione", mi piace ancora di più, soprattutto per la sua esternazione sull’attitudine ai sogni. Vedendolo così spiccio e concreto, non si direbbe uno che si perda dietro ai sogni, ma le sue canzoni raccontano diversamente, e quel suo sguardo vago pure.


Quand’è che si abbandonerà ai sogni, il Cantante? Nelle sue strane notti? Di giorno tra un impegno e l’altro? Al semaforo in attesa che scatti il rosso? A uno dei suoi convegni quando il relatore prima di lui è terribilmente noioso? Nelle lunghe ore di volo per raggiungere la sua città preferita? E che sogni saranno i sogni di uno come lui?



Non c’è Intorno a trent’anni, la bandiera del suo disagio a passare la soglia dei trenta, emblematici, all’epoca - ora è tutta un’altra storia - dell’obbligo di entrare in un mondo di rampantismo ad ogni costo, non perché non la ami, ma perché per molti Locasciulli equivale a Intorno… e solo a quella e poche altre, e questa cosa mi ha un po’ stancato. C’è Gli occhi e qui potrei scrivere per due ore, e c’è Due ore, a proposito di non avere molto da dirsi… Il tema del disagio e dell’incomunicabilità a me è molto caro e qui è trattato in un bel modo lieve. Lo vedo che fuma, il personaggio della canzone, che tira calci ai sassi, che si domanda ma che ci sto a fare, qui. Meno male che c’è il solito treno, questa volta salvifico.



E poi… e poi ci sono canzoni un po’ da tutti gli album; a quelli degli anni ottanta sono molto affezionata perché allora ascoltavamo sempre le cassette in macchina e ce lo portavamo in giro e in vacanza, Mimmo. Mi ricordo una piccola, bella vacanza estiva a Santa Maria Navarrese, nel 1989, la prima di una serie, e tutto (Adesso glielo dico) lo collego indissolubilmente a quelle sensazioni, alla Torre saracena, all’olivastro secolare e alla chiesina bianca.



Di Una vita che scappa e de I musicisti son così ho già ampiamente parlato in altre occasioni. Oh vita i love you mi carica molto, e mi piace che il Cantante, che certo non ha mai dovuto tirare il collo alle necessità, ne’ preoccuparsi di camicie in tintoria, ne’ cibarsi di avanzi di pollo conservati nel domopack, si tuffi nella storia di uno così, che tuttavia Oh vita I love you lo esclama lo stesso, e da questo forse sono accomunati.



Due da Clandestina, quello che non volevo ascoltare perché mi dava morsi al cuore. Quello che c’è un confine dentro le canzoni, tra le parole vere e quelle che componi, quello che l’amore a volte fa male, è una trappola mortale…


Insomma a volte una canzone ti può prendere anche solo per un verso in cui ti riconosci, (Cosa rimane senza te, di me…) o perché ti fa venire voglia di ballare anche se non ne hai proprio l’attitudine, (Uè mi prendo una ragazza e via) o ti fa ballare il cuore, o ti prende per mano e ti conduce in una strada malinconica (E tutto passa in fretta, ma scorre lentamente…).


Due delle canzoni scelte, Che fine farò, e Non è stato facile, sono scritte da Mimmo con Stefano, il suo amico cantautore pugliese. Tra le canzoni composte con altri, e sono tutte molto belle, queste hanno qualcosa in più che me le fa amare particolarmente.



Mi pare ci sia davvero tutto, tra le mie trentun canzoni, l’allegria e la giocosità, la rabbia e il disincanto, la tenerezza e la malinconia, la nostalgia e un po’ di cinismo, il rimpianto e la speranza, i sogni e la lontananza, la presa di coscienza di quello che si vuole essere, i conti con il tempo che non fa sconti, tutta una vita in una canzone. Mi riferisco a Piano piano e penso che se fossi brava a disegnare, mi piacerebbe illustrarla, questa canzone, che si presta moltissimo. Le immagini sono già pronte, fornite dall'autore. Dieci tavole per una canzone.



Questa è la mia scelta: se rifaccessi il gioco, alcune sicuramente ci sarebbero sempre, altre forse no, sostituite da quelle scaturite sull’onda del momento contingente.



Fuori lista - mi concedo una licenza - vorrei dare un posto d’onore a Guardami bene, che non è di Mimmo, e non trova posto neppure in un suo album, ma in quell’omaggio a Milanés citato in passato. Interpretazione da brividi, quintessenza di emozioni.


Ora me l’ascolto, meglio di un bacio della buonanotte.

mercoledì 19 gennaio 2011

TUTTA UN'ALTRA MUSICA?


Non male come inizio di giornata



Ma il meglio arriva ora



C’è un autore inglese, che si chiama Nick Hornby; scrive romanzi intelligenti, ironici, facili da leggere, nel senso di molto scorrevoli e per nulla noiosi, non certo in quello di sciatti e superficiali. Da alcuni suoi romanzi sono stati tratti dei film. Ha un gran passione per la musica, Hornby; qualche anno fa ha scritto un libro intitolato 31 Canzoni***, in cui racconta le sue trentun canzoni preferite, costruendo sopra ciascuna dei veri e propri piccoli saggi. Ha scritto anche un altro libro tutto sulla musica, che si intitola Alta fedeltà. Da un po’ non leggevo niente di Hornby, finchè, parlando con una persona che conosco, incontrata, guarda i casi della vita, proprio in aereo durante la mia famosa trasferta, non è venuto fuori questo libro. Alla domanda Dove vai?- ho risposto -A sentire il concerto di un cantante - e le ho raccontato (senza autocensurarmi, ma casomai caricando un po’) questa vicenda che mi vede fan quando mai avrei pensato di diventarlo, perdipiù fan tecnologica, o incubo telematico, se preferite. AH! - dice lei - Mi stai raccontando il romanzo di Hornby, Tutta un’altra musica. Non approfondiamo il discorso sul libro, però la curiosità di saperne di più mi rimane, tanto che una sera vado in libreria e me la porto a casa, quella musica.

Circa trecento pagine, un tema, una storia. Molto diversa dalla mia, ma anche molto uguale. L’universo dei fans, dei fans in rete in particolare. Un cantante country americano di cui si sono da tempo perse le tracce. Da tempo vuol dire da più di vent’anni. Scomparso, non se ne sa più nulla, sparito dalla scena dopo aver inciso un album duro e romantico ispirato dalla fine della storia con una donna, Julie Beatty, naturalmente modella, naturalmente bellissima, sposata, che molla le certezze borghesi di un matrimonio un po’ noioso, per viversi la sua bella avventura con il cantante. Poi si stanca, molla il cantante e torna dal marito. Il cantante non la prende bene e spacca i vetri della casa coniugale, però grazie a quella storia scrive un album bellissimo. Viene visto per l’ultima volta in pubblico in un locale, per essere più precisi, le ultime tracce di lui si perdono nei bagni di questo locale, a Minneapolis. Poi, il silenzio.

Tucker Crowe - così si chiama il cantante - ha un fan irriducibile, Duncan, che vive in una città inglese sul mare - dove insegna nella piccola università locale - una grigia cittadina di provincia dove non succede mai nulla. Il fan, come spesso succede ai fans, ha una vera e propria passione, una passione ossessiva, per Tucker. Si può dire che sia il suo pensiero dominante. Ascolta continuamente la sua musica, e scrive di lui, in un sito dove si dà vita a un dibattito costante, all’interno di un gruppo, a dire il vero non tanto nutrito, di persone che da ogni angolo del mondo, dice la sua sulla musica e sulla vita del cantante. Da un lato ogni verso di ogni singola canzone è minuziosamente analizzato, dall’altro le ipotesi più svariate e più assurde sul perché, all’apice di un successo in fondo non così eclatante, Tucker si sia ritirato, si fanno strada tra gli estimatori. Duncan è tra questi il più informato, il più agguerrito e forse il più intellettuale. Almeno è convinto di esserlo. Uno che ama l’arte, i libri, la musica; ha una donna che vive con lui: un ménage tranquillo, un po’ noioso, non troppo soddisfacente, però nessuno dei due sembra averne piena coscienza.

Annie, la sua compagna, si rende conto che quella di Duncan per Crowe è un’ossessione, tuttavia non la ostacola troppo. Anzi, quando Duncan propone un viaggio in America, che altro non è che un pellegrinaggio nei luoghi del cantante, accetta volentieri perché è il buon pretesto per partire. Arrivano perfino a visitare i bagni del famoso locale di Minneapolis, quello dove forse, secondo alcuni fans, Crowe avrebbe avuto un’esperienza mistica, o qualcosa di portata immane, che l’avrebbe indotto a lasciare la ribalta. In quei bagni, Annie soggiace pure alle richiesta di scattare una foto a Duncan, in una posa scontata: nonostante il posto sia molto squallido, Crowe c’è passato e questo basta. Si rifiuta tuttavia di accompagnarlo in pellegrinaggio alla casa coniugale della modella fatale, in una zona residenziale, molto fuori mano, di San Francisco: c’è un limite a tutto.

Qui accade una cosa; Duncan fuori dalla porta trova un altro fan, a fare la posta, un ragazzo, dal quale subito prende le distanze. Ci sono fans e fans, e io non faccio parte di quella cerchia. Cosa ho da spartire con questo ragazzetto rozzo e ignorante? Sta di fatto che questa casa è in una zona residenziale dove ci sono solo case, ne’ un bar, ne’ niente di niente dove uno possa fermarsi e ristorarsi un po’, dopo aver vissuto mille avventure e percorso con molti mezzi una lunga strada. Muore di sete, il nostro Duncan e in più gli scappa disperatamente la pipì. Provvidenziale a tale scopo, sarà il bagno di Julie, e a introdurvelo sarà l’altro fan irriducibile, a conoscenza dell’assenza dei padroni di casa per un viaggio, ma non solo: sa dove tengono la chiave di casa, e non ha resistito alla tentazione di entrare, in alcune occasioni. Per Duncan dunque, violazione di domicilio, adrenalina a mille, utilizzo del bagno della ex modella ormai attempata, e scoperta, in un’altra stanza, di un quadro, raffigurante la donna, dipinto dallo stesso cantante, come testimonia la firma, durante la loro travagliata relazione. Roba da mandare in tilt qualsiasi fan, figuriamoci uno che ha messo l’artista al centro della sua vita. Oltretutto c’è la presa di coscienza di non aver mai visto la scrittura del cantante. (Io ho sbirciato mentre il mio vergava il suo alato nome su qualsiasi pezzo di carta volante o libro o copertina di Cd gli venisse messa sotto il naso: non poteva, almeno in quel momento, perché la scrittura varia un po’ a seconda delle circostanze, che avere una scrittura così, uno così.)

Quanto ho raccontato trova spazio solo nella prima parte del romanzo. Non continuo nella narrazione della trama, (meno male che l’hai capito!) che si dipana poi in maniera inaspettata, spostando l’obiettivo da Duncan a Annie. Al di là di ciò che effettivamente accade, di come evolve cioè la storia, degli sviluppi imprevedibili e di un finale aperto, il romanzo è davvero emblematico di tutto un mondo, fatto di scrittura, tecnologia, ascolto estenuante della musica di qualcuno per coglierne le più minute sfumature, passione per qualcuno che non si conosce che può diventare ossessione, e che magari altro non è che un modo, discutibile quanto si vuole, borderline quanto si vuole, per sentirsi vivi. Se l’esistenza che si conduce manca di una scintilla, è grigia e problematica, o difficile da modificare, a volte l’unica scappatoia è sognarsi un’altra vita, o più comodo viverne una virtuale.
Hornby conosce bene quel mondo, quello dei veri esperti di musica e quello dei “maniaci musicali” quello della rete e di chi della rete si avvale per comunicare e per fare “danni” e soprattutto conosce molto bene il mondo dei sentimenti, delle passioni, dei pensieri e dei comportamenti delle persone, e li racconta in quel modo apparentemente facile e lieve, che tale non è. Per ottenere certi risultati occorre essere molto bravi nell’arte dello scrivere e specialisti di un particolare tipo di scavo, che è quello psicologico.

In molti ci possiamo riconoscere, fans o non fans, in certi tratti dei protagonisti del libro.

La vita di Mimmo Locasciulli è quanto di più lontano possibile da quella del cantante americano del libro, la sua è proprio tutta un’altra musica, (con influenze comuni, però…) ma molti dei pensieri di Crowe potrebbero essere pensieri di Mimmo, per non parlare di certe esperienze che appartengono un po’ a tutti i musicisti.

Folgorata ha certamente molto in comune con Duncan: il fatto che lanci in rete i suoi scritti, che sia monotematica e monomaniaca, lei con piena coscienza di esserlo, che ogni tanto sia un po’ supponente perché lei con certi altri ha poco da spartire, che come D. ambisca ad essere la massima esperta mondiale del suo nume, ma Duncan è veramente un esperto di musica, con un notevole bagaglio tecnico, di quelli puntigliosi cui non sfugge nulla, e purtroppo per lui, non ha neanche un briciolo di ironia. Prende tutto terribilmente sul serio, e non è in grado di uscire da sé stesso per vedersi con la giusta distanza.

Ancor di più ha in comune con Annie, Folgorata: certo perché condividono una tipica sensibilità femminile, ma non solo. Di una cosa, per ritornare a parlare in prima persona perché continuando a usare la terza singolare rischio il ricovero coatto, io sono certa: non ho, per scelta e perché così volle la sorte matrigna, nessun souvenir del o dal cantante, mentre ad Annie forse un souvenir rimarrà. Sarà, se ci sarà, quel souvenir a dare un nuovo senso alla sua vita, quello di cui ha bisogno in quel particolare momento.

Consiglio caldamente la lettura di questo libro, ai fans appassionati in particolare.

Lo consiglierei anche al mio cantante, che raramente accetta consigli di lettura, anche se come sappiamo, non si sente attratto dalla narrativa contemporanea. Non è il Notturno, non è Vanina, non è neppure La pasqua bassa, e neanche un racconto di Carver, (il mio preferito tra tutti quelli citati) però potrebbe leggerselo, di notte, fingendo di essere al mare, magari nell’edizione originale (Juliet, Naked) così anche se non ne ha bisogno, affina il suo bad english, che invece è già ottimo. Un compromesso potrebbe essere di leggerlo come io immagino legga il mio blog, in fretta, alla ricerca delle parti che lo riguardano più da vicino, tralasciando il resto, ma sarebbe un peccato.

Quanto a me, che medito un pellegrinaggio primaverile nei luoghi locasciulliani, prometto quanto segue: discrezione, cioè osservare senza intervistare nessuno; godermi la vacanza; mi impegno inoltre a partire munita di pannolone nel caso si verificasse un’impellenza come quella di Duncan, cosa non improbabile. Voglio dire che non violerei mai un domicilio come ha fatto il fan iglese. Nel caso non si sia capito ho terrore delle grane legali, e non vorrei finire in gattabuia per troppa curiosità e per quel problemino che tanto caratterizza le donne, quelle di mezza età come me in particolare: ci scappa sempre, e la cosa ci rende insopportabili, ma preferiamo farcela addosso, in certi casi. Come diceva un altro grande cantautore, l’(ex) avvocato (da un po' ne ho scoperto un altro che fa il farmacista: voce interessante e anche l’aspetto non sembra male, c’avrò un debole per quelli che si guadagnano parte del pane col frutto dei loro sudati studi, con indosso un camice)
Le donne a volte si sono scontrose o forse han voglia di fare la pipì…

***
Sollecitata dalle 31 Canzoni di Nick, proporrò la mia lista personale delle 31 canzoni di Mimmo Locasciulli che più mi hanno colpito. E le restanti cento e passa? A volte nella vita si è chiamati a operare delle scelte, e non ci si può tirare indietro. Come direbbe Mimmo, una chiamata alle armi: bisogna rispondere.

venerdì 7 gennaio 2011

LA VIE EN ROSE



Capita che a un certo punto uno si guardi indietro, dice sempre Mimmo Locasciulli quando parla del suo conflittuale rapporto col tempo. Capita che uno a un certo punto della sua vita si volti e veda una strada lunghissima, una vera e propria autostrada alle sue spalle, mentre davanti si srotola una strada molto meno lunga. L'esatto contrario di quanto avviene quando si è molto giovani, e si ha, con un'espressione che suona tanto come convenzionale, trita e ritrita, tutta la vita davanti. Il nostro amico genius loci guarda tuttavia al futuro con molta positività, perchè certo la strada da percorrere, pur non essendo un'autostrada, è ancora molto lunga e piena di tappe e soste interessanti. Meglio una strada più breve, ma scorrevole e ben attrezzata, da percorrere senza traffico a bordo di una macchina comoda e con della buona musica in sottofondo, o una lunga autostrada piena di lavori in corso, mai ultimati, con una fila interminabile, da percorrere con quaranta gradi all'ombra, dentro un catorcio senza aria condizionata? Questione di punti di vista. Questione di qualità che certo è meglio della quantità; se ci sono entrambe è meglio ancora, e così andiamo avanti con i luoghi comuni. Per rimanere entro i confini dei miei standard di comportamento nella mia veste di autrice di blog monotematico, a questo punto dovrei inserire qualche stralcio tratto da qualcuno di quei filosofi noti al nostro amico, che del concetto di tempo tanto si sono occupati (cosa faranno i filosofi nel tempo libero dalla filosofia? Impregnerà essa ogni palpito della loro vita? Avete notato che oggi c'è la tendenza a definire filosofo qualsiasi docente di filosofia appena appena noto e appena appena inserito in qualche salotto? Mimmo spiegaglielo tu che differenza c'è tra un filosofo e un docente di filosofia...) invece no, oggi niente citazioni.

Quanto a me, certo che mi guardo alle spalle (in tutti i sensi, anche per evitare di essere pugnalata, per quel che può servire) però non vi dico su cosa mi soffermo. Mi guardo anche davanti, senza andare troppo oltre, perchè guardare troppo oltre mi fa un po' paura. Piccoli passi, piccoli traguardi, piccoli pezzetti di strada, a volte sentieri da pellegrino da percorrere con le scarpe giuste, altrimenti vengono le vesciche ai piedi. A volte vengono anche con le scarpe giuste.

Voglio tuttavia vestirmi di rosa, (come testimonia la foto n.2) per percorrere questa strada, voglio cercare di avere una stato d'animo ottimista. E ora che faccio? Posso rinunciare al filosofo del tempo, ma Un po' di tempo ancora la posso pubblicare? Su questa canzone ho scritto delle cose bellissime nel post Dicembre; quindi non ripeto; chi non l'avesse fatto è invitato caldamente ad andarselo a leggere, che poi vi interrogo. Ci faccio anche l'esegesi, sulla canzone? Ognuno se la faccia per sè. Secondo me i cantanti che sono anche autori delle loro canzoni si fanno grandi risate, talvolta, davanti alle elaborate interpretazioni delle loro canzoni da parte di critici e di fans. Può anche essere che in altri casi dicano Però, mica male, non è quello che volevo dire io, però, intelligente...

UN PO’ DI TEMPO ANCORA

Testo e Musica di M. LOCASCIULLI

© 2004 Edizioni Musicali Piccola Luce

Ancora ci sei e ancora ci sarai

Tra le maglie del tempo

E gli echi delle distanze

E guardo allo specchio

Un uomo perso e confuso

Un guerriero stanco e deluso

Non so più..

Tu come stai sei felice o no

Tieni il conto degli anni

O non ci pensi mai

E c’è qualcuno con te

Che ti da un po’ di calore

Quando la notte gela il silenzio

E oltre il silenzio non c’è

Niente niente

C’è tempo c’è tempo

C’è un po’ di tempo ancora

C’è tempo c’è ancora tempo

Per ritrovarci qui

A volte il vento dei pentimenti

È una bufera che ti straccia via

Ti puoi nascondere nella tua vita

E far finta che sia finita

O puoi fuggire ancora più lontano

E dire così sia

E c’è qualcuno con te

Che ti da un po’ di calore

Quando la notte gela il silenzio

E oltre il silenzio non c’è

Niente niente

C’è tempo c’è tempo

C’è un po’ di tempo ancora

C’è tempo c’è ancora tempo

Per ritrovarci qui


Era davvero in stato di grazia, quando ha scritto questa canzone, Mimmo Locasciulli. Come fa una a non essere FOLGORATISSIMA? (Come ben testimonia la foto n.1)

Altro davvero non mi sento di aggiungere: davanti a tanta bellezza mi sta già cogliendo un attacco di quella peculiare forma di sindrome di Stendhal già descritta in altre circostanze.

lunedì 3 gennaio 2011

GLI ESAMI NON FINISCONO MAI

Ho fatto riferimento, nel post precedente intitolato Dicembre, a un corso per diventare fans perfetti di Mimmo Locasciulli. Ancora il più stretto riserbo sulla data di inizio del corso, sulla sede e sul corpo docente. Unica notizia certa: sarà un corso molto molto selettivo, impegnativo, difficile. Si potrà accedere dopo aver superato una rigorosa selezione per esami e titoli. Dopo di che, chi avrà superato la selezione inizierà a frequentare le lezioni. La frequenza è obbligatoria. Niente corsi on line, ma in aula, con il docente in cattedra. Per ora altro non è dato sapere. In attesa di informazioni più precise, ma nell’assoluta certezza che la preparazione per la preselezione è fondamentale, sento il dovere morale di venire in soccorso di quanti vorranno apprestarsi all’arduo cimento.

Prima di tutto, alcuni consigli di carattere generale. Si tratta di concetti più volte enunciati su queste pagine, ma mai come in questo caso è utile ripetere, a costo di essere considerati noiosi. L’artista è riservato, per cui anche il fan deve esserlo. Non è insensibile al tributo, ma nei luoghi e nei limiti del consentito. Assolutamente sconsigliabile se lo si incontra in aeroporto, alla stazione, al semaforo, al supermercato, al ristorante, dovunque non sia il luogo in cui si svolge un suo concerto, avvicinarsi e lasciarsi andare a manifestazioni chiassose e non. Se proprio non resistete, fategli un sorriso e un rapido cenno del capo e fermatevi lì.

Non mischiate le sue due professioni. Lui ha messo delle saracinesche, degli steccati, dei muri alti con cocci di bottiglie. Rispettate il suo volere. Un conto è il cantante nerovestito, un altro il professionista biancovestito. Altra cosa ancora l’uomo con la sua vita privata: vietato l’accesso.

Non invadete la rete di scritti più o meno opportuni su di lui. Lo viene a sapere e non sempre è contento. Non ama i social network. Se vi limitate a scrivere della sua musica, gradisce, e può essere che vi arrivi un cortese ringraziamento.

Scrivetegli, ma senza esagerare, e sempre tenendo a mente gli assiomi di cui sopra.

Se andate ai suoi concerti, applaudite caldamente, manifestategli affetto e interesse, ma evitate di eccedere in fischi (di consenso, s’intende) e di urlacchiare frasi di gradimento. Un garbato e sentito Bravo, o anche più d’uno, è consentito.

Va da sé che è opportuno ascoltare in silenzio: non sempre però lo spettatore è disciplinato e silenzioso. Si consiglia la lettura del trattatello
La disciplina dello spettatore.

Al termine del concerto, potrete salutarlo brevemente e informalmente. Se non lo conoscete, limitatevi a tendergli la mano, evitate baci, abbracci e smancerie. Lo mettono a disagio. Brevi richieste di informazioni sulla sua attività musicale, sul modo di interpretare una canzone, sui progetti futuri sono ben accette.

Queste sono le premesse; quanto poi alla parte relativa alla preparazione per accedere alla preselezione al corso, mi è giunta notizia che il candidato dovrà rispondere a una cinquantina di domande a risposta multipla. Passa la selezione chi risponderà correttamente almeno a 45 test su cinquanta.

Per orientare gli eventuali candidati, di seguito, propongo una serie di domande che verteranno principalmente sull’attività artistica, ma anche su altri aspetti, imprescindibili, (non strettamente privati) della vita dell’artista. In alcuni casi si tratta dell’Abc, in altri ci troviamo di fronte a nozioni più complesse.

1. Quale autore abruzzese, o di origine abruzzese, è tra i preferiti di Mimmo Locasciulli. A) Gabriele D’Annunzio. B) Ignazio Silone. C) John Fante.
2. Quale sport il Nostro non ha mai praticato. A) Tennis. B) Golf. C) Sumo.
3. Che istituto superiore ha frequentato. A) Liceo classico. B) Liceo scientifico. C) Istituto tecnico agrario a indirizzo enologico.
4. In quale città dell’Italia centrale ha frequentato i primi tre anni di medicina. A) L’Aquila. B) Perugia. C) Macerata.
5. Quale è il primo libro che il piccolo Mimmo, a letto con la scarlattina, ha letto per scacciare la noia e la malinconia. A) Pinocchio. B) Le fiabe di Charles Perrault. C) Il libro Cuore.
6. Come si chiamava il primo complessino beat, di cui Mimmo fu fondatore e giovanissimo leader. A) I semplici. B) I puri. C) Bastardi dentro.
7. Quale album di M.L. è totalmente ispirato all’eroina stendhaliana Vanina Vanini. A) Clandestina. B) (Adesso glielo dico). C) Piano piano.
8. Quale era il gioco preferito del piccolo Mimmo. A) Il trenino elettrico. B) L’allegro chirurgo. C) Il meccano.
9. Come si intitola il primo album di M. L. A) Non rimanere là. B) Vattene subito via. C) Se resti mi fai un favore.
10. Per quale etichetta uscì il primo album. A) RCA. B) Folkstudio. C) Polygram.
11. Come si intitolava, nella prima versione, Canzone per Nadia. A) In un’altra città. B) Il rumore che fa la gente. C) Storia di provincia
12. M. L. ha scritto l’intera colonna sonora di un film, La vera vita di Antonio H. Chi ne era protagonista. A) Haber. B) Bentivoglio. C) Dionisi.
13. Al seguito di quale nota cantante italiana M.L. fece una lunga tournée in Giappone, nel 1993. A) Orietta Berti. B) Gigliola Cinquetti. C) Donatella Rettore.
14. Come si chiama il gruppo laziale con cui M.L. ha collaborato nell’album A passo lento. A) Ratti della Sabina. B)Nutrie della Valle dell’Aniene. C) Volpi della Tuscia.
15. Quanti album ha al suo attivo M.L. A) 12 B) 24 C) 17
16. Come si intitola l’ultimo album. A) Terra. B) Ignis. C) Idra
17. In quale album è contenuta la canzone Oh vita I love you! A) Tango dietro l’angolo. B) (Adesso glielo dico). C) Sognadoro.
18. Come è chiamata Penne, la cittadina della provincia di Pescara, che ha dato il natali a Mimmo. A) La città del tufo. B) La città del granito. C) La città del mattone.
19. Quale è il santo patrono della suddetta cittadina. A) San Massimo. B) San Francesco. C) San Lorenzo.
20. In quale attività M. L. non si è mai cimentato. A) Produttore. B) Regista cinematografico. B) Medico dietologo.
21. Quante sigarette fumava il nostro artista, quando era un accanito fumatore. A) 80. B) 40. C) 60
22. Come si chiama la cantante italiana che M. apprezza oltre ogni dire. A) Elisa. B) Giorgia. C) Carmen Consoli.
23. Quale è la materia scolastica che maggiormente ha influenzato la formazione di Mimmo. A) Filosofia. B) Storia dell’arte. C) Matematica.
24. Il titolo del secondo album di Mimmo, quello del ’77 che Folgorata ormai dispera di poter ascoltare, anche se c’è sempre la D.d.s. come extrema ratio. A) Non ci resta che piangere. B) Quello che ci resta. C) Sono rimasto senza parole.
25. Come si intitola l’opera teatrale, presentata a Spoleto nel 1992, per la quale M. scrisse il commento musicale A) Jack lo sventratore. B) Luke l’aguzzino. C) Mark lo squilibrato.
26. In quale canzone M. si avvale della collaborazione di un rapper, Frankie, di cui decanta sempre l’intelligenza. A) Sglobal. B) Una vita elementare. C) Aria di famiglia.
27. In quale album per la prima volta collabora col genialecontrabbastistaamericano Greg Cohen. A) Sognadoro. B) (Adesso Glielo dico). C) Clandestina.
28. Per registrare quale album varca per la prima volta l’oceano con destinazione New York (e non solo). A) Uomini. B) Tango dietro l’angolo. C) Il futuro.
29. Quale album di L. è quasi interamente un album di cover. A) Piano piano. B) Aria di famiglia. C) Il futuro.
30. Quale tra questi artisti non è mai stato prodotto da M.L. A) Haber. B) Lolli C) Castelnuovo.
31. Quale tra questi strumenti non è mai stato suonato in un suo brano da M. A) Fisarmonica; B) Glockenspiel. C) Launeddas.
32. Come si intitola l’album nel quale è contenuta la canzone La vita in tasca. A) Quattro canzoni di Mimmo Locasciulli. B) Sognadoro. C) Non rimanere là.
33. In quale tra questa tre canzoni del suo amico Francesco, Mimmo suona il piano. A) Rimmel. B) La valigia dell’attore. C) La donna cannone.
34. Che cosa vorrebbe produrre in futuro M. A) Un album di raffinata musica contemporanea del suo amico Greg. B) Un nuovo album di Haber. C) Una raccolta di musica folk abruzzese.
35. Mimmo ama molto i cani. Il suo cane è A) Un mastino napoletano. B) Un dalmata. C) Un pastore tedesco.
36. Quale è la sua vecchia canzone ispirata a una leggenda norvegese A) Il rosso del mattino. B) Con un fiore tra i capelli. C) Valgren e Sam
37. In quale capitale europea molto fredda Mimmo si recò in tournée con altri artisti italiani nel 2000 o 2001 (fonti incerte sulla data) A) Mosca. B) Stoccolma. C) Tallin.
38. Chi è l’autore del testo di Aria di famiglia. A) Enrico R. B) Francesco D.G. C) Suo figlio Guido.
39. Quale è la lingua straniera che M. padroneggia meglio. A) Tedesco. B) Portoghese. C) Francese
.40. Come si intitola la canzone, contenuta in Sglobal, che vuole essere un monito contro le recrudescenze naziste. A) 1904. B) 1933. C) 1938.
41. Quale canzone, oltre la su-citata 1904, è la versione italiana di una canzone di una nota band bernese, Patent Ochsner. A) Hotelsong. B) Hemingway. C) Anna di Francia.
42. Che strumento suona il figlio Matteo quando accompagna Mimmo nei concerti. A) Il sax. B) Il clarinetto. C) Il contrabbasso.
43. Come si intitola la canzone di Bob Dylan che M. usa da sempre nel suo soundcheck. A) Sign on the window.) Only a Hobo C) Hurricane.
44. Qual’è il borgo abruzzese sede di un famoso premio, dove Mimmo è stato spesso ospite. A) Scanno. B) Torricella peligna. C) Pescina.
45. Come si intitola l’album della Cinquetti composto in massima parte da Mimmo. A) Dovunque nel mondo. B) Tuttintorno. B) Lontano da dove.
46. Quale canzone non è contenuta nell’album Mimmo Locasciulli del 1985. A)Le cose normali. B) Cara Lucia. C) Niente di più.
47. Come si chiama il cantautore (e scrittore…) tarantino che canta con Mimmo Una vita elementare, e che Mimmo ha prodotto. A) Stefano Delacroix. B) Stefano Saint-Louis. C) Stefano Beaujolais.
48. Mimmo ama particolarmente giocare a A) Scacchi. B) Bridge. C) Majong
49. Quale vino produce il Nostro in limitata quantità e in pregiata qualità. A) Montepulciano d’Abruzzo. B)Trebbiano. C) Pecorino.
50. Quelli dell’anagrafe (se li trovo li gonfio) hanno sbagliato. Mimmo non è nato nel 1949, come erroneamente registrato, ma: A) Nel 1994. B) Nel 1960, ed è quindi un mio giovane coetaneo. C) Non è ancora nato, ma lui c’è, ha questa facoltà, è in ogni tempo e in ogni luogo, e sempre porta con sé penna e taccuino (o stilo e tavoletta cerata…)
51. Come si chiama il noto organettista con cui Mimmo ha partecipato a una interessante manifestazione musicale attorno a una tavola contadina, nonché a una Notte della taranta. A) Ambrogio Sparagna. B) Luigi Ventriglia. C) Giovanni Quaranta.
52. Qual è la “coperta di Linus” di Mimmo. A) Il cappello B) la sciarpa rossa. C) Un fiore nell’asola della giacca.

Oh, mamma! Mi è scappata la cinquantaduesima domanda. Per me è un giochino divertente, potrei arrivare a proporne molte molte di più, ma poi mi si viene a dire che sono una nozionista. Ebbene, si! Scrivetemi e ricordatemelo, sono una nozionista, per scelta, e per destino e perché così è andata la mia vita. Nozionista di lusso, però. (Scusatemi ,mi sono immedesimata troppo: accusatemi di plagio.)



Questo pezzo lunghissimo, come spesso i miei, vuole essere un piccolo compendio riassuntivo di una minima parte del lavoro svolto in precedenza, e vuole essere augurale, per me e per chi mi ha la ventura di leggermi, per i motivi più svariati, in buona sostanza tre: moderata curiosità e narcisismo estremo; sommo interesse per il Cantante; Da quando ho iniziato a leggere Folgorata non riesco a saltare un post: è proprio brava nel suo delirio…(questo è il motivo che preferisco, delirio compreso.)
Non ci sarebbe bisogno di sottolinearlo, ma è evidente che non si terrà mai un corso per diventare fans perfetti di Mimmo. Oddio, non si sa mai... Io lavoro molto di fantasia, e quindi mi sono inventata questa cosa, per avere il solito pretesto per scrivere. Quanto ai consigli di carattere generale, lì davvero a me sembra di aver detto cose giuste, anche se mi auguro che il Cantante non sia così inflessibile, (mera speranza, lo è anche di più, ferreo e implacabile) e comprenda che a volte, si può uscire dal seminato non per mancanza di discrezione o per mancare di rispetto, ne’ per nuocere, ma magari per non sufficiente conoscenza, ingenuità, o troppo entusiasmo. Il troppo entusiasmo a volte frega, fa scaldare troppo e fa andare sopra le righe. Meglio quello che la calma piatta, dico io. Buon anno a tutti. Cantante compreso. (Chissà con cosa avrà brindato l'ultimo dell'anno? E poi, avrà indossato qualcosa di vecchio e qualcosa di rosso? E ancora...)

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